“Da oltre 24 ore la Ocean Viking stava inseguendo dei destini nel mare, quelli di due imbarcazioni in difficoltà, molto lontane fra di loro. Della prima non abbiamo trovato alcuna traccia, possiamo solo sperare che sia rientrata a terra o comunque giunta in salvo. La seconda è stata rincorsa attraverso una bufera, in una notte con onde alte sei metri”.
Inizia così il tragico racconto di Alessandro Porro, Presidente di SOS MEDITERRANEE Italia e soccorritore a bordo della Ocean Viking in riferimento alle 130 persone che ieri hanno perso la vita ribaltandosi tra le onde del mare in burrasca.
“Non ho difficoltà ad ammetterlo, ho passato qualche ora in bagno a vomitare. Non sono bastati la prometazina, il dimenidrinato, metà degli ultimi tre anni passati in mare. Ero esausto, disidratato, a fatica sono tornato nel letto, ed ero protetto da una signora delle acque che pesa migliaia di tonnellate” continua Porro nel suo racconto “All’alba abbiamo cercato ancora, assieme a tre mercantili, senza coordinamento nè aiuto da parte degli Stati. Fosse cascato un aereo di linea ci sarebbero state le marine di mezza Europa, ma erano solo migranti, concime del cimitero mediterraneo, per i quali è inutile correre, e infatti siamo rimasti soli”.
Nel pomeriggio la nave My Rose ha avvistato il gommone “ci siamo avvicinati ed è stato navigare in un mare di cadaveri. Letteralmente. Del natante restava poco, delle persone neanche il nome. Impotenti, abbiamo fatto un minuto di silenzio, a riecheggiare sulle terre degli uomini. Le cose devono cambiare, le persone sapere” conclude Alessandro Porro, Presidente di SOS MEDITERRANEE Italia.
di Antonio Melita – EmmeReports