L’Ordine dei giornalisti di Sicilia ricorda Peppino Impastato, uno degli otto giornalisti uccisi nell’Isola.
Fu eliminato 42 anni fa dalla mafia per ordine del boss Gaetano Badalamenti.
Una figura devastante per il prestigio del vecchio boss quella di Peppino, giornalista e attivista politico che, dalle frequenze di Radio Aut, puntava il dito contro i mafiosi, mettendoli perfino alla berlina con la sua straordinaria ironia. E denunciava con forza anche le collusioni con i colletti bianchi.
Il suo coraggio e il suo esempio conquistavano i giovani e questo la mafia non poteva tollerarlo, così fu deciso di passare all’azione. Eliminandolo ma tentando di fare passare quell’omicidio per un incidente durante un fallito attentato di cui Peppino doveva apparire come l’autore.
Fu sequestrato, portato in un casolare per interrogarlo e alla fine steso sui binari e fatto saltare per aria con una carica di esplosivo.
Un depistaggio che ha retto per molti anni, ma grazie all’impegno del fratello Giovanni, della madre Felicia Bartolotta, e degli amici più stretti di Peppino la verità si è fatta strada negli anni Novanta.
E la figura di Peppino Impastato, per il suo coraggio, per la passione civile, per la forza della sua denuncia, ha varcato i confini siciliani, diventando un esempio di lotta e di riscatto. E in punto di riferimento anche per molti giornalisti.
Questo 9 maggio il consueto corteo che richiama ogni anno migliaia di persone in memoria di Peppino cambia pelle a causa dell’emergenza Covid 19.
Attraverso la pagina Facebook di Radio Cento passi per l’intera giornata collegamenti e vari contributi: testimonianze, poesia, musica, teatro e, nel pomeriggio un corteo virtuale da quella che fu la sede di Radio aut a Terrasini.
di Redazione – EmmeReports