Corruzione, falsità ideologiche, turbativa d’asta, truffe e altri reati sono le accuse mosse contro il Consorzio per le Autostrade Siciliane che, attraverso l’operazione della DIA di stamane denominata “Fuori dal Tunnel“, ha visto l’esecuzione di tre misure cautelari nei confronti di due funzionari e di un imprenditore milanese.
Arresti domiciliari per l’Ingegnere Angelo Puccia, funzionario del Consorzio Autostrade Siciliane e Consigliere Comunale di Castelbuono.
Sospensione dai pubblici uffici, invece, per l’Ingegnere Alfonso Edoardo Schepisi e divieto temporaneo di contrattare con la Pubblica Amministrazione per l’imprenditore milanese Fabrizio Notari.
Altri cinque imprenditori sono indagati nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Messina, guidata da Maurizio De Lucia, e condotta dalla Sezione peloritana della DIA.
A finire sotto la lente di ingrandimento dei magistrati e degli investigatori, sono stati alcuni dei principali appalti per i lavori effettuati negli ultimi anni lungo il tratto autostradale di competenza del CAS (A/20 Messina-Palermo e A/18 Messina-Catania).
Emblematico il caso degli appalti per i “lavori di messa in sicurezza” delle gallerie “Tindari” e “Capo d’Orlando”, dall’importo complessivo a base d’asta di circa 25 milioni di euro, che vedeva nella ditta vincitrice lavorare familiari e persone vicine ai due funzionari indagati.
Per gli inquirenti le assunzioni sarebbero state funzionali alla aggiudicazione dell’appalto.
Dall’inchiesta è emerso che, per quanto l’offerta dell’Ati Notaro-Bruni fosse stata considerata dalla Commissione di gara “anormalmente bassa” Angelo Puccia, sulla base di una relazione presentata da Alfonso Edoardo Schepisi, attestò che “l’offerta presentata dall’ATI Notari-Bruno” fosse “attendibile ed affidabile” e che “le giustificazioni documentate “fossero “sufficienti ad escludere l’incongruità dell’offerta“.
Gravi irregolarità emergevano anche con riguardo alla realizzazione di un importante sistema di sicurezza delle gallerie, ritenuto dalla normativa vigente indispensabile per garantire l’incolumità degli utenti.
Alfonso Edoardo Schepisi con l’avallo di Angelo Puccia, presentava la documentazione finalizzata a percepire indebitamente gli incentivi – pari a 47.000 euro – previsti dal Consorzio per i progettisti, non ottenendoli solamente a causa di irregolarità formali.
Più recenti gli altri episodi contestati e “tali da pregiudicare in modo grave la sicurezza dell’autostrada“, riguardanti i lavori “di ripristino” dell’asfalto drenante” del viadotto Calamo.
Gli inquirenti hanno individuato irregolarità anche nei lavori fatti per la riapertura della galleria Sant’Alessio, sull’autostrada A/18 ME-CT, in cui Angelo Puccia era il direttore dei lavori e dove l’Ingegnere avrebbe utilizzato il proprio ruolo per “propiziare… l’assunzione di un suo uomo di fiducia” presso i cantieri del subappaltatore.
di Redazione – EmmeReports