Fa questo mestiere da più di venticinque anni, Igor Petyx, iniziando giovanissimo a muovere i primi passi nel mondo della fotografia, insieme al papà Gigi, che gli ha messo in mano la prima macchina fotografica, una manciata di rullini e lo ha mandato per le strade di Palermo a fare foto. E in quelle strade, il nostro collega, oggi non più giovanissimo, come chi scrive del resto, è rimasto, con la sua immancabile borsa e le sue macchine fotografiche, a documentare la vita, la morte, le gioie e i dolori della nostra amata e odiata città.
Igor Petyx ha una gran passione per gli obiettivi grandangolari e, spesso e volentieri, te lo trovi sempre “davanti e “in mezzo” tra te e il soggetto da fotografare. Alcuni direbbero che è un “esibizionista”. Ma chi lo conosce bene, sa che non è così. Lui deve essere “dentro” la notizia, quindi il più vicino possibile ai soggetti che immortala con la sua Canon.
Le sue letture preferite sono i “manuali” di fotografia. Leggenda (o forse no) narra che sappia “recitare” a memoria i libretti d’istruzione delle reflex degli ultimi dieci anni, quasi come Roberto Benigni con la Divina Commedia!
Petyx ha documentato Palermo negli ultimi venticinque anni e le sue foto sono state pubblicate sui più importanti giornali nazionali e stranieri. Uno degli ultimi lavori, quello sulla pandemia, è stata anche il soggetto di una mostra perenne presso l’Hub Vaccini della Fiera del Mediterraneo.
“Non ho un’idea di quello che fotograferò nel prossimo futuro, ma spero con tutto il cuore, di documentare il ritorno alla normalità, di vedere le persone senza mascherine, abbracciate e libere, finalmente, da questo incubo del virus e senza bisogno di sperare!” ci aveva detto Petyx all’inaugurazione della sua mostra “Dall’incubo alla speranza – La pandemia in 100 scatti”, per la quale è stato premiato dal sindaco Leoluca Orlando, con la Tessera del Mosaico di Palermo.
Il foto-giornalista siciliano ha documentato negli ultimi dieci anni gli sbarchi di migranti a Palermo, compreso l’ultimo, quello della ONG Geo Barents, di Medici Senza Frontiere, realizzando foto anche per EmmeReports. “Documento gli sbarchi dei migranti da anni, sin dai primi arrivi a Lampedusa, cercando sempre di narrare con le immagini, la forza di chi arriva e la felicità negli occhi di chi finalmente sbarca” aveva dichiarato Petyx dopo quell’esperienza.
E proprio alcuni scatti del foto-giornalista di Repubblica e ANSA, dell’arrivo dei migranti a Palermo, saranno esposti in una nuova mostra collettiva, presso il locale multietnico Moltivolti che, dopo l’incendio che nei mesi scorsi ne ha devastato la struttura, domenica 3 aprile riaprirà al pubblico, grazie al “miracolo” delle Istituzioni palermitane.
La mostra fotografica “Ventivolti”, vedrà esposti gli scatti di quattro autori che hanno voluto fare un loro omaggio alla struttura. Oltre il già citato Igor Petyx, anche le immagini realizzate da Giovanni Franco, Salvo Gravano e Marcello Troisi.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports