Nei giorni scorsi è tornata a casa, dopo una delicata operazione per l’asportazione di un tumore cerebrale, una giovane donna di 29 anni, affetta da neoplasia endoventricolare, trattata con una strumentazione di ultima generazione che consente un approccio fortemente mini invasivo grazie a una tecnologia di elevata precisione. Si tratta dell’esoscopio ed endoscopio 3D: strumenti che, integrando l’apporto del microscopio operatorio, segnano un cambio epocale potenziando ulteriormente il livello di precisione e assicurando al tempo stesso al paziente un intervento meno invasivo e con tempi di degenza ridotti.
Anche il neurochirurgo che si approccia ad interventi al cranio o al rachide con queste dotazioni può beneficiare di un maggiore comfort. La rivoluzione digitale dell’esoscopio, infatti, impone un cambio al tradizionale setting di sala operatoria: a luci spente i neurochirurghi operano indossando occhiali 3D e visualizzano il campo operatorio mediante particolari monitor collegati a un sistema di visione 4K innovativo e ad altissima definizione. Le immagini operatorie sono trasmesse dalla speciale camera dell’esoscopio in tempo reale su monitor dedicati: questa nuova tecnologia consente di ottenere un ingrandimento di qualità paragonabile a quello del tradizionale microscopio operatorio, implementando altresì l’ampiezza, la luminosità, il dettaglio e il senso di profondità nella visualizzazione del campo chirurgico.
L’esperienza operatoria è dunque simile a quella della realtà aumentata, con una vivida e diretta contezza delle strutture anatomiche e, al contempo, mantenendo i riferimenti spaziali con gli altri componenti dell’equipe, dal momento che si tratta di una modalità operatoria che “isola” meno il chirurgo operatore rispetto a quanto non avvenga con il microscopio e che al tempo stesso gli consente di assumere una postura diversa, più comoda anche per favorire la ripresa di altre attività.
“Si tratta di un ulteriore passo avanti nella crescita assistenziale e tecnologica della nostra Neurochirurgia. Un’acquisizione, frutto della lungimiranza dei vertici aziendali ed in particolar modo del Commissario Straordinario dell’AOU Alessandro Caltagirone, che ci consente di tenere il passo con i principali centri di Neurochirurgia nazionali ed internazionali per offrire ai nostri pazienti un’assistenza sempre più specialistica, in linea con i più alti standard di cura internazionali” ha affermato il Direttore della Struttura Prof. Domenico Gerardo Iacopino.
Una dotazione strumentale che da una ulteriore spinta innovativa anche sul fronte formativo; in sala operatoria l’équipe ha, infatti, a disposizione più monitor attraverso cui seguire l’intervento e ciò ha un risvolto significativo per la didattica e per il training dei giovani chirurghi in formazione, mission fondamentale della Scuola di Specializzazione in Neurochirurgia dell’Università di Palermo.
“La tecnologia è di certo una valida alleata per l’équipe chirurgiche che, come in questo caso, valorizza le proprie competenze con interventi innovativi. Come Azienda puntiamo ad investire ulteriormente sul fronte delle nuove tecnologie e in particolare sulla realtà aumentata a supporto non solo dell’attività chirurgica, ma anche della didattica. Un tema sempre affrontato con il Presidente della Scuola di Medicina, Prof. Marcello Ciaccio, con cui abbiamo condiviso la necessità di investimenti che possano sempre più implementare anche le attività formative rivolte agli studenti” ha sottolineato il Commissario Straordinario del policlinico “Giaccone” Alessandro Caltagirone.
di Redazione – EmmeReports