Spesso la nostra attenzione si concentra su tutto ciò che luccica, su ciò che è maestoso e rumoroso, senza accorgerci della bellezza che sta nelle piccole cose. Spesso le conosciamo e le ignoriamo, perché non abbiamo tempo, la vita corre veloce e dobbiamo pensare a sopravvivere. Questo nostro atteggiamento però, ci impedisce di conoscere delle realtà sociali, come Danisinni o Campofiorito, considerate da chi le vive, dei posti magici, dove qualcosa funziona, grazie al contributo dei singoli abitanti. Campofiorito è un Comune in provincia di Palermo, con circa mille abitanti. Un piccolo borgo pianeggiante, dove tutti si conoscono, ti salutano quando passi e ti offrono da bere. La particolarità di questo luogo è la sua vocazione all’accessibilità per tutti e all’inclusione, un aspetto fondamentale, ma non scontato, che a Palermo, nemmeno tra cento anni potrà essere realizzato.
A luglio è partita la prima rassegna dell’inclusione a Campofiorito, attraverso un progetto di comunità e partecipazione, ma, soprattutto, inaugurando spazi e servizi accessibili a tutti. Nella rassegna giochi, sport, musica e spettacolo, percorsi multisensoriali, screening e degustazioni aperte a tutti. La prima tappa della rassegna si è svolta dal 1 al 10 luglio, mentre la seconda, La Lunga Notte di Cuegghié è iniziata alle 19 del 9 agosto, con il triangolare di calcetto e di pallavolo, che ha visto in campo ragazze e ragazzi, tra cui piccoli e talentuosi calciatori.
Intorno alle 21, invece, i giovani e non solo, si sono radunati nella piazza principale del paese, per mostrare alla cittadinanza, con il sindaco Giuseppe Oddo e l’ingegnere Francesco Quartana in testa, il nuovo volto inclusivo del Comune di Campofiorito.
Dopo la OpenMic Jam session, “da Zero a K”, dei Fora Tempu a cui hanno partecipato i beniamini del pubblico di Campofiorito insieme al medico del paese, i ragazzi e le ragazze hanno ballato in strada al ritmo degli anni ’70, ’80 e ’90, destando l’attenzione e la curiosità dei cittadini, ma anche quella dei turisti arrivati dai territori limitrofi. Mentre le note musicali, le luci e i colori allietavano la notte del piccolo paese, la cui altitudine è di 660 metri sul mare, i campofiorisani si sono cimentati nell’Itinerario di Cuegghié, un percorso che simula la vita di chi ha delle esigenze speciali, che prevede il museo tattile, i quadri viventi parlanti, l’angolo d’arte, il bar al buio e degustazioni inclusive e lo spazio ludico dove è possibile mettersi in gioco.
Il prossimo step della Rassegna dell’Inclusione di Campofiorito, sarà a settembre, con l’inaugurazione della piscina del CASMDA e l’avvio del percorso di prevenzione per bimbi da 0 a 6 anni, all’interno dell’asilo nido comunale. Fondamentale per la riuscita della manifestazione, il contributo delle associazioni Nuova… mente (oltre il pregiudizio), Attori Locali e la Pro Loco di Campofiorito.
“La rassegna inclusiva parte da un indirizzo politico che ci siamo dati a inizio del 2022, che va verso la costruzione di un modello di inclusione e che vede come protagonisti, non solo la parte politica, ma anche il vario associazionismo e, soprattutto, i cittadini, affinché ognuno faccia la propria parte”, ha spiegato Giuseppe Oddo, il Sindaco di Campofiorito. “Uno degli obiettivi che ci siamo posti è la piscina comunale, che abbiamo già realizzato e che aprirà i battenti a settembre. Il nostro progetto di inclusione prevede anche l’apertura di un asilo nido, dove sarà possibile fare anche prevenzione. Piscina comunale, palestra e scuola saranno del tutto accessibili, grazie ad un decennio di programmazione, che ci ha portato a progettare e realizzare tutto quello che poteva essere utile all’inclusione delle persone speciali. Campofiorito ha un territorio abbastanza pianeggiante e abbiamo già abbattuto tutte le barriere architettoniche, non soltanto negli impianti sportivi, ma anche nelle scuole e negli uffici pubblici. Abbiamo l’ambizione di diventare un comune attrattivo, non soltanto per i paesi vicini, ma anche per tutti quelli delle aree interne, perché saremo in grado di dare tanti servizi, creando sinergie con altre realtà che non hanno le nostre stesse possibilità”.
Uno degli artefici del nuovo volto di Campofiorito è Francesco Quartana, da più di venti anni ingegnere dell’ufficio tecnico del Comune. “Da circa dieci anni abbiamo intrapreso un percorso di riqualificazione degli immobili pubblici, che ha puntato verso l’accessibilità e l’inclusione”, ha dichiarato Quartana. “Un lavoro che ci è costato tanto tempo, ma anche una diversa impostazione delle fasi progettuali. Abbiamo dovuto modificare, sia lo stato dei luoghi, che alcune finalità dei progetti stessi che, magari, erano già stati implementati precedentemente, quindi abbiamo dovuto modificarli seguendo sempre un unico filo conduttore, quello che negli immobili pubblici si entra tutti dalla porta principale”.
“Abbiamo lavorato sempre con il desiderio di intraprendere un percorso e arrivare ad un obiettivo fondamentale, quello di rendere Campofiorito un piccolo borgo accessibile e inclusivo”, ha continuato il responsabile dell’ufficio tecnico. “La mia personale esperienza familiare mi ha fatto scoprire che bisogna viverla a cuore aperto, come per i ragazzi che hanno esigenze speciali che, spesso, hanno un punto di vista diverso dal nostro, che parte dal basso”.
Francesco Quartana ha affermato che per i ragazzi speciali, le barriere architettoniche, quelle fisiche, sono forse quelle che fanno meno paura, perché ormai, in linea di massima, i comuni sono obbligati a costruire gli immobili rispettando le normative in vigore. “La barriera che mi preoccupa maggiormente è quella culturale, del prendersi cura, dell’accettare e di condividere i tuoi momenti con l’altro”, ha concluso l’ingegnere.
Il Grest (Gruppo Estivo) di Campofiorito è stato pensato in maniera inclusiva grazie ad una bellissima sinergia nata tra il Comune e il parroco Padre Carmelo Colletti. L’iniziativa coinvolge anche Antonio Di Lisi, pedagogista ludico, formatore e ideatore di dinamiche ispirate alla meccanica del gioco da tavolo, ma strutturate su teorie delle Scienze Umane che educatori, pedagogisti, psicologi, assistenti sociali e docenti utilizzano quotidianamente, in modo da facilitare il lavoro psicoeducativo e renderlo più efficiente per il destinatario.
“Sono stato coinvolto per le attività di formazione di queste ragazze e ragazzi che coordineranno e guideranno le attività estive per i bambini nell’ottica del Gruppo Estivo di Campofiorito o Grest, che è una tipologia di esperienza rivolta ai più piccoli”, ha detto Antonio. “Formare gli animatori vuol dire provare a trasmettere le competenze di base per prendere in carico i bambini e far vivere loro delle esperienze educative all’interno di una cornice ben delineata”.
Come ha illustrato Antonio, un animatore deve avere uno stile educativo in grado di accogliere i bambini, ma deve anche sapersi rapportare con gli altri membri del gruppo e con le famiglie. Insomma, deve essere capace di ascoltare i loro bisogni avendo molta creatività per poter strutturare tutte le varie esperienze del Grest, come il ballo, i giochi e le attività di laboratorio. E dato che il Grest è un qualcosa che si svolge in una cornice religiosa e spirituale, ci sono anche dei piccoli momenti, molto leggeri, di riflessione.
“Il gioco fa parte integrante della esperienza di vita giornaliera di ognuno di noi”, ha concluso Antonio. “Poi crescendo lo si mette da parte, perché ‘bisogna fare le cose serie’, dimenticando il fatto che invece il gioco è una delle attività più serie che si fa nella vita di ognuno di noi! Il gioco è un’esperienza che permette di essere sé stessi. Oggi la società ci vuole prestanti da ogni punto di vista ed è necessario abbassare il livello dell’ansia della prestazione”. E a Campofiorito giocano tutti, senza esclusione.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports