Nel 1992 la mafia decise di tagliare quei rami che volevano portare la Sicilia fuori dall’illegalità, uccidendo i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Non ci riuscì, perché i magistrati palermitani, con il loro lavoro, avevano piantato nuovi semi tra i giovani di quegli anni, che sarebbero poi diventati alberi di legalità.
E l’albero più famoso, diventato simbolo della lotta alla mafia, è l’enorme Ficus Macrophilla Columnaris Magnoleides, che cresce davanti la casa del Giovanni Falcone.
Designato monumento nazionale, il famoso albero non viene curato come dovrebbe, come del resto la maggior parte degli arbusti di Palermo, a causa dello scaricabarile delle competenze, provocando lamentele tra i negozianti e gli abitanti della zona, che lamentano l’incuria, la presenza di ratti e la pericolosità dei rami che non vengono potati.
C’è voluta l’Arma dei Carabinieri per attirare nuovamente l’attenzione per uno dei simboli della città nel mondo.
Il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità ha avviato le procedure per la duplicazione e distribuzione dell’Albero di Falcone, perno di un progetto di educazione alla legalità ambientale, denominato “Un albero per il futuro”, promosso dal Ministero della Transizione Ecologica.
“Un albero per il futuro” prevede la donazione e messa a dimora nelle scuole italiane di circa cinquecentomila piantine nel triennio 2020-2022. Ad oggi sono quasi 400 gli istituti scolastici che hanno aderito e intrapreso questo percorso verso la consapevolezza dell’importanza degli alberi per il contenimento dei cambiamenti climatici e la conservazione ambientale con il supporto dei Carabinieri della Biodiversità.
Alcune gemme del famoso arbusto di via Notarbartolo sono state prelevate grazie alla collaborazione fra Carabinieri, Fondazione Falcone, Comune e Soprintendenza di Palermo, per essere poi duplicate nel moderno Centro Nazionale Carabinieri per la Biodiversità Forestale (CNBF) di Pieve Santo Stefano (AR).
All’avanguardia in Europa, nello studio e conservazione di specie forestali autoctone, il centro riuscirà a riprodurre l’albero per generare piccole piante di Falcone da donare alle scuole che ne faranno richiesta.
Le prime scuole a riceverle saranno quelli intitolati al magistrato, circa 108 istituti distribuiti in tutta Italia.
“Vogliamo realizzare un grande bosco della legalità dove le radici dell’albero di Falcone mettono legalità in tutto lo stivale Nazionale” ha dichiarato il Colonnello Raffaele Manicone, Comandante Raggruppamento Carabinieri Biodiversità.
La presenza dell’Albero di Falcone concorrerà a sensibilizzare i ragazzi al tema dell’impegno sociale, ma anche all’importanza della salvaguardia ambientale.
“Per noi quest’albero monumentale è diventato il simbolo del riscatto e dell’antimafia, non solo per Palermo, ma per l’intera nazione” ha affermato il Tenente Colonnello Angelo Pitocco, Comandante del Gruppo di Palermo. “La memoria è fondamentale, anche perché, oltre ad essere un simbolo dell’antimafia, il progetto potrebbe essere anche il veicolo per una legalità dell’ambiente, soprattutto per le nuove generazioni”.
Un progetto ambizioso dei Carabinieri, per combattere i crimini ambientali con l’educazione alla legalità e con il coinvolgimento delle scuole in questo obiettivo strategico.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
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