“L’assoluzione di Walter è sicuramente una vittoria, un trionfo della democrazia che, per la prima volta, gira le spalle alla criminalità organizzata e rivolge lo sguardo alla legalità. Ricordiamoci che il diritto di cura resta inviolabile e che ogni cittadino ha diritto a curarsi senza ricorrere a nessun tipo di disobbedienza. A dimostrazione di ciò che ho sempre sostenuto e cioè che esiste una strada possibile che si chiama coltivazione, una strada lontana dal bigottismo proibizionista e illiberale, quello stesso bigottismo criminogeno e ruffiano delle organizzazioni illegali e mafiose. Quella strada la stiamo già percorrendo, oltre che in Sicilia, anche resto d’Italia” ha esordito Eleonora Gazziano, co-presidente del Comitato Esistono i Diritti, dopo la sentenza del Tribunale di Arezzo, che ha assolto definitivamente Walter De Benedetto, dall’imputazione di coltivazione illegale di cannabis.
Quarantotto anni, ex dipendente comunale, Walter è malato di artrite reumatoide, una patologia neurodegenerativa e altamente invalidante, che provoca dolori lancinanti in tutto il corpo. Vista la carenza di farmaci cannabinoidi, necessari per alleviare i dolori, decide di coltivare in casa, per uso terapeutico, la cannabis. Il suo calvario con la giustizia italiana, comincia quando i Carabinieri, durante un controllo, scoprono nella sua abitazione le piante incriminate.
Questa mattina a mezzogiorno, ora di inizio del processo a Walter De Benedetto, si sono svolti dei sit-in davanti i tribunali di diciotto città italiane. Anche a Palermo sono scese in strada diverse associazioni per sostenere la campagna #IoStoConWalter, a cominciare dal Comitato Esistono i Diritti, da anni in prima linea per la legalizzazione della cannabis a scopo terapeutico.
“Dal corpo dei malati al cuore della politica. Il Comitato Esistono i Diritti ha proposto, circa due anni fa, il tavolo tecnico sulla cannabis terapeutica all’ex assessore Ruggero Razza, abbiamo fatto si che il parlamento siciliano, con l’adesione del Governo, approvasse una legge sulla cannabis terapeutica, che è stata sostenuta trasversalmente” ha dichiarato Gaetano D’Amico, co-presidente del Comitato Esistono i Diritti. “Abbiamo raccolto oltre cento adesioni all’appello per Walter, sottoscritto da diverse personalità del mondo della politica, della cultura, dello spettacolo, dell’avvocatura e del giornalismo. Ci hanno supportato anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e la vice presidente dell’ARS Angela Foti. Walter per noi non è un delinquente, è un malato”.
“Questo non è stato soltanto il giorno di Walter, ma anche il giorno di altri sei milioni di consumatori di cannabis, anche a scopo terapeutico e non solo. Questo processo è stato indicativo, rispetto al fatto che la nostra giustizia può decidere se scrivere solo una bella pagina di democrazia oppure no” ha aggiunto la Gazziano.
Davanti il Tribunale di Palermo, a manifestare a favore di Walter De Benedetto, anche l’Associazione Luca Coscioni.
“Abbiamo appoggiato Walter nel suo percorso di enorme sofferenza che lo vedeva imputato per aver coltivato la sua terapia, che gli era stata prescritta dal suo medico, ma che non riusciva ad ottenere nel quantitativo necessario, perché la produzione di cannabis in Italia è insufficiente, in particolar modo in periodo di pandemia” ha dichiarato Francesca Turano Campello dell’Associazione Luca Coscioni.
“Nessuno di noi sarebbe innanzi a un’aula di Tribunale se la cannabis fosse oggi disponibile. L’auto coltivazione, per fini terapeutici, non è soltanto un atto di libertà e di cura, ma neanche un atto di responsabilità. Walter De Benedetto avrebbe potuto rivolgersi allo spacciatore della zona, che “volentieri” glielo avrebbe portato a casa comodamente, ma non lo ha fatto” ha continuato la Turano Campello, che ha spiegato che la cannabis venduta per le strade è una porcheria, addizionata con piombo e resine plastiche per aumentarne il peso e deleteria per una persona che ha un organismo già minato.
“Ci sono moltissimi altri casi di persone malate che non riescono ad attingere alla cannabis terapeutica e ci sono moltissimi i casi di malati che finiscono in tribunale perché vengono denunciati dal vicino di casa che sente l’odore della cannabis” ha affermato la Turano Campello, spiegando che la cannabis è prescrivibile in Italia solo per sette patologie e che, secondo la scienza, ha molteplici effetti benefici ma che devono essere approfonditi.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports