Il Teatro Massimo è il simbolo di Palermo, della sua cultura, il punto di riferimento preferito dei cittadini e dei turisti che giungono in città per ammirare il più grande edificio teatrale lirico d’Italia e uno dei più grandi d’Europa.
E proprio sulle sue scalinate, si è svolta la manifestazione dei lavoratori dello spettacolo dei teatri palermitani, organizzata dalla Slc Cgil Palermo, dalla Fistel Cisl Sicilia, dalla Uilcom-Uil Palermo della Fials-Cisal Palermo, per denunciare i tagli in bilancio da parte dell’amministrazione comunale, subiti dai Teatri Biondo e Massimo, che non hanno ricevuto i contributi del 2021 e, probabilmente non prenderanno neanche quelli del 2022.
“Siamo molto preoccupati, perché il problema non è assottigliare il cartellone, anzi, quello ci farebbe quasi comodo, perché quest’anno abbiamo avuto anche un eccesso di proposte, perché dovevamo recuperare le produzioni che non erano andate in scena nel lockdown” ha spiegato Pamela Villoresi, Direttrice del Teatro Biondo. “Il problema sono le giornate lavorative, noi avevamo i numeri del nazionale ed eravamo ottimisti, ma non abbiamo potuto gareggiare per i conti in rosso, per il mancato contributo comunale. Questo vuol dire una ricaduta, una differenza di disponibilità economica, che si trasforma in migliaia di giornate lavorative che, per le categorie dello spettacolo del territorio, in ginocchio dopo una pandemia, è una catastrofe”.
“Poi si è sentito dire ‘chi vuole la cultura se la paghi’, ma allora la scuola, la sanità, cioè la differenza fra una società civile e democratica e una società allo sbando, è che appunto le amministrazioni e il governo garantiscono dei servizi fondamentali necessari e la cultura lo è” ha continuato la Villoresi. “I nostri dipendenti stanno continuando a garantire lo svolgimento del teatro, senza stipendio”.
“Diciamo No ai tagli alla cultura, a quelli che sono venuti nei confronti dei due teatri istituzionali più importanti della città, come il Teatro Massimo e il Teatro Biondo, a cui il Comune di Palermo, purtroppo, per motivi di bilancio, non ha potuto versare la quota associativa” ha dichiarato Consuelo Lupo, responsabile arte e mestieri, SLC CGIL Palermo. “Poi ci siamo anche noi, quegli attori e quella produzione culturale diffusa, che vive e opera in questa città dove, in questi ultimi anni, soprattutto con la pandemia e con le gravi difficoltà del bilancio comunale, ha visto completamente mancare quelle risorse necessarie per poter dare lavoro e supporto economico, sia agli gli attori, ma anche ai musicisti, ai danzatori e a chiunque vive al di fuori non solo nei luoghi istituzionali, ma che lavora e opera in questa città, nelle periferie, nei piccoli teatri. É mancato assolutamente un supporto necessario, sia da parte del Comune, ma anche dalla Regione, che ha stanziato una parte di questi soldi e aiutato tantissimo i teatri, ma è ancora assente nei confronti dei lavoratori dello spettacolo”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports