Un vero e proprio uragano giudiziario si è abbattuto sull’AST, l’Azienda Siciliana Trasporti, partecipata della Regione Siciliana, che si occupa del servizio di trasporto pubblico, sia nelle aree urbane che interurbane Nell’ambito dell’Operazione “Gomme lisce”, i finanzieri del Comando Provinciale di Palermo, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, su richiesta della Procura della Repubblica, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo.
Nell’occhio del ciclone, tra i nove soggetti destinatari del provvedimento, uno riguarda il Direttore Generale Ugo Fiduccia, posto agli arresti domiciliari, mentre altri otto sono destinatari di misure interdittive, della durata di un anno, tra cui l’ex Presidente dell’AST Gaetano Tafuri. Così come riportano anche altre testate giornalistiche. Interdizioni che comportano la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio e divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione.
Dalle indagini condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, Gruppo Tutela Spesa Pubblica, e sulla base degli elementi probatori fino a questo momento acquisiti, è emerso che gli indagati, sedici in tutto, sono indiziati a vario titolo dei reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Da ciò che è stato acquisito in sede di indagine, è emersa la conduzione di una gestione societaria superficiale e privatistica da parte dei vertici aziendali. Quest’ultimi avrebbero, infatti, violato le norme di trasparenza pubblica e colluso con i referenti di alcune imprese alterando, in tal modo, diverse procedure di appalto. Tra queste l’acquisto di pneumatici, a danno di altri possibili fornitori, l’approvvigionamento di autobus aziendali, nonchè l’affidamento del servizio di revisore contabile e la fornitura di servizi per le fasi di startup di una compagnia aerea.
Sono emerse, altresì, le condotte corruttive nei confronti del Direttore Generale dell’azienda, in questione. Il dirigente avrebbe, infatti, conferito illecitamente l’incarico di revisore contabile a un professionista il quale, per ricambiare il favore, avrebbe omesso la rilevazione di irregolarità in grado di inficiare l’attendibilità dei bilanci della società pubblica.
Inoltre, in cambio di utilità varie, tra cui la promessa dell’assunzione di propri familiari, lo stesso dirigente avrebbe commesso reati contrari ai doveri del proprio ufficio, tra cui predisporre una procedura di gara per la fornitura di servizi, finalizzati allo startup di una compagnia aerea, del valore di euro 2.150.000,00. Ciò al fine di consentirne l’aggiudicazione a una società appositamente individuata, grazie a requisiti “forgiati su misura”.
Durante le investigazioni, infine, sarebbe stata riscontrata anche un’ipotesi di truffa aggravata commessa dai referenti della società aggiudicataria del servizio di bigliettazione elettronica, gestito dalle “Officine del Turismo srl”, del valore complessivo di 3,2 milioni di euro. Tale società avrebbe prodotto documentazione falsa, al fine di “conformare” i propri requisiti a quelli richiesti nel bando.
Infine, sempre in sede di indagine, è stata riscontrata una frode in pubbliche forniture nella somministrazione di lavoratori a tempo determinato, da parte dell’agenzia di lavoro interinale aggiudicataria dell’appalto, del valore complessivo di 6 milioni di euro. Le assunzioni, infatti, sarebbero state tenendo in considerazione criteri di natura politica, piuttosto che dettate da effettive necessità aziendali. In tale contesto, vengono “tirati in ballo”, dallo stesso Fiducia, anche il Presidente della Regione, Nello Musumeci e Gianfranco Miccichè, Presidente dell’ARS. Non si sono, quindi, fatte attendere le repliche di entrambi.
“Com’è noto a tutti in Sicilia”, ha dichiarato il Presidente Nello Musumeci, “Il Governo della Regione ha formalmente mosso in questi anni tutti i rilievi possibili al direttore dell’AST, che ho incontrato una sola volta, in riunione al Palazzo Orleans, credo nel 2020, e al quale ho manifestato pubblicamente tutta la mia disistima, chiedendo al presidente dell’AST di rimuoverlo. Alla luce delle intercettazioni, oggi diffuse, ho dato mandato ai miei legali di presentare una denuncia. Sono orgoglioso, invece, che nell’ordinanza ancora una volta, si evidenzi come l’attività del mio Governo abbia impedito la commissione di atti illegittimi. Siamo stati contro ogni malaffare e adesso (e nel futuro) emergerà sempre la nostra linearità di condotta rispetto a certe abitudini che, forse, si vogliono dimenticare”.
Queste, invece, le parole di Gianfranco Miccichè. “Chiedo al signor Fiduccia di indicare alla Procura i nominativi delle persone assunte su mia pressione, altrimenti lo denuncio per diffamazione. Non credo di avere il suo numero di telefono, nè mi ricordo come sia fatto fisicamente. Quello di tirare fuori il mio nome, sta diventando uno sport insopportabile”.
In merito all’inchiesta che ha coinvolto l’AST, è intervenuto anche il Presidente della Commissione Regionale Antimafia Claudio Fava. “Non spetta alla politica individuare eventuali profili penali, ma certamente l’inchiesta che ha colpito il management dell’AST, non può essere derubricata a questione che riguardi solo la Procura” ha dichiarato Fava. “Davanti alle circostanziate accuse di una gestione privatistica ed economicamente dissennata di un asset fondamentale per la Sicilia, di fronte allo scempio morale di un’azienda utilizzata come bancomat per assunzioni e clientele, ci chiediamo quale attività di controllo sia stata messa in campo dagli Assessorati competenti, in questi anni. E pretendiamo di sapere se il Governo della Regione stia monitorando l’azione delle altre società partecipate, per scongiurare casi analoghi e per abolire definitivamente l’utilizzo criminogeno delle agenzie interinali al posto di procedure concorsuali pubbliche, Quanto all’immagine e ai fatti che quelle intercettazioni ci restituiscono, una volta di più, siamo convinti che in Sicilia occorra una bonifica morale profonda che non può essere delegata al lavoro della magistratura. Un ceto politico, qualunque sia la sua collocazione politica, ripiegato solo sulla ricerca del consenso è una zavorra della quale i siciliani si devono liberare, prima che sia troppo tardi”.
Più che comprensibile, al momento, la preoccupazione dei dipendenti dell’AST, anch’essi trasversalmente colpiti da questo fulmine a ciel sereno. La sensazione attuale è quella di fare parte di un equipaggio su una nave alla deriva. Inevitabili sorgeranno, da parte loro, quelle domande a cui nessuno, almeno temporaneamente, potrà dare risposta. La più comune, ovviamente, riguarderà il chiedersi da chi e come verrà gestita la contiguità aziendale, attualmente priva di quei vertici preposti alla conduzione “ordinaria”, tra cui è compresa anche l’autorizzazione, la firma delle buste paga e la conseguente erogazione degli stipendi.
Di Monica Militello Mirto – EmmeReports