Conclusa nelle prime ore della mattina di oggi l’indagine denominata “Efesto”. Queste le dichiarazioni del Capitano Marco Di Bello. “Nelle prime ore della mattinata odierna personale della compagnia dei Carabinieri di Cefalù e della Guardia di Finanza della Tenenza di Palermo, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro, nei confronti di due società leader in Sicilia nella rottamazione di metalli”.
“L’attività investigativa”, continua il Capitano dei Carabinieri, “Coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, permetteva di raccogliere gravi indizi di colpevolezza, in ordine all’ipotesi di reato per ricettazione e traffico illecito di rifiuti. Documentando, in tal senso, presunta vendita di materiale di provenienza delittuosa per circa 2 milioni di euro. Le società venivano affidate ad un amministratore giudiziario, al fine di consentire il prosieguo dell’attività imprenditoriale, nonché di salvaguardare i posti di lavoro”.
Il provvedimento giunge a conclusione dell’indagine investigativa, iniziata nel 2017 e conclusasi nel 2019 e le società colpite dal sopradetto provvedimento, hanno sede una a Palermo e l’altra a Carini operanti, rispettivamente, nel settore del recupero per il riciclaggio e nel commercio all’ingrosso di rottami metallici.
A esse facevano riferimento numerosi soggetti con precedenti penali, nello specifico, per reati contro il patrimonio. Tali soggetti, giornalmente, si sarebbero recati presso le aziende per conferire materiale metallico, provento di furto o di provenienza illecita.
L’iter illecito, partendo dai furti commessi ai danni di privati o di aziende di pubblica utilità, come nel caso dell’Enel, si concludeva con il conferimento presso gli stabilimenti delle aziende coinvolte nelle indagini, attraverso ricettatori intermediari.
Successivamente, il materiale veniva venduto ad altri grandi gruppi commerciali compiacenti, con base a Roma e Bologna, e operanti su tutto il territorio nazionale ed estero. Ulteriori accertamenti eseguiti sulla documentazione amministrativo-contabile, hanno altresì permesso di rilevare, in una prima fase, la quantità di materiale ferroso oggetto del reato e, successivamente, di quantificarne il profitto derivante dalle vendite in nero.
Di Redazione – EmmeReports