Oggi presentiamo Pierdonato Taccogna, artista pugliese e sapiente artigiano, la cui opera guarda ed esprime il tempo, quello del corpo, del gesto, della maestria antica che trasforma la materia grezza in ingrediente.
Costruire l’oggetto fisico, quello che diventerà quadro è un percorso spirituale oltre che concreto?
Certamente. Proprio per questo la mia arte nasce non solo dalla mente ma anche dalle mani, partendo dalla creazione del telaio, passando alla preparazione dei colori dai pigmenti per sfociare nella verniciatura finale con una mia personalissima ricetta che rimane segreta, nata dallo studio e dalla ricerca.
Quindi la creazione dei singoli componenti fa già parte del risultato finale: l’artista crea il supporto e poi su questo vi sedimenta l’idea espressa in pigmenti. È come se la sua opera fosse un diario di campo, un quaderno di appunti?
Sono un curioso… E questo è il moto perpetuo che scandisce la mia vita artistica, portandomi a sperimentare nuove tecniche e partendo sempre dall’insegnamento dei grandi maestri del passato per sfociare in campi completamente differenti, come quello della scienza e dell’astronomia. Come ci ha insegnato lo scienziato britannico Stephen Hawking dobbiamo sempre essere curiosi, cercare di dare un senso a quello che vediamo, dobbiamo sempre chiederci cosa faccia vivere l’Universo.
Dalla sua storia personale, fatta anche di momenti tragici che sicuramente hanno reso più profonda e cosciente la domanda sul significato della vita, si potrebbe pensare che l’astronomia sia la fucina delle grandi domande esistenziali.
Personalmente ritengo invece che questa rappresenti per lei solo un altro degli ingredienti fondamentali per la sua ricerca, oltre ai pigmenti, alle vernici, alle colle e alla canapa tessuta. La sensazione è che lei ci parli attraverso le stelle e gli astri siano lo stimolo e il linguaggio adatto per rappresentare quel mondo sfumato di colori con cui trasformare in racconto cromatico la propria interiorità.
Mi racconti la sua opera esposta in Biennale.
RGB è un dittico che mostra il fronte e il retro di una Supernova. Questa può essere paragonata ad una partita di scacchi, poiché la tecnica di sovrapporre e sottrarre materia al fine di migliorare la composizione è una continua lotta tra le parti, arricchite da colpi di luce come a voler simulare i pezzi della scacchiera. Le mie composizioni non sono così casuali: sanno creare una bellezza senza tempo.
Se Galileo per la prima volta puntò un cannocchiale verso il cielo sfidando gli stereotipi comuni e le false verità, incantando il pubblico con il suo racconto visivo in cui la volta celeste assunse un aspetto sacrale, anche la mia curiosità mi spinge lontano e nessun buco nero all’orizzonte potrà minacciarne la rotta.
Rievocare, ricreare, rendere all’osservatore gli spazi siderali e i suoi colori, cosa rappresenta per lei?
Per me l’arte è un modo per esprimere emozioni e comunicare al prossimo i propri sentimenti ma con verità: poiché ha in sé il privilegio, nel gioco del tempo, di smascherare i malfattori e gli sciacalli. Io, nel mio piccolo, cerco di esprimere il mio essere portando il rispetto necessario a questa entità, padre e madre di un mondo che non smetterà mai di girare portando con sé tutta la bellezza dell’universo.
Guardare il cielo con gli occhi della mente, non fermarsi al baluginare delle stelle di notte ma rappresentarne i colori e le forme che sappiamo esistere, attraverso la scienza, nello spazio infinito.
È un modo per uscire dal transitorio, dall’occasionale ma soprattutto dal vissuto. L’artista in questo caso non cerca di raccontare il proprio mondo di esperienze, anzi. Si pone direttamente a contemplare il cosmo nel suo cangiare, nel mutare forma e tinta, riflettendosi perfettamente in questo baluginare quasi astratto.
Taccogna esplora il proprio universo interiore come se, esplorando l’anima, la riconoscesse specchio di questa immensità.
Perché da artista amare tanto la Sicilia e Palermo in particolare?
Per me Palermo rimane certamente una delle città più belle al mondo, così carica di opere d’arte e di palazzi storici, vantando uno dei centri antichi più grandi d’Europa. Queste ragioni si associano a particolari ricordi della mia infanzia, legati alla sfera familiare, i quali mi portano a sentire Palermo come un punto fermo nella mia vita: la mamma accogliente dalla quale poter sempre tornare per un abbraccio.
Partecipare a BIAS, esponendo in questa città, è stata la realizzazione di un vero sogno come se restituissi luce alla luce.
Pierdonato Taccogna, un mistico dell’arte. Come i nostri fondi oro e le icone ortodosse, la sua pittura svela l’eterno che sta in noi. Un tempo questo era visto come mondo celeste, adesso come immagine del cosmo, fatto di armonia, di luce e di equilibrio.
Pierdonato Taccogna a BIAS 2020 Palermo Loggiato San Bartolomeo fino al 12 settembre 2020
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports