La DIA di Bologna, con provvedimento emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del locale Tribunale, presieduto dal dott. Francesco Caruso, su proposta del Procuratore della Repubblica, dott. Giuseppe Amato, coadiuvato dalla dott.ssa Beatrice Ronchi della DDA, ha sequestrato beni mobili ed immobili, per un valore di oltre 10 milioni di euro, a Francesco Falbo, classe ‘65, originario di Cutro (KR).
Falbo, pregiudicato in altre vicende giudiziarie, è emerso nell’indagine “Aemilia” quale collegamento tra l’organizzazione mafiosa operante nel contesto emiliano e l’imprenditoria locale, poiché entrato consapevolmente in rapporto con la ‘ndrangheta per trarne vantaggio.
Nello specifico, è risultato coinvolto nel cosiddetto “affare sorbolo”, imponente operazione di lottizzazione immobiliare con la quale veniva reimpiegato denaro della cosca “Grande Aracri” di Cutro, per cui sono stati già condannati diversi esponenti del sodalizio ‘ndranghetistico emiliano: Giuseppe Giglio, Giuseppe Pallone, Salvatore Cappa, Romolo Villirillo e Donato Agostino Clausi.
Falbo, ideatore dell’operazione immobiliare e proprietario dei terreni trasformati in “edificabili” è stato rinviato a giudizio e dovrà essere giudicato per reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa.
La DIA bolognese ha dimostrato con l’operazione di oggi la sproporzione tra i redditi dichiarati dal Falbo e i beni nella sua disponibilità qualificandolo inoltre come “soggetto indiziato di appartenere alla associazione ‘ndranghetista operante in Emila Romagna, quantomeno a partire dal 2003”.
Sequestrati 23 immobili (tra fabbricati e terreni, in Emilia Romagna, Lombardia e Calabria), 6 società di capitali, 6 autoveicoli oltre a diversi rapporti bancari.
Di Redazione – EmmeReports