Il movimento delle Mascherine Tricolori, nel settimo sabato di protesta, ha organizzato manifestazioni regionali (a Catania per la Sicilia) in attesa della manifestazione nazionale del 20 giugno prossimo che, a detta degli organizzatori, vedrà 30mila manifestanti radunarsi a Roma.
“Siamo ad un buon punto organizzativo” afferma Ugo Susinno del movimento di Palermo.
“Le prime manifestazioni delle Mascherine Tricolori non hanno visto tantissima partecipazione per via dei divieti dovuti al lockdown e quindi al rischio delle multe. Poi siamo cresciuti di sabato in sabato e ci sono realtà al nord molto più numerose” continua Susinno.
Siamo in piena Fase 2: cosa contestate al Governo Conte?
Abbiamo contestato la politica sanitaria di questo Governo che non ha adottato in modo celere – come è avvenuto invece in Cina – tutte le misure previste e il potenziamento delle strutture sanitarie. Si è cercato di minimizzare e abbiamo visto qualcuno prendere persino l’aperitivo ai Navigli di Milano dicendo che si trattava di una “semplice influenza“.
Diciamo questo perché noi disponiamo di una buona Sanità pubblica e grazie ai medici, infermieri e personale parasanitario abbiamo contenuto gli effetti di un Governo che non si è fatto trovare pronto e che non ha fornito gli aiuti necessari a chi stava combattendo contro il virus.
Quali sono le prossime mosse, magari un partito da lanciare in politica?
Tutte le nostre azioni sono politiche e, seppur non abbiamo interessi elettorali, siamo presenti nelle lotte, nei territori. Al momento anche i grandi partiti hanno difficoltà a riempire le piazze, noi crediamo che bisogna ripartire dalle lotte.
Quindi niente politica, niente alleanze con i gilet arancioni?
Noi delle Mascherine Tricolori con i gilet arancioni non abbiamo nessun rapporto e posso dire che siamo molto lontani dalle loro idee. Noi non facciamo populismo e siamo contrari alla mistificazione che è quella che purtroppo vediamo nel generale Pappalardo. Le nostre metodologie di piazza sono molto diverse da quelle dei gilet arancioni.
E con CasaPound?
Noi guardiamo a movimenti come CasaPound e non solo. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda di chi si ispira al Sovranismo, all’identità nazionale e come già detto, non abbiamo nulla in comune con quello che stato creato da Pappalardo.
Identità nazionale, sovranismo e antieuropeisti?
Noi pensiamo che proprio il Covid-19 ha fatto esplodere quelle contraddizioni interne alla globalizzazione o, ad esempio, all’interno dell’Unione Europea dove ogni nazione ha pensato solo ai propri interessi. Ad esempio, lo vediamo sul MES dove i Paesi del Nord Europa hanno fatto fronte comune per non dare soldi e aiuti a Paesi come il nostro.
Qual è la vostra posizione sull’immigrazione?
Crediamo, senza voler togliere nulla a chi fugge dalle guerra, che l’immigrazione indiscriminata, in un contesto nazionale di debito pubblico di 2550 miliardi di euro, non permette di accogliere una massa di migranti che andrà a pesare sul welfare togliendo l’attenzione agli italiani.
Non credete che ripetere sempre “Prima gli Italiani” possa fomentare odio razziale anche qui da noi come negli Stati Uniti?
Quello che è successo negli USA non è ascrivibile solo ad odio razziale, ma sicuramente c’è tanto malessere sociale dovuto a politiche liberiste molto aggressive che hanno lasciato fuori da un welfare minimo una larga parte della popolazione.
In Italia, tutto questo non c’è! Bisogna dare atto ai sindacati e al Partito Socialista che hanno portato avanti gli interessi dei lavoratori. Cosa che i partiti attuali hanno completamento abbandonato.
Non c’è razzismo dietro la morte di George Floyd?
Se avete visto non è soltanto una rivolta degli afro-americani ma di tutti quelli che stanno in fondo alla scala sociale. La morte di Floyd è soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports