Al grido “La mascherina non è un bavaglio!” e intonando l’inno di Mameli, per il quinto sabato consecutivo, le mascherine tricolori palermitane, si sono riunite a piazza Politeama, tra gli occhi incuriositi dei passanti, per protestare contro il governo Conte.
Il movimento delle mascherine tricolori, che si sta espandendo da Nord a Sud, è nato sui social, inizialmente con l’adesione di poche persone, poi pian piano è cresciuto.
Hanno manifestato in strada anche durante il lockdown, non rispettando la legge che imponeva di non fare assembramenti.
Tra loro troviamo commercianti, ristoratori, liberi professionisti, lavoratori dipendenti, gente comune, si dichiarano un movimento spontaneo e trasversale, senza nessuna bandiera politica, se non quella italiana.
Dicono di non avere una posizione partitica netta, precisa, ma stanno dalla parte di “chi vuole risolvere le cose”. Ma, come ci è stato detto da uno dei militanti del gruppo di Palermo Ugo Susinno, fanno riferimento a movimenti sovranisti e identitari come Casapound.
“Facciamo delle manifestazioni dove leggiamo i nostri comunicati, comuni in tutte le città. Chiediamo, dopo l’emergenza sanitaria, l’emergenza economica e quella sociale che l’Italia sta vivendo, le dimissioni di questo governo nazionale, secondo noi incapace a gestire tutti questi problemi, portando il nostro Paese a essere nominato come untore d’Europa” a dirlo è lo stesso Ugo Susinno.
“L’emergenza economica che la Nazione sta attraversando è un problema serio per tutte le categorie produttive. Parliamo di professionisti, delle partite IVA, degli autonomi e di tutte le aziende che sono state costrette a due mesi di lockdown obbligato e quando si è usciti da questa chiusura stabilita dal governo italiano, hanno avuto una serie di protocolli e misure restrittive da ottemperare, che hanno reso ancora più difficile, la ripresa delle attività” continua il militante delle mascherine tricolori.
“In particolar modo i negozi dove gli ingressi sono contingentati, dove è in vigore il distanziamento sociale previsto, ma soprattutto la categoria del turismo che ancora non hanno ripreso a lavorare”.
“Quindi per ora l’Italia sta attraversando un disagio che noi riteniamo mal gestito nell’ambito sanitario, ma anche in quello economico. Ecco il motivo per cui noi mascherine tricolori, ma anche tanti italiani sono scesi oggi in piazza” afferma il portavoce delle mascherine tricolori di Palermo.
“Anche il discorso dei sussidi e dei finanziamenti non hanno avuto l’esito sperato. Il governo aveva parlato di grandi cifre, di una grande manovra che sarebbe stata a favore di tutte le categorie, ma ad oggi queste hanno avuto solo difficoltà, da cui non riescono ad uscirne fuori“.
“Oggi chi lavora nella pubblica amministrazione è più tutelato di chi lavora in autonomia, perché lo Stato garantisce sempre il pagamento degli stipendi statali. Invece, le categorie produttive hanno mille difficoltà, ad esempio, le famose 600 euro non sono state erogate a tutti, per primi i lavoratori stagionali” conclude Ugo Susinno.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports