Una qualsiasi giornata di Luglio, le temperature superano i 40 gradi e i venti di scirocco alimentano le fiamme che, dalle sei della mattina, continuano a bruciare migliaia di ettari di macchia mediterranea. Gli incendi sono così vasti che le squadre di terra e gli elicotteri non riescono a fronteggiarli. Vengono quindi allertati i CL415 Canadair italiani che decollano nel giro di pochi minuti dalla pista 13R/31L dell’Aeroporto di Trapani Birgi.
Mentre la maggior parte dei palermitani si mette al riparo dalla forte calura estiva, Eliana Pensato, una ragazza di 32 anni di Monreale, prende la sua borsa con la Nikon D5100, un teleobiettivo 70-300 e un grandangolare 18-55, corre in auto e, da sola, si avvia verso il lago per fotografare i Canadair in azione, sia quando caricano l’acqua, sia quando, con manovre acrobatiche e a rischio della propria vita, i piloti spengono gli incendi.
Sogna da sempre il cielo e gli aerei. Per lei, che come tanti di noi ha perso il conto di quante volte ha visto il film Top Gun, volare è adrenalinico, ma non certo con gli aerei di linea, che non le trasmettono alcuna emozione, perché le sembra di essere seduta in un autobus.
Eliana è una bella ragazza siciliana ma, per lei, la bellezza è importante tanto quanto, ma se non vede materia grigia in un uomo, non si cura di lui, guarda e passa avanti.
Come è nata questa passione per gli aerei?
Questa mia passione è nata grazie a mio padre, da sempre attratto dagli aerei ed in particolar modo dei Canadair. Il luogo in cui abito è circondato da colline e montagne ed ogni estate, purtroppo, avvengono incendi. Da bambina, ogni qualvolta succedeva, mio padre mi chiamava sempre, dicendomi che sarebbero arrivati i Canadair “gli aerei che buttano l’acqua” ed io, impaziente, aspettavo alla finestra il loro arrivo, rinunciando a giocare in strada con gli amici, rimanevo appoggiata a quella finestra, guardandoli con amore, per ore ed ore, fin quando non andavano via.
L’estate scorsa ho deciso di unire la passione per la fotografia a quella per i Canadair ed inoltre, da giugno, gestisco una pagina Facebook denominata “Canadair Realforest Firetovirtual” insieme ad altri ragazzi che ringrazio di cuore per il loro sostegno aiutandomi quotidianamente a sviluppare questo progetto, senza di loro non sarebbe stato possibile.
Perché proprio i Canadair?
Vuoi paragonare un aereo di linea ad un Canadair? Il loro “volo” rappresenta chi sono e la mia vita… un continuo lottare tra periodi alti e bassi.
Tendenzialmente sono una persona calma e tranquilla, a volte divento spericolata e ribelle e vivo costantemente in un’altalena di emozioni ed agisco nella vita come agisce un Canadair in azione. È il mio modo di affrontare le avversità. Sono una persona forte, ma a tratti ansiosa e fotografare i Canadair mi spinge soprattutto ad affrontare quest’ansia e a vincerla, è un continuo sfidare e superare i miei limiti.
Eliana, perché non hai provato a fare il pilota?
Nonostante mio padre desiderasse che facessi l’hostess in una compagnia aerea o comunque intraprendessi la carriera in aeronautica, a quel tempo le mie ambizioni erano altre come la fotografia oppure volevo entrare nell’Arma dei Carabinieri e diventare una criminologa, mi sono sempre divertita a studiare il profilo psicologico ed i comportamenti delle persone, tutt’ora mi diletto a osservare il comportamento altrui. La vita, purtroppo, ti porta su strade diverse, sicuramente avrei dovuto ascoltare mio padre!
Ti occupi solo di fotografia aeronautica o fotografi anche altro?
Mi occupo a volte di Paesaggistica e Street Photography, ma soprattutto di Reportage, amo regalare emozioni alla gente attraverso gli scatti, raccontando momenti di vita, le foto migliori sono quelle quando la gente non sa di essere fotografata.
Eliana, quanto è importante per te il territorio dove vivi e dove fotografi, in particolare il comune di Monreale?
Essendo nata e cresciuta in Sicilia, sono innamorata della mia terra e ne sono orgogliosa, vorrei che fosse più valorizzata ed attraverso la fotografia apporto il mio modesto contributo affinché ciò avvenga. Indubbiamente Monreale, essendo la Città in cui vivo ed è ricca di bellezze naturali ed architettoniche, prevale nella mia passione di fotografa. Tengo comunque a puntualizzare che non desidererei mai e poi mai che si appiccasse un incendio per amore di vedere un Canadair in azione. Quando fotografo, al di la della mia passione, lo faccio principalmente per “raccontare” e valorizzare il lavoro che in modo impeccabile fanno i piloti e co-piloti, lavoro che spesso è sottovalutato. Il lavoro di squadra che c’è tra Canadair, Corpo Forestale, Protezione Civile, Vigili del Fuoco e forze dell’ordine è tanto ed essendo stata spesso sui luoghi degli incendi te lo posso assicurare. Guardare negli occhi la gente terrorizzata appena scappata da casa, con la paura di non poter tornare più a casa fa piangere anche me che sono una dura e tosta.
Se io ti dico “Chiedete a qualsiasi pilota come ha iniziato a volare e sentirete una storia d’amore”, tu cosa mi dici?
Cosa posso dire, non ho provato direttamente questa emozione, ma ho tanti amici piloti che fin da piccoli hanno coltivato questa passione rendendola, a loro dire, il mestiere o l’hobby più bello del mondo. Sicuramente, ho dedotto dai loro racconti, che un momento indimenticabile che li accomuna è il primo volo da “solista”, ossia quando possono finalmente volare senza l’ausilio dell’istruttore.
Oppure “E poi ti ho visto con la forza di un aeroplano, prendere in mano la tua vita e trascinarla in salvo”…
Hai presente quando, dopo un “Drop” (che sarebbe quando gettano l’acqua) risalgono velocemente per riprendere quota? È la stessa identica cosa che è successa per ben due volte nella mia vita, la prima in un incidente stradale in cui sono rimasta viva per miracolo e la seconda dalla depressione.
Mi spieghi questo concetto “Chi vola impara a sfottere le sue cadute. Arrivi tu che fai passare la paura di precipitare”.
Ho imparato ad essere ironica verso me stessa e verso le esperienze negative.
Ogni qualvolta che sono triste, giù di morale, troppo pensierosa o angosciata mi basta vedere un video o una foto sui canadair ed, oltre il sorriso, mi torna anche la forza di reagire a tutto.
Ti consideri una donna empatica e perché?
Mi ritengo una donna empatica ed empatica si nasce, è un dono e quando ti capita ne devi fare tesoro, ti può portare a percepire e capire soprattutto gli stati d’animo delle persone anche quando non ti dicono nulla, è bellissimo saper ascoltare la gente guardandola semplicemente negli occhi.
Spesso purtroppo, si parla di violenza sulle donne. Secondo te fa più male quella fisica o quella psicologica e cosa dobbiamo ancora imparare noi uomini?
Di una ferita sul corpo ne rimane la cicatrice. Sulle quelle psicologiche ne rimangono la cicatrice, il dolore ed ancora di più la paura. Sono stata vittima di violenza psicologica per anni, senza accorgermene, quando ho aperto gli occhi ho deciso di reagire, di lottare da sola e cosi mi sono salvata; ho dovuto ricominciare da capo e a 30 anni non tutto è facile. Mi sono ripromessa che mi sarei presa tutto ciò che meritavo e così è stato. Non dovete imparare nulla, lo sapete bene di cosa è capace una donna, è facile fare il forte con chi è debole, spetta a lei non farsi mettere i piedi in testa.
Secondo te ci sono ancora oggi professioni precluse alle donne?
Nessuna preclusione se non nella mente e nell’ignoranza di ognuno.
Pensi che ci sia ancora una sorta di maschilismo nel mondo del lavoro e nella società in genere o ormai le donne sono emancipate e libere?
Ogni donna ha il diritto di essere emancipata e libera, il maschilismo è permesso soltanto da quelle situazioni e da quelle donne che non sono in grado, aimè, per infiniti motivi di reagire; data la mia esperienza cerco di essere sempre di buon esempio per quelle donne che non riescono a reagire.
Cosa prevedi per il tuo futuro?
Ora più che mai do priorità a me stessa; sono diventata la donna che avrei voluto sempre essere, forte ed indipendente, adesso tocca ai miei obiettivi. Work in progress. L’amore può aspettare.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
Copyright Foto di Eliana Pensato