Il Premier Giuseppe Conte ha convocato un vertice, con all’ordine del giorno le funzioni degli assistenti civici, alla presenza di Francesco Boccia (Ministero per gli affari regionali e le autonomie) e delle ministre Luciana Lamorgese (Ministero degli Interni) e Nunzia Catalfo (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali).
Il bando annunciato dal ministro Boccia per reclutare 60mila volontari era diventato il caso della giornata sollevando critiche bipartisan.
Il ministro in quota Partito Democratico con l’appoggio del presidente dell’Associazione Comuni (Anci) Antonio Decaro, aveva pensato ai volontari per “far rispettare” il distanziamento sociale, l’uso delle mascherine e il divieto di assembramento in quei comuni in difficoltà.
Il tutto, a quanto pare, senza l’autorizzazione del Governo. Da qui il vertice del Premier Conte con i ministri interessati e il parziale dietro-front sulle competenze delle “guardie civiche”.
“I Ministri interessati al progetto proseguiranno nelle prossime ore nel mettere a punto i dettagli di questa iniziativa, che mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta di Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato”. Ma i volontari “non saranno incaricati di pubblico servizio” e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia” riportano alcune fonti di Palazzo Chigi.
“Chi pensa alle ronde o a giustizieri improvvisati non conosce le cose bellissime che i volontari hanno fatto in questi mesi. E comunque noi sindaci siamo in prima linea da tre mesi, ce la mettiamo tutta, siamo stremati dalla gestione dell’emergenza e non vorremmo ora combattere le insidie della polemica politica. Ci piacerebbero meno dibattiti e più aiuti concreti. Non possiamo essere lasciati ancora una volta da soli” ha affermato il presidente ANCI Antonio Decaro al termine del vertice.
“E’ una sconfitta dal punto di vista sociale il fatto di mandare qualcuno a spiegare di indossare la mascherina. Vuol dire che c’è un problema culturale. Non abbiamo a che fare con dei delinquenti, ma con dei ragazzi che sono per bene. A questo punto c’è da chiedersi dove abbiamo fallito, perché se non è passato il messaggio… Ritengo che bisogna avere fiducia nei ragazzi, far capire loro che se vogliono veramente ribellarsi ai controlli indossino la mascherina per protesta” ha affermato il presidente del Veneto Luca Zaia.
Il presidente della Sardegna Ugo Cappellacci mediante un post su twitter: “Quella degli assistenti civici è l’ennesima idiozia dei demogrilli, che pensano di creare un esercito di spie da sottoscala e da cortile per appagare la loro ossessione del controllo sociale”.
Contrario, per motivazioni economiche, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando: “Si tratta di un’iniziativa che non può certamente andar bene per tutti i Comuni. A Palermo potremmo impiegare subito oltre 12 mila persone, un esercito ben più numeroso dei 500-600 ipotetici volontari civici. Probabilmente per alcuni comuni del Nord, dove il reddito di cittadinanza non è diffuso può essere una buona idea, ma non certamente nel Sud e in Sicilia in particolare, dove peraltro rischia di alimentare nuove aspettative e nuovo precariato”.
Matteo Salvini, si dice contrario e afferma che “gli italiani hanno bisogno di fiducia, di sostegno economico e di lavoro, non di controllori, droni o ispettori alle calcagna”.
di Redazione – EmmeReports