Alessandra Sciurba, Presidente della ONG Mediterranea Saving Humans.
Manifestazione di Black Lives Matter a Palermo, Mediterranea presente e parte attiva.
Era giusto essere qui perché occorre indignarsi per quello che è successo negli Stati Uniti, e in maniera generale per quello che succede in tutto il mondo quando il razzismo uccide. Però abbiamo “normalizzato” il fatto che tutti i giorni, da anni, sono migliaia le vite che si perdono in mare. Morti non a causa di un incidente, ma per una precisa volontà politica.
Volontà politica, di chi è la responsabilità?
La responsabilità è dei Governi che lasciano annegare persone pur avendone notizia oppure li riconsegnano agli stessi aguzzini: le milizie libiche.
Qualcuno potrebbe dire che i problemi in Italia, in questo momento, sono di altro ordine, ad esempio economico.
Le persone si lamentano quando i propri soldi vengono usati per l’accoglienza, ma non si lamentano quando vengono usati per pagare torturatori, carcerieri e stupratori.
L’unica soluzione è quella di aprire dei canali di ingresso legali, sicuri e molto più economici che pagare dittatori o governi terribili come quello di Erdogan.
Chi ha aperto i canali umanitari, come i Valdesi a Sant’Egidio, ha dimostrato che con i soldi dati a Erdogan potevano essere portati in Europa 2 milioni e 400 mila persone in aereo, dandogli un anno di accoglienza.
Stai parlando del memorandum Italia-Libia?
Il caso della Libia in questo momento è alla Corte Penale Internazionale e stiamo parlando di crimini contro l’umanità direttamente finanziati dai Governi. La responsabilità non è solo della Lamorgese, ma anche di Minniti, Salvini e di tutti i governi precedenti.
Per questo dico che il Mediterraneo sia il “grado zero”, se non si vince la battaglia in quel mare nessuna vita conterà mai. E non si tratta dei diritti degli altri, qui è a rischio lo stato di diritto e le nostre garanzie costituzionali.
Garanzie costituzionali?
Se passa il messaggio che si può calpestare il diritto internazionale, i diritti umani e che vige la legge della giungla in mare, questo succederà ben presto anche in terra, anzi sta già accadendo e per questo è diventata una battaglia fondamentale.
Intanto la Lega sostiene che Lampedusa è stata abbandonata al proprio destino dal Governo Conte.
Hanno ragione, questo Governo ha abbandonato Lampedusa, come lo ha fatto anche sotto la Lega di Maroni e come tutti i Governi di centrodestra e centrosinistra che si sono susseguiti negli anni.
Lampedusa è sempre stata usata da qualsiasi Governo per spettacolarizzare le migrazioni che non dovrebbero avvenire così.
Lampedusa si è trovata schiacciata in mezzo a questa storia e voglio dire che non c’è niente di naturale nello sbarcare proprio lì. Si tratta di una scelta politica e i lampedusani hanno ragione ad essere indignati.
Dovrebbero però esserlo verso il Governo e non verso chi sta peggio di loro.
Pensi che i Media abbiano narrato il fenomeno migratorio nel giusto modo?
Noi abbiamo potuto prendere un po’ più di parola quando siamo riusciti a mettere in mare una nave. Solo andando nel Mediterraneo, come prima imbarcazione della società civile, siamo riusciti finalmente a spiegare perché lo stavamo facendo.
C’è un mondo della comunicazione che ha abituato le persone ad assorbire solo slogan, twit e post di sole 3 parole.
L’antirazzismo, come l’antifascismo, sono concetti complessi che sono di contrasto a fenomeni semplici: il razzismo e il fascismo non parlano alla testa, ma alla pancia delle persone e per questo possono essere assorbiti in maniera semplice e veloce.
I talk show, le trasmissioni televisive non favoriscono le buone ragioni, perché lasciano facilmente passare solo gli slogan della propaganda, non le argomentazioni più complesse.
Significa che i giornalisti non fanno più approfondimento, ma assecondano il pensiero dominante?
Non tutti. Ci sono giornalisti eccezionali, che non a caso sono sotto scorta, come Nello Scavo, che voglio citare a nome di tutti.
L’amico Nello è stato anche recentemente premiato dalla Farnesina, con un premio proprio sui diritti umani.
E’ giusto anche dire: finalmente!
Sì, peccato che la stessa Farnesina sottoscriva poi accordi come quello con la Libia, in palese violazione dei diritti umani.
Secondo te, visto che stiamo ricordando George Floyd, in Italia c’è un pericolo razzismo?
Credo che ci sia un pericolo razzismo in Italia, non perché la gente sia razzista, piuttosto perché qualsiasi governo ha sempre utilizzato il razzismo, più o meno in maniera esplicita, come strumento di distrazione di massa dai veri problemi del Paese.
A furia di sentirsi dire “devi prendertela contro chi fugge dalla guerra, dagli stupri e dalle bombe della Libia” finisci poi per non protestare contro gli ospedali che cadono a pezzi, contro un sistema scolastico non adeguato che svilisce la classe docente, contro le diseguaglianze economiche che in Italia sono a livelli unici in Europa.
E’ troppo irresistibile usare il razzismo come depistaggio dalle ansie, scaricandole su capri espiatori… Per questo il razzismo è un discorso “normalizzato” ed utilizzato dai Governi per ottenere facili consensi.
Non credi, però, che ci sia un disagio soprattutto nelle periferie delle nostre città?
Il disagio c’è perché viene creato ad arte dalle politiche dei Governi.
Palermo è una città che aveva creato un modello meraviglioso di ospitalità per 700 minori stranieri non accompagnati in un anno, riuscendo ad integrarli (anche se è una parola che odio) e facendoli diventare parte di questa città.
Andavano a scuola e conseguito la terza media. Facevano alcuni di loro anche dei tirocini nei negozi di lusso di via Libertà, e non nelle campagne a farsi sfruttare, ricordo della “gara tra i palermitani a chi potesse fargli da tutore”.
E dopo?
A 18 anni, ed un giorno, per colpa del decreto sicurezza di Salvini, si sono trovati per strada senza documenti e sono diventati, da quel momento, un problema.
Sono quindi le politiche a realizzare poi le profezie sbagliate, come è avvenuto proprio con il decreto sicurezza che ha creato il problema dove prima non c’era.
Non è difficile capire che regolarizzare le persone con i documenti, mette in sicurezza tutti, proprio tutti.
Permettere a centinaia di migliaia di persone senza documenti (e molti di loro li avevano) che non verranno mai espulse, la “regolarizzazione” non significa essere buoni, ma essere ragionevoli. Significa dare sicurezza a tutti e permettere di contribuire alla crescita culturale ed economica del nostro Paese.
Perché decidono di non farlo?
Chi sceglie di non farlo o è completamente stupido o totalmente in malafede.
E’ in malafede perché crea il disagio per poter dire di avere avuto ragione, continuando a “non governare” limitandosi sempre a dire: “la colpa non è mia, ma di quegli altri”.
di Antonio Melita e Francesco Militello Mirto – EmmeReports