Maxi blitz della Polizia di Stato con l’impiego di circa un centinaio di agenti della Squadra Mobile di Palermo che stamani hanno arrestato 11 persone a seguito dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo.
Nove uomini andranno in carcere, due saranno sottoposti agli arresti domiciliari.
L’accusa è associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione aggravata e trasferimento fraudolento di valori aggravato esercitata in vari campi di azione quali appalti, compravendite di terreni, scommesse ed estorsioni.
Salvatore Alfano era diventato il nuovo “padrino”, un ruolo riconosciuto, attraverso un bacio in bocca nel cuore del quartiere palermitano, anche dal boss più anziano, Settimo Mineo che incontrava spesso nella concessionaria in Piazza Principe di Camporeale.
Dalle indagini, dirette dal pool di magistrati coordinati dal Procuratore aggiunto Salvatore De Luca, è emersa una radiografia del mandamento mafioso della “Noce” e “l’allarmante quadro di una organizzazione mafiosa cittadina sempre “vitale” e pronta ad intessere rapporti illeciti pur di raggiungere il profitto economico“.
Il mandamento della “Noce”, tra l’altro, è stato sempre uno snodo strategico per gli interessi economici di Cosa Nostra e averne studiato le dinamiche è servito agli agenti per ragionare anche sulla capacità di riassetto dell’intera organizzazione mafiosa.
E’ stato accertato che esponenti del mandamento della “Noce” abbiano avuto contatti con omologhi di altre strutture mandamentali nel 2018; anno ritenuto “storico” in quanto per la prima volta dopo decenni, era tornata a riunirsi la commissione provinciale di Cosa Nostra.
Riorganizzazione della cupola mafiosa che fu bloccata nel dicembre 2018 dalla procura di Palermo con l’arresto, da parte dei Carabinieri, di 46 uomini tra cui Settimo Mineo, ritenuto l’erede di Totò Riina a Palermo.
di Redazione – EmmeReports