Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo – GICO (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata), della Guardia di Finanza, con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti e videoriprese, sulla scorta degli elementi acquisiti, hanno consentito di sgominare due distinte organizzazioni criminali, dedite al contrabbando di tabacchi lavorati esteri (TLE).
La prima, con basi operative nella provincia di Trapani e in Tunisia, si occupava di reperire le sigarette di contrabbando e di organizzare le spedizioni illecite via mare dalle coste africane in Italia. La seconda, operante nel palermitano, acquistava all’ingrosso le sigarette introdotte illecitamente, per poi destinarle alla vendita nel capoluogo siciliano.
Il contrabbando di tabacchi via mare, veniva attuato attraverso l’invio di imbarcazioni (cosiddette navi madri) provenienti dal nord Africa che, al limite delle acque territoriali nazionali, si incontravano con natanti di piccole dimensioni (cosiddetti barchini) provenienti dall’Italia, sui quali venivano trasbordate le casse di sigarette.
Le aree risultate maggiormente interessate agli sbarchi sono state il trapanese, principalmente Mazara del Vallo, Marsala e Campobello di Mazara, ma alcuni eventi sono stati registrati anche nel siracusano. Le sigarette venivano poi stoccate in magazzini, nella disponibilità degli indagati nel territorio mazarese, da dove si rifornivano i componenti dell’organizzazione palermitana.
Nei due anni di investigazioni, i militari della Guardia di Finanza hanno intercettato numerose spedizioni illecite, arrestando in flagranza di reato 36 contrabbandieri e sequestrando complessivamente 23 tonnellate di sigarette (principalmente con marca Oris, Royal, Pine, Time), che non possono essere vendute in Italia, in quanto non conformi ai parametri di produzione e commercializzazione previsti dalla normativa europea, 10 imbarcazioni (4 pescherecci e 6 motoscafi veloci), del valore di circa 500.000 euro, 170.000 euro in contanti. Se immesse sul mercato, le sigarette di contrabbando avrebbero fruttato introiti illeciti per 3,5 milioni di euro, generando un danno per le casse dell’Unione Europea e dell’erario nazionale per oltre 6 milioni di euro.
Gli specialisti del GICO hanno proceduto a valorizzare in chiave patrimoniale gli elementi acquisiti nel corso delle indagini, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni economico finanziarie ottenute tramite le varie banche dati in uso al Corpo, accertando l’assoluta sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e i redditi dichiarati. Sequestrati anche un’imbarcazione, diversi autoveicoli e motoveicoli riconducibili agli indagati per un valore complessivo pari a circa 150.000 euro. Sei dei 13 fermati, infine, risultano percepire direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il “reddito di cittadinanza”.
Le indagini sono state avocate dalla Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office), istituzione operativa dal giugno scorso e che ha proprio l’obiettivo di perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE.
Di Redazione – EmmeReports