“Dietro questa vicenda non c’è un’ideologia No Vax, ma una volgare storia di soldi” ha commentato il Commissario Emergenza Covid di Palermo, Renato Costa, dopo che, questa mattina, la DIGOS ha arrestato Filippo Accetta e Giuseppe Tommasino, persone note negli ambienti delle principali proteste di piazza, insieme ad Anna Maria Lo Brano, un’infermiera operante presso l’Hub Vaccinale della Fiera del Mediterraneo di Palermo, per avere organizzato false vaccinazioni a scopo di lucro e per ottenere validi Green Pass. Gli indagati avrebbero architettato un piano in base al quale, l’infermiera, in cambio di denaro, avrebbe simulato l’effettuazione della vaccinazione anti-Covid nei confronti, appunto, di Accetta e Tommasino, oltre che di due congiunti di uno di questi.
Le intercettazioni telefoniche ed ambientali e le riprese video presso l’Hub, hanno permesso di accertare che l’infermiera avrebbe effettuato ulteriori otto false vaccinazioni nei confronti di altri soggetti, tra cui un’altra collega che operava presso la Fiera del Mediterraneo e ad un agente alla Polizia di Stato in servizio presso la Questura di Palermo.
“L’operazione di oggi è la dimostrazione di come la Polizia di Stato prenda seriamente l’incarico di vigilare sul rispetto delle norme Covid, sia come vigilanza visibile, che stiamo facendo dal 6 dicembre su tutta la provincia, sia quella che non si vede, che nasce dall’attività investigativa” ha dichiarato il Questore Leopoldo Laricchia, aggiungendo che sono in corso gli accertamenti sul coinvolgimento nella truffa, di un poliziotto di Palermo.
Come riferito dalla Procura di Palermo, che ha escluso il coinvolgimento di medici e funzionari che lavorano presso la Fiera del Mediterraneo, l’infermiera indagata nella truffa delle false vaccinazioni, al momento dell’appuntamento presso l’Hub, dopo aver svuotato la dose contenuta nella siringa, già precedentemente preparata, in una garza in cotone, inseriva l’ago nel braccio del destinatario, senza iniettare alcunché e senza muovere lo stantuffo della siringa.
“Con gli arresti di oggi si chiude un capitolo triste e sconcertante” ha dichiarato Costa. “Non solo non sono indagati medici e responsabili della Fiera del Mediterraneo, ma fin dall’inizio delle indagini io, il referente dell’Hub Vaccinale Rosario Iacobucci e altri membri dello staff abbiamo fornito agli investigatori tutto il supporto possibile. Era innanzitutto nostro interesse che fossero individuati i responsabili, per mettere fine a un raggiro che, per quanto episodico, è tanto più odioso perché si svolge tra le mura di un hub vaccinale, un luogo dove le persone cercano protezione dal virus”.
“In questa vicenda io e, mi sento di dire, tutti i lavoratori della Fiera del Mediterraneo ci sentiamo traditi e danneggiati, perché le accuse ai tre indagati, qualora confermate, remerebbero contro tutto ciò per cui ci spendiamo quotidianamente, passando intere giornate in questo hub: convincere, rassicurare, sensibilizzare al vaccino, che è il solo modo per uscire dalla pandemia” ha aggiunto il Commissario.
“Una vicenda che ci ha fatto molto male. Noi pur di avere un vaccino in più, siamo andati ovunque, anche laddove c’era la possibilità di vaccinare una o due persone” ha continuato Costa. “Immaginare che qualcuno del Servizio Sanitario Nazionale possa permettersi addirittura di buttare delle dosi di vaccino, di far finta di somministrarle, tradendo la propria identità, la propria missione e la società, rinunciando ai principi della buona medicina, è una cosa assolutamente sconvolgente”.
Intanto, sono stati sequestrati in via preventiva i dati informatici inseriti presso la Piattaforma nazionale digital green certificate del Ministero della Salute, con conseguente sospensione e blocco dei Green Pass di tutti i soggetti coinvolti nelle false vaccinazioni.
“Per fortuna è finita. Ringrazio le Forze dell’Ordine, la DIGOS che ha realizzato questa operazione. Abbiamo ancora tanta strada da fare” ha concluso il Dott. Costa, che ha annunciato di aver mandato ai legali della struttura commissariale, di valutare la costituzione come parte civile in un eventuale processo.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports