Dopo l’operazione allo Sperone che ha fermato una piazza di spaccio da 500 cessioni giornaliere a conduzione familiare, i Carabinieri hanno arrestato all’alba di oggi nove persone appartenenti alla mafia di Palermo Centro, che avrebbe avuto la giurisdizione criminale nei quartieri del Capo, Ballarò, Kalsa e Vucciria. Inquadrati nel mandamento palermitano di Porta Nuova, gli indagati si sarebbero riuniti all’interno di una sala da barba gestita da uno di loro.
Gli arrestati sono accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione consumata e tentata, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività mafiosa e di essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, di associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti per conto e nell’interesse del sodalizio mafioso.
Secondo quanto emerso dal quadro indiziario raccolto, gli indagati avrebbero compiuto numerose estorsioni a tappeto sul territorio, al fine di alimentare le casse dell’associazione mafiosa. Per ridurre i rischi di denunce da parte dei commercianti, avrebbero realizzato, sistematicamente, l’imposizione di una lotteria abusiva, la cosiddetta riffa, obbligando all’acquisto dei biglietti i commercianti della zona e minacciandoli nel caso in cui questi non avessero aderito alla richiesta.
I capi della famiglia mafiosa avrebbero avuto le mani dentro lo storico mercato di Ballarò, gestendo le attività lecite ed illecite del territorio, tra cui il contrabbando di sigarette. Spettava a loro autorizzare o meno l’apertura e la cessione degli esercizi commerciali ricadenti nella loro giurisdizione criminale, compresi il funzionamento dei mercati rionali e avallando o negando l’installazione di un ombrellone per vendere la merce.
Gli arrestati avrebbero gestito il traffico di sostanze stupefacenti per ottenere profitti da destinare al sostentamento degli affiliati detenuti. Le investigazioni avrebbero confermato l’esistenza di una rigida regia di mafia delle piazze di spaccio, nell’ambito delle quali opererebbero solo pusher preventivamente autorizzati dal sodalizio, i quali farebbero riferimento ai capi piazza. Questi ultimi si occuperebbero di garantire il rispetto delle regole imposte dai vertici mafiosi, tra di esse, in primo luogo, quella che impone che la droga commercializzata provenga dalle forniture gestite dagli stessi.
Di Redazione – EmmeReports