Svegliarsi la mattina e respirare l’odore del mare, fare lunghe passeggiate per le vie di Sferracavallo, vedere le barche dei pescatori lasciare il porticciolo, sono stati probabilmente caratteristiche “essenziali” che hanno ispirato la vena artistica di Aurora Padalino, giovane attrice e autrice palermitana che ha esordito, in veste di scrittrice, pubblicando il suo primo libro, “L’essenziale”, edito da Giulio Perrone Editore, una raccolta autobiografica di poesie, liriche ed aforismi.
“È stato un regalo che l’universo mi ha voluto fare, un’elaborazione di un dolore, la trasformazione e la conoscenza di me stessa, attraverso la scrittura di poesie, conservate in un cassetto e che, un giorno, mi è venuta la felice idea di tirarle fuori, visto che avevo già metabolizzato il voler condividere la mia raccolta dell’essenziale. É stato un invito a espormi, un percorso che finalmente ha trovato il suo spazio” ha affermato Aurora Padalino che, come ha spiegato a EmmeReports, i lettori troveranno tra le pagine del suo libro, “Una parte della vecchia me, della vecchia Aurora, che si prepara per diventare una meravigliosa giovane donna”.
In un’epoca di social network, di nevrosi collettiva e isolamenti, la poesia non è anacronistica? Lo abbiamo chiesto all’autrice de “L’Essenziale”. “Credo che la poesia funzioni anche oggi” ha continuato la Padalino. “Ritengo che sia anche uno strumento importante e necessario, per quello che può essere anche una conoscenza di sé stessi. La poesia è una cosa molto personale, molto intima che il poeta decide di leggere al pubblico”.
Aurora non si definisce una poetessa, ma una donna poliedrica che riesce a diventare ciò che il suo pubblico vuole. “Amo definirmi semplicemente un’artista, perché sono in grado di poter essere tante cose, senza mettermi dei filtri davanti, ma in grado di spaziare, per essere quello che desidero in quel momento o quello che è utile in quel momento” ha detto l’autrice siciliana.
Durante l’emergenza pandemica, Aurora Padalino ha testimoniato la solitudine degli artisti, lasciati soli dalle Istituzioni durante il lockdown. “Il ricordo è importante e niente si cancella, tutto resta scritto e dobbiamo fare tesoro di quello che è stato un richiamo universale, perché comunque ci ha messo davanti a delle priorità e a delle necessità” ha affermato l’attrice di Sferracavallo. “La terra ci invitato a prenderci cura di quello che abbiamo, quel qualcosa che abbiamo sempre dato per scontato e dunque tralasciato. Il periodo pandemico è stato un modo per farti vedere tutto questo. Poi sta a noi ricordarsene, prendersene cura, non dimenticare e far sì che tutto cambi, attraverso la nostra responsabilità e la nostra presa di posizione”.
Nel suo libro, Aurora Padalino parla alle donne, delle loro battaglie per l’emancipazione e di quanto si più difficile farsi valere in ambito professionale. “Durante la mia carriera artistica ho lavorato anche con altre colleghe donne e mi sono resa conto del forte spirito di competizione che c’è tra noi, forse dovuto alle poche opportunità di lavoro e ai pochi ruoli a disposizione. Io sono dell’idea che non dobbiamo farci la guerra, ma creare sinergie professionali”, ha spiegato Aurora. “Ho iniziato col teatro per bambini, grazie alla collaborazione con donne che si occupano di loro. I bambini sono il futuro e io mi sento una privilegiata per aver lavorato con loro, anche perché non mi sono scontrata con una realtà invece più cruda e molto più arrogante e molto più competitiva di quella degli adulti. Mi è capitata questa grande fortuna di poter analizzare la condizione artistica della figura protagonista maschile e di quella femminile. Credo però che questa situazione pian piano si stia sgretolando, perché noi donne abbiamo capito che dobbiamo darci da fare e cercare di creare nuovi canali, nuove sinergie, dobbiamo liquidarci di quel passato tossico che ci ha messo prepotentemente in competizione fra noi e fatta emergere una bellezza un po’ più superficiale piuttosto che più profonda e spirituale” ha aggiunto la Padalino. “Liberarci del passato tossico non significa andare indietro, ma lavorare per visualizzare il presente e, dunque, il futuro”.
Nel suo futuro, l’artista palermitana, spera di essere un collante che offra la possibilità ad altre donne, soprattutto alle giovanissime, di unirsi, di creare. Vuole essere riconosciuta come colei che ha cercato di dare la possibilità di una riflessione profonda della figura femminile. “Voglio essere vista come la regista della mia vita, come qualcuna che sta ad aspettare, ma che scriva quello che vuole dire e trasmettere” ha concluso la Padalino.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports