Il Pattugliatore d’Altura Vega della Difesa Italiana, arrivato nella mattina di oggi nelle acque antistanti il porto di Gabes, è stato autorizzato dalle autorità tunisine, all’avvicinamento al punto dove è affondata la petroliera Xelo, battente bandiera della Guinea Equatoriale e con un carico di 750 tonnellate di carburante. L’unità della Marina Militare si è ormeggiata alla fonda nei pressi del punto, al fine di poter fornire assistenza alle operazioni condotte da parte delle autorità tunisine, per la messa in sicurezza della zona interessata. A seguito di una riunione tra i rappresentanti della Marina Militare e la delegazione tunisina responsabile delle operazioni, Nave Vega ha approntato il Team del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) imbarcato per la specifica missione, al fine di procedere ad ispezionare il relitto tramite l’impiego dei mezzi a pilotaggio remoto in dotazione, in modo da fornire alle autorità tunisine elementi utili a valutare la situazione in atto e definire le necessarie azioni da attuare.
Venerdì sera la Xelo, petroliera di 58 metri battente bandiera della Guinea Equatoriale, proveniente dall’Egitto e diretta a Malta, ha chiesto di poter entrare nelle acque territoriali tunisine, per trovare riparo dal mare in tempesta. A circa 7 chilometri dalla costa, ha iniziato a imbarcare acqua ed è naufragata e affondata nel Golfo di Gabes, unitamente al carico di 750 tonnellate di gasolio. I sette uomini dell’equipaggio, sono stati evacuati e portati in salvo.
In seguito al naufragio, la Tunisia ha chiesto il supporto dell’Italia, il cui Ministero della Difesa ha immediatamente posto in stato di allerta i mezzi aeronavali della Marina Militare, insieme ai pattugliatori Vega e Orione, navi equipaggiate con panne antinquinamento, Discoil, liquido disperdente e che, con il supporto degli elicotteri, sono in grado di mettere in atto le procedure per l’eventuale contenimento e la rimozione degli agenti inquinanti oleosi, evitando che gli stessi giungano a contatto con la costa e minimizzando l’ impatto sull’ecosistema marino,
A bordo del pattugliatore Vega, in navigazione verso la propria area di assegnazione, in quanto già impiegata per svolgere una missione di vigilanza marittima e vigilanza pesca nelle acque a sud della Sicilia, opera un team operativo subacquei del Comsubin, dotato di drone subacqueo e di capacità di verifica dello stato del relitto della petroliera, al momento adagiata su un fondale di 15 metri e a circa 3 miglia nautiche dalla costa tunisina. Il pattugliatore Orione è stato posto in stato di allerta unitamente a un velivolo da pattugliamento marittimo P-72 del 41° Stormo di Sigonella, in grado di monitorare l’area e individuare eventuali sversamenti di idrocarburi con sensori elettronici e all’infrarosso.
La situazione è stata costantemente monitorata dal Comando Operativo di Vertice Interforze. In attesa di un miglioramento delle condizioni meteorologiche e marittime, il perimetro dell’area del naufragio della petroliera, è stato delimitato a scopo precauzionale con barriere antinquinamento.
La lotta all’inquinamento marino, che si basa su due tipi di emergenza, una locale, l’altra nazionale, si affronta attraverso diversi piani operativi, che si applicano a seconda del tipo e dell’entità dell’inquinamento. In questo campo, importantissimo per garantire la salute del Mare Nostrum, tutte le navi della Marina Militare contribuiscono al monitoraggio ambientale, per sorvegliare e prevenire attività illecite o inquinamento in mare. In caso di sversamento, infatti, la presenza di una nave militare nella zona è molto importante per lanciare l’allarme, riportare informazioni preziose sullo sversamento, raccogliere elementi di prova e, in alcuni casi, intervenire tempestivamente. Tutte le navi della Marina, difatti, hanno un team e materiali (antincendio e antifalla) che, in caso di necessità, possono essere trasferiti sulla nave che, a causa di un sinistro, sta generando uno sversamento di sostanze inquinanti. Una volta a bordo il team può aiutare l’equipaggio per intercettare la perdita, tamponare la falla o salvare la nave e il carico.
La Marina Militare ha sei navi dotate di sistemi specifici per le attività antinquinamento. È la classe Costellazioni, 4 pattugliatori della prima serie (Cassiopea, Libra, Spica, Vega), realizzati sulla base della Legge sulla difesa del mare e 2 pattugliatori della seconda serie (Sirio e Orione). Le 6 navi sono organicamente assegnate alla Prima Squadriglia Pattugliatori e sono destinate nella base di Augusta (Sirio), Messina (Cassiopea, Libra, Spica e Vega) e Cagliari (Orione). Tutte le navi, inoltre possono imbarcare un elicottero, fondamentale nelle operazioni sul mare.
Di Redazione – EmmeReports