“Siamo di fronte all’ennesima tragedia nel Mediterraneo, ad altre 130 vite spezzate nel tentativo di salvarsi da orrore, guerra e privazioni. E di fronte all’incapacità degli Stati di assumersi da un lato la responsabilità di politiche dell’immigrazione che mettano al centro l’umanità, la solidarietà, l’accoglienza, e dall’altro quella di prevedere operazioni di ricerca e salvataggio per evitare di non poter far altro se non contare i cadaveri. Basta stragi annunciate, l’Italia e l’Ue intervengano”.
È quanto si legge in una nota di CGIL, CISL e UIL in seguito al naufragio avvenuto al largo delle coste della Libia.
“Serve un cambio di rotta, in Italia e in Europa. Il Patto per la migrazione e l’asilo presentato dalla Commissione lo scorso settembre è lontano dall’essere quel nuovo inizio che era stato promesso, e approccio securitario e visione egoistica dei singoli Stati permangono” proseguono i Sindacati per cui occorre innanzitutto superare l’accordo tra Italia e Libia.
“Tutte le intese con paesi terzi che non garantiscano il rispetto dei diritti umani devono essere stralciate. Sono necessarie misure che riconoscano il diritto alla circolazione delle persone, che sostengano l’aumento delle quote di reinsediamento e dei corridoi umanitari, e garantiscano pienamente il diritto all’asilo”.
“Vanno riattivate le operazioni di ricerca e salvataggio in mare sul modello Mare Nostrum, e va sostenuto anziché denigrato il prezioso lavoro delle Ong: le donne, gli uomini e i bambini che hanno perso la vita nel naufragio di ieri, come centinaia e centinaia di altri solo dall’inizio di quest’anno, potevano e dovevano essere salvate” concludono CGIL, CISL e UIL.
di Redazione – EmmeReports