Lunedì pomeriggio una cinquantina di residenti della borgata marinara di Vergine Maria sono scesi in strada, per protestare contro il Comune di Palermo, che avrebbe intenzione di usare gli spazi confiscati alla mafia dell’ex fabbrica Edil Pomice, per ampliare il Cimitero dei Rotoli, nel tentativo di arginare l’emergenza sepolture.
“La borgata chiede a gran voce che gli spazi confiscati definitivamente alla mafia, grazie alle battaglie fatte dalle associazioni del luogo, vengano restituite alla gente per fini sociali”, ha dichiarato Giuseppe Aiello, segretario generale Filcams CGIL di Palermo.
Nell’area sotto sequestro, affidata al Comune di Palermo e temporaneamente utilizzata da un’altra azienda di edilizia, dovrebbero essere realizzati 200 loculi, portando il cimitero sempre più vicino alle case della borgata marinaresca, provocando una svalorizzazione degli immobili e del territorio. Com’è noto la borgata di Vergine Maria sorge tra la montagna e il mare, quindi non ha molti spazi da offrire alla fruibilità sociale e alle attività ludico ricreative per i bambini del posto. Mancano pure i parcheggi, non solo per i residenti, ma anche per coloro che la domenica si recano presso il cimitero comunale.
“Questa è un’aria che diventa un imbuto la domenica, un grande problema per chi vive questi luoghi e per chi deve andare a Mondello o in città”, ha spiegato Aiello. “Quando si chiude la Favorita per la pedonalizzazione, questo territorio soffre maledettamente. La gente è arrabbiata, dice basta con il cimitero, perché abbiamo dato abbondantemente. Non possono essere 200 loculi la soluzione. Palermo è una metropoli e ha bisogno di un’area cimiteriale ancora più grande, ma non può essere ancora la borgata di Vergine Maria a darla”.
In una nota congiunta, il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario generale Filcams Cgil Palermo Giuseppe Aiello, hanno dichiarato che “quella del quartiere, che chiede di aver restituita alla vivibilità urbana l’area dell’ex Edil Pomice liberata dalla mafia, è un’aspettativa legittima. Così come è legittimo che il Comune cerchi una soluzione per risolvere l’emergenza cimiteri a Palermo”. Gli abitanti di Vergine Maria chiedono una valorizzazione del bene confiscato alla mafia, mettendolo a disposizione del quartiere ma, soprattutto, che l’emergenza sepolture non venga scaricata sulla comunità.
“Questa zona, tra le più belle di Palermo, da tempo subisce gli effetti di una mancata programmazione, che ha penalizzato l’antico borgo di pescatori”, hanno aggiunto Mario Ridulfo e Giuseppe Aiello. “I cittadini sono impegnati in un processo di riconversione dei luoghi e di riqualificazione turistica, una scelta di progresso che sosteniamo. Soffocare ulteriormente la borgata, già stretta tra mare, montagna e cimitero, privandola di uno spazio a uso sociale, non è la soluzione più adatta”.
I residenti di Vergine Maria, così come tutte le persone che abitano i quartieri di Palermo, desiderano essere ascoltati da chi amministra la città. Un confronto, un dialogo per affrontare insieme alla politica, le reali esigenze del popolo, spesso dimenticato quando è ormai lontano dalle urne elettorali.
“Quando i quartieri hanno qualcosa da dire, bisogna sempre ascoltarli e tenere in altissima considerazione quello che pensano”, ha affermato Mariangela Di Gangi, Consigliera Comunale e Componente Bilancio del Comune di Palermo. “Credo che l’utilizzo di questo spazio non sia neppure risolutivo, per cui è chiaro che bisogna fare in modo che l’amministrazione riconsideri questa posizione e che questo problema del cimitero trovi una soluzione veloce e definitiva”.
La Di Gangi ha spiegato che l’intenzione dell’assessore Totò Cordaro è quella di recuperare varie aree, non per farli diventare necessariamente dei loculi, ma per altri servizi, liberando spazio all’interno dell’attuale area cimiteriale.
“Bisogna discutere con la città, oppure se ti muovi a spizzichi e bocconi, la gente non capisce e soprattutto rischi di perderti i pezzi di esigenza di quartieri, come quello che accade qua”, ha aggiunto la Consigliera Comunale. “La politica si è allontanata troppo dalle persone. Non è una cartografia su una scrivania, in cui bisogna guadagnare pezzettini, è vita di persone. La gente ha voglia di prendersi cura dei propri territori e un’amministrazione che vuole amministrare bene, ne fa tesoro, perché avercene di comunità che vogliono utilizzare gli spazi e che si interessano di quello che accade”.
Che i palermitani non trovino pace e serenità è un fatto ormai consolidato. Sia quelli che abitano sopra, sia quelli che aspettano di finire sotto terra, cercano un riscatto sociale e una rigenerazione dei territori in cui vivono e muoiono. Sentir parlare ancora del cosiddetto “Sacco di Palermo” e di mafia, oggi nel ventunesimo secolo, fa impressione. Sembra che questo bellissimo territorio non riesca a eliminare definitivamente la sgradevole e nauseabonda puzza di cadavere. Una caratteristica spesso ricordata dai tanti che passano da questa città, spesso inconsapevoli, però, della forza, del coraggio e del desiderio di rigenerazione della maggior parte dei palermitani onesti.
Di Francesco Militello Mirto e Victoria Herranz – EmmeReports