Oggi presentiamo Sara Mineo, architetto e artista siciliana, nata a Palermo, città dalla cui vita culturale ha assorbito la solarità, l’amore per i colori e il piacere per quella bellezza che ciclicamente esprime in ogni fase della sua storia millenaria.
Lei ha scelto il teatro e il suo continuo rinnovarsi come spunto per la sua opera. Perché?
Magia e Opera dei Pupi è un olio su tela, dove, su uno sfondo di cielo dalle forti tinte, si staglia la figura dell’attore e ideatore Mimmo Cuticchio, una figura quasi epica con i suoi lunghi capelli grigi. L’ho voluto rappresentare come anima della Sicilia che emerge dal fondo azzurro. Le aste e le corde che sovrastano i pupi costituiscono il collegamento, sono il mezzo che adopera il puparo per dare loro vita e trasmettere le grandi passioni che sono alla base delle rappresentazioni epiche del teatro. Come un padre guida i suoi pupi, non per niente pupo deriva dal latino pupus ovvero bambino. Attraverso il gioco del teatro, il pupo torna a rivivere, il giorno seguente, nelle mani del suo creatore.
Cosa possono significare le storie dei pupi per uno spettatore moderno?
Dolore, cielo, terra, cavalleria rusticana, da Carlo Magno a Reali di Francia, convivono senza né vincitori né vinti in un perpetuo sopraffarsi, felici di vivere una storia di eroi molto diversa dalla triste quotidianità. Il continuo rimando della storia epica possiede la concezione del tempo in movimento. Un procedere avanti e indietro per ricucire la trama della vita di ogni pupo, in un rimando che è sia sentimento ma anche cronaca del tempo e storia, nel gioco dei misfatti e delle grandi vittorie.
Ma il gioco del tempo è anche il tempo del gioco in quanto ogni spettatore torna alla sua infanzia ed alla sua innocenza nell’arco di un Cunto. Le storie dell’opera dei pupi raccontano religioni e culture che nel passato si sono date battaglia ed ora sopravvivono in virtù dell’arte popolare. La magia che pervade tutto il teatro romantico diviene catarsi. Le storie epiche esprimono sia i drammi che le grandi emozioni di tutti gli spettatori. L’Opera dei Pupi trasmette alti codici di comportamento dalle antiche origini, codici come la cavalleria, il senso dell’onore, la lotta per la giustizia e la fede.
Anche la sua arte, così come l’Opera dei Pupi, è in grado di parlare alla modernità pur esprimendosi in forme legate alla tradizione?
I miei lavori esprimono un linguaggio comunicativo attuale e moderno, attraverso un’identità mediterranea di grande valore classico. Infatti le mie radici e la bellezza del Creato permeano tutte le mie opere. La tavolozza cromatica molto varia e vivace di questa pittura emozionale ci dà la misura della mia visione positivista dell’arte.
L’Arte, infatti, è catarsi e terapia, è come respirare: qualcosa di cui non posso fare a meno. È un linguaggio, nel mio caso figurativo, per esprimere sentimenti, porre questioni, dipingere concetti, raccontare la bellezza che ci circonda, fare ricerca e provare a sperimentare nuovi modi per comunicare ciò che sento. L’Arte, in quanto espressione dei sentimenti umani e rappresentazione della filosofia del tempo storico, non è mai uguale a sé stessa, si rinnova e cambia continuamente ed è qualcosa che mi fa stare bene.
BIAS a Palermo, cosa rappresenta per lei esporre al Loggiato e partecipare alla Biennale?
Per me il massimo riconoscimento per un artista deve avvenire nella propria città d’origine e poi, possibilmente, espandersi anche altrove. Nella mia vita ho sempre dimostrato un grande amore per Palermo, perché questa possiede una storia vastissima e le testimonianze d’arte si sono stratificate diventando veri e propri gioielli.
Ho conosciuto BIAS da alcuni anni avendo modo di apprezzare il lavoro svolto dalla fondazione di Chiara Modica Donà dalle Rose, la sua apertura all’arte e al territorio italiano, la sua capacità senza discriminazioni di organizzazione e valorizzazione delle risorse artistiche. L’ho davvero apprezzata moltissimo ed ora, finalmente, ho avuto modo di toccare tutto ciò con mano.
Anche in questo periodo di grande difficoltà, dove molti hanno rinunciato o si sono aggrappati a soluzioni digitali, BIAS, invece, ha studiato percorsi e tracciati nuovi mettendo in relazione arte e artisti con i loro luoghi, trovando sempre le mediazioni adatte con le amministrazioni locali. Un risultato davvero esemplare!
Sara Mineo, la forza e il colore di una civiltà millenaria.
Sara Mineo a BIAS 2020 Palermo Loggiato San Bartolomeo fino al 12 settembre 2020
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports