Il murale, realizzato in piazza degli Aragonesi e di fronte la Caserma Carini del Comando Provinciale dei Carabinieri di Palermo, è un racconto che parte da Andrea Camilleri e termina da Leonardo Sciascia, passando per i volti rassicuranti di chi ha combattuto la Mafia, come Carlo Alberto dalla Chiesa, Emanuela Setti Carraro, Giuseppe Russo, Mario D’Aleo, Boris Giuliano, Giuseppe Bommarito, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino, Pietro Morici, Rocco Chinnici, Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro, Giuseppe Russo, Filippo Costa, Emanuela Loi, Claudio Traina, Walter Eddie Cosima, Agostino Catalano e Vincenzo Li Muli. Il Muro della Legalità è stato consegnato alla cittadinanza, dai maestri dell’Associazione “Calapanama”, l’evento patrocinato dall’associazione A.N.M., il cui presidente è Clelia Maltese dalla I Circoscrizione, che ne ha seguito gli adempimenti, attraverso il già vice-presidente Antonio Nicolao.
“Per noi è motivo di soddisfazione, avere fuori la caserma, il murale che rappresenta e raffigura le vittime delle stragi di 30 e 40 anni fa, perché questo è l’anno degli anniversari della morte di Falcone e Borsellino, ma anche di Carlo Alberto Dalla Chiesa e Pio La Torre, che rappresentano i nostri eroi, perché erano degli uomini normali che hanno fatto soltanto il proprio dovere per cercare di sconfiggere Cosa Nostra” ha dichiarato il Generale di Brigata Giuseppe De Liso, comandante dei Carabinieri di Palermo.
“Le immagini del murale realizzato sui muri di un quartiere popolare del centro di Palermo, sono importanti, perché rappresentano donne e uomini che hanno dato la loro vita per la libertà, per la giustizia e per la democrazia, non solo di Palermo, ma anche di tutta l’Italia, di tutto il nostro Paese” ha spiegato il Questore di Palermo, Leopoldo Laricchia. “Sono ugualmente importanti, per il fatto di aver trasformato un muro, che poteva diventare oggetto di trattamenti di ogni tipo, oppure sostegno di mucchi di spazzatura, in un in una carrellata di opere d’arte. È importante che anche l’arte sia nelle strade, perché l’arte è bellezza e può servire all’uomo ad elevarsi, invece di soccombere a pulsioni individualistiche”.
“Intanto, banalmente, uno straordinario elemento di decoro urbano che, però, assume il valore e la valenza di un messaggio di legalità, di un monito a chi si troverà a percorrere questa strada e non solo, di omaggio a tanti servitori dello Stato e a tante vittime incolpevoli della violenza mafiosa, quindi un grande plauso e un grande apprezzamento ai diciotto autori di questi dipinti, di questi murales e all’associazione che ha ideato promosso e coordinato l’iniziativa” ha dichiarato il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla. “A una settimana dal 19 luglio, ma il tutto anche a ridosso del Festino di Santa Rosalia, che canta contro la peste e una delle grandi pesti di questo territorio è proprio la Mafia”.
Marina Turco è Caporedattrice del TGS, un volto ormai noto ai palermitani e, soprattutto, una giornalista che da trentadue anni racconta la cronaca del capoluogo siciliano.
“Mi ha fatto piacere presentare questa manifestazione perché, avendo da giornalista vissuto la stagione delle stragi, avendola raccontata per trentadue anni di seguito, è chiaro che la sorpresa, il piacere e l’emozione di essere stata qui, non ha precedenti” ha detto a EmmeReports, la Caporedattrice del TGS.
“Il significato di questa giornata è quello di uno spontaneismo probabilmente nuovo per questa città, nel senso che l’iniziativa di realizzare questo lungo murale accanto alla Caserma Carini, è frutto dell’iniziativa di un’associazione, quindi spinta dal basso, verso la riconquista di territori, attraverso i quali raccontare anche la memoria di questa città, che è anche una memoria di sangue e, questo pomeriggio, abbiamo messo insieme tutte le più alte cariche della magistratura, due associazioni, i ragazzi del Conservatorio, la gente del quartiere e il sindaco. Una novità per la città!” ha continuato Marina Turco.
“C’è un cambiamento lento ma, rispetto al quale, è difficile tornare indietro, perché comunque la presa di coscienza dei palermitani onesti, che sono sempre di più e sono sempre in crescita, va tenuta in considerazione. I palermitani sono in grado ancora di dire delle cose importanti come oggi” ha aggiunto la giornalista del TGS. “Questo posto diventerà senz’altro un toponimo della città anche per i turisti”.
Tra i volti raffigurati nel murale, c’è anche quello di Letizia Battaglia che, insieme a Gigi Petyx, Franco Zecchin e altri fotogiornalisti, hanno raccontato, con le loro fotografie, i fatti di cronaca della Palermo in bianco e nero, regalando alla storia, la memoria, il sacrificio e le mille difficoltà, dovute anche all’abbandono da parte della politica, di chi cercava di contrastare il malaffare.
“Il nostro è un mestiere di responsabilità, abbiamo il dovere di raccontare e, per farlo, siamo sostenuti dalla Costituzione Italiana” ha spiegato Marina Turco. “Abbiamo grandi tutele nell’esercitare la nostra professione, ma siamo pur sempre cittadini e abbiamo anche la responsabilità di raccontare con chiarezza, con onestà e con veridicità, tutto quello che vediamo”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports