“Le sanzioni contro la Russia equivalgono a una dichiarazione di guerra” ha dichiarato Vladimir Putin durante un evento in vista della Giornata della Donna, secondo quanto riportato dalla Russian News Agency TASS. “La Federazione Russa considererà qualsiasi tentativo da parte di altri Paesi di stabilire una no-fly zone sull’Ucraina come una partecipazione alle ostilità”, ha aggiunto il presidente russo, rispondendo a distanza alla richiesta del suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky, che chiede alla NATO di istituire una no-fly-zone sui cieli del suo Paese, che significherebbe uno scontro tra caccia, che provocherebbe sicuramente tante perdite tra i piloti e un’escalation del conflitto.
Servizi di intelligence, di sicurezza e Forze Armate sono al lavoro per scongiurare proprio quest’ultima evenienza, per evitare che la NATO entri in guerra con la Russia, un’eventualità, crediamo, che non sia nell’interesse di nessuno. Non si tratterebbe di una guerra asimmetrica, ma uno scontro diretto tra tecnologie militari di ultima generazione, dove le perdite sarebbero altissime, senza considerare l’extrema ratio delle armi nucleari che provocherebbero milioni di morti tra la popolazione civile. Qui non si tratta di Kosovo, Iraq o Afghanistan, dove le perdite sono state altissime, ma localizzate solo nei teatri operativi e, soprattutto, tra i militari rimasti uccisi sul campo, qui si parlerebbe di un conflitto tra nazioni con sistemi d’arma altamente sofisticati in grado di provocare pesanti perdite tra militari e civili. Quindi, quello che la NATO sta aspettando e sperando è che la Russia raggiunga in tempi brevi i propri obiettivi militari, senza dover intervenire.
Del resto, quello che si chiede nelle manifestazioni delle maggiori città del mondo, è la Pace, un cessate il fuoco che ponga fine ad un conflitto armato che non vuole nessuno, soprattutto, dopo due anni di pandemia.
“Palermo, unita, rivendica il diritto alla pace” ha dichiarato ieri serail sindaco Leoluca Orlando, durante la Fiaccolata contro la guerra in Ucraina, organizzata dal Comune di Palermo insieme alla Consulta per la Pace. “La città si unisce al moto di indignazione e condanna l’aggressione militare di Putin nei confronti di uno Stato che ha diritto di vivere secondo le regole democratiche. L’Europa ha mostrato la sua debolezza, perché non ha una politica di difesa, una politica estera. Non possiamo consegnare ad un’organizzazione militare, cioè alla NATO, la politica di difesa e quella estera europea”. “Essere qui in piazza è un modo per rivendicare che la pace è il diritto dei diritti. Durante la pandemia abbiamo capito l’importanza del diritto alla salute e adesso, in questo tempo di guerra che ci colpisce da vicino, capiamo il fondamentale valore del diritto alla pace”, ha concluso Orlando.
Dopo la fiaccolata, è stata organizzata una veglia presso il sagrato della Cattedrale di Palermo, dove il Vescovo Corrado Lorefice ha invitato i palermitani a pregare per la fine del conflitto.
“La guerra giunge oggi in questo scenario come un fatto assurdo, come un movimento retrogrado della storia.” ha affermato il Monsignore. “Non l’inizio di un nuovo secolo, ma un ritorno nel secolo vecchio, nel Novecento e nelle sue guerre mondiali, nelle sue invasioni, nei suoi conflitti. La guerra in Ucraina giunge a noi dunque non come un incidente di percorso, ma come l’estremo punto di resistenza di un mondo che non vuole finire, di un secolo che non vuole finire. I bombardamenti su Kiev ci hanno ricordato i bombardamenti della seconda guerra mondiale, le strategie militari ci hanno rimandato ai giorni bui dei conflitti più grandi, all’angoscia che quella ‘terza guerra mondiale’ di cui ha parlato Papa Francesco, il conflitto finora combattuta a pezzi, nascosta, terribile e strisciante, diventasse esplicita e coinvolgesse di nuovo tutti, anche quell’Europa a lungo risparmiata. Di fronte a questa guerra non possiamo anzitutto non chiedere con tutte le nostre forze che ci sia un cessate il fuoco, che tacciano le armi, che si metta fine a questa invasione insensata, che il popolo dell’Ucraina torni a vivere in pace”.
Una veglia per la Pace in Ucraina senza la comunità ucraina, in particolar modo della coordinatrice territoriale e presidente dell’Associazione Forum Ucraina, Viktoriya Prokopovich, che non sarebbe stata avvisata dell’evento. L’Associazione, che in questi giorni è molto impegnata nella raccolta di aiuti umanitari per l’Ucraina, lamenta la difficoltà di reperire sistemi di trasporto e l’assenza delle organizzazioni di livello istituzionale.
Di Francesco Militello Mirto & Victoria Herranz – EmmeReports