É coraggio, solo coraggio o il coraggio della disperazione quello delle donne in Afghanistan? Non è semplice comprendere quando si vive nella comodità di una società libera e democratica, dove persino ciò che ci viene consigliato viene percepito, da taluni, come imposizione e dittatura. Il riferimento ai movimenti No Vax in Europa ed in Occidente, più in generale è palese. Il coraggio della disperazione che diviene sfida e lotta culturale lo hanno dimostrato invece le donne, le attiviste afghane per i diritti delle donne che nei giorni scorsi in una riunione a Kabul, hanno espresso tutta la loro preoccupazione per l’aumento della violenza contro le donne dallo scorso 15 agosto, data in cui il governo talebano si è insediato alla guida del Paese.
Donne che si sono riunite per celebrare la fine di una campagna di informazione durata 16 giorni per “porre fine alla violenza contro le donne” a Kabul. Una protesta, l’EVAW, iniziata il 25 novembre, giornata internazionale dell’EVAW, e terminata lo scorso 10 dicembre, Giornata dei Diritti Umani. “L’EVAW quest’anno si è svolto solo a Kabul, non ha riguardato molte altre province in cui le donne hanno subito e subiscono violenze”, ha affermato Toor Pikai Momand, capo del Mosavoda-e-Zanan Bara-e-Sulh. “Le donne vogliono la libertà. Valori questi che sono diritti delle donne, basati sui valori islamici”, ha affermato Setara Mohabat, docente universitario a Kabul.
Le donne di Kabul che sono ben consapevoli di non essere state in grado di organizzare la campagna in tutto il Paese, soprattutto in alcune province dove è impossibile manifestare, chiedere il rispetto dei diritti universali per le inevitabili ritorsioni violente dei gruppi talebani. Un ulteriore prova di coraggio, l’ennesima, che le attiviste per i diritti delle donne hanno mostrato invitato pubblicamente i funzionari dell’Emirato Islamico a facilitare le opportunità di lavoro e di istruzione per le donne, nonché ad includere le donne nella struttura del governo.
Lima Sapai, membro del movimento, ha riferito come al momento in Afghanistan migliaia di donne hanno perso il lavoro e le ragazze non vanno a scuola. Le scuole rimangono interdette a molte ragazze tra la settima e la dodicesima classe. Tuttavia la forza di lottare è superiore alle violenze e restrizioni, al punto che molte ragazze hanno continuato le lezioni a casa grazie ad alcune donne insegnanti che promuovono incontri in luoghi segreti a Kabul ed impartiscono lezioni alle ragazze.
Dallo scorso 15 agosto i talebani hanno permesso solo ai ragazzi di andare a lezione, mentre le scuole femminili e le università sono state chiuse. Le scuole sono state presto riaperte per ragazzi di tutte le età, nonché per ragazzi e ragazze fino al sesto anno, ma le ragazze e le giovani donne tra i 7 e i 12 anni in molte province non sono ancora autorizzate a frequentarle. Tuttavia, il segno di speranza esiste, al momento le scuole che consentono la frequenza delle ragazze nelle classi 7-12 sono aperte in otto delle 34 province.
Di Lorenzo Peluso – EmmeReports