Oggi, alle 9.30 i componenti della Giunta hanno dato vita ad un flash-mob di solidarietà dopo gli atti vandalici ed i furti nelle scuole, delle ultime settimane.
Le scuole interessate a questa iniziativa sono state le seguenti: Istituto Comprensivo Sperone/Pertini, Direzione Didattica Maneri/Ingrassia, Istituto Comprensivo Giovanni Falcone, Istituto Comprensivo Mattarella/Bonagia, Istituto Comprensivo Giuseppe Di Vittorio, Istituto Comprensivo Manzoni/Impastato, Comprensivo Renato Guttuso, Istituto Comprensivo Rita Levi Montalcini, Asilo nido Peter Pan, Asilo nido La Malfa, Asilo nido Papavero.
Il sindaco Leoluca Orlando, di fronte la scuola Federico II al Borgo afferma: “Ancora no ai ladri di futuro, a coloro che danneggiano i propri figli, i propri cari. Assomigliano questi atti di violenza al contagio del virus che colpisce coloro che ti sono più vicini. Io credo che sia da irresponsabili, continuare in questi gesti e in questi atti. Noi siamo qua per manifestare in diverse scuole della città contemporaneamente il No ai ladri di futuro”.
“Dalla prossima settimana partirà una piattaforma rivolta ai ragazzi delle scuole perché possano segnalare movimenti strani che ci sono intorno alle loro scuole. Vogliamo che cresca il controllo sociale, mentre confermiamo l’apprezzamento delle forze dell’ordine impegnate e che stanno colpendo qualcuno di questi criminali irresponsabili che fanno male a se stessi e ai propri cari” continua il sindaco.
“Ci sono dei gruppi che sono organizzati e che hanno in mente l’idea che così facendo si impedisca il cambio culturale dei giovani. Noi andiamo avanti su questa strada e la conferma di quanto sia importante la scuola. Paradossalmente più atti di violenza si fanno contro le scuole, più è la conferma che la scuola dia fastidio a qualcuno. Noi vogliamo continuare in questo impegno, perché questo qualcuno alla fine si rassegni e capisca che Palermo è cambiata e vuole cambiare” ancora Leoluca Orlando.
Ha poi continuato il primo cittadino di Palermo: “In questo momento c’è una riunione di giunta, nel senso che sono collegato con tutti gli altri assessori, che sono in altre undici scuole della città, per mandare lo stesso messaggio e confermare la richiesta di una mobilitazione e di un controllo da parte degli stessi giovani interessati e danneggiati spesso dai loro stessi fratelli, dai loro zii, dai loro amici. Questo è il senso complessivo dell’invito alla mobilitazione dei giovani attraverso una piattaforma che sarò curata dalla SISPI (Sistema Palermo Innovazione) e dedicata esattamente per questo tipo di denunce”.
Presso ciascun istituto, oltre al rappresentante dell’Amministrazione comunale, presente una delegazione di insegnanti, genitori e personale dell’istituto interessato.
“Sotto attacco sono ormai tutte le scuole di Palermo ed è una situazione gravissima soprattutto in vista dell’estate e dei prossimi mesi” afferma Valentina Chinnici, consigliera comunale e insegnante dell’Istituto Comprensivo Politeama.
“Dobbiamo fare capire che questi sono presidi forti di legalità, cittadinanza che non possiamo lasciare soli, perché ne va del tessuto civile e sociale della nostra città. La chiusura delle scuole ha dimostrato che le scuole non sono “scontate”, le scuole sono necessarie, preziose e indispensabili”.
“Si parte e si può ripartire soltanto dalla scuola. Una scuola forte fa bene a tutti, è un centro propulsore per tutto il territorio. La scelta del Governo di tenerle chiuse e di non dare indicazioni chiare e nette agli insegnanti e dirigenti scolastici, è molto perdente, perché a settembre non sappiamo ancora come si riaprirà”.
“Al primo caso di coronavirus, cosa si fa, si chiude e si ricorre alla didattica a distanza, una fonte di ingiustizia sociale, che ha lasciato fuori un milione e mezzo di alunni? Cosa che è avvenuta nonostante i device che non sono arrivati a tutti e i Giga che non bastavano. Io da madre di due bambine di otto e undici anni, posso dire che se non sei super accessoriato con stampanti e quant’altro e se non hai una buona attrezzatura culturale vieni tagliato fuori, cosa che non possiamo permetterci in una città come Palermo” continua l’insegnante.
“Non se lo può permettere l’Italia. Ma in una città come la nostra non è possibile. Il Governo li ha dati, ma sono arrivati tardi, le procedure sono state farraginose, è stato un super lavoro per i dirigenti scolastici. Non è possibile mettere tutta la burocrazia sulle spalle dei bambini di Palermo. Se abbiamo tenuto come città è perché c’è stato un terzo settore molto forte che è riuscito con l’educativa di strada a seguire questi bambini, ma un altro anno così per noi è finita. Si vede già l’imbarbarimento, in due mesi, scuole chiuse e vandalizzate. Non possiamo permetterci un altro anni di didattica a distanza. Altrimenti ci ucciderà di più l’ignoranza, la barbarie, l’inciviltà piuttosto che il COVID-19” conclude Valentina Chinnici.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports