La ricerca pittorica di Loredana La Placa, artista siciliana nata a Termini Imerese che lei stessa definisce città del mare e della fatica, della cultura e dell’industria, è una piccola rivoluzione nel linguaggio dei colori. Il suo sguardo si rivolge spesso al mare, vissuto dall’interno durante le immersioni nei fondali più belli delle isole perlopiù siciliane. In questa massa trasparente, dove la luce vibra ma non colpisce, i suoni si ovattano fino a rasentare il silenzio e il buio diventa sempre più presente scendendo nell’abisso, l’attenzione dell’artista viene catturata dall’evanescenza della visione. Sembra sia proprio questa frequentazione del mondo sommerso ad avere reso possibile una tale mescolanza e fantasmagoria di colori, che difficilmente si possono immaginare guardando la vita al di qua della battigia.
Per rendere fisiche queste sensazioni visive così raramente esplorate Loredana La Placa reinventa le tecniche tradizionali della pittura, lasciando che siano i pigmenti sapientemente guidati a sbocciare in questi colori: è la chimica, l’aria, il calore, le diverse emulsioni e la capacità di combinarsi o di galleggiare l’una sull’altra che rendono queste opere decisamente nuove. L’artista non rappresenta quasi scolpisce con questa materia piatta e brillante, con strati, sovrapposizioni, rigonfiamenti e colature la cui naturalezza molte volte riesce a rendere i principi organici della crescita e della vita sottomarina.
Questo mondo sommerso, che nella tradizione più antica precede addirittura le divinità e che viene poi domato nella visione giudaica e cristiana spingendo negli abissi i mostri che lo popolavano. Il mare, che per l’artista diventa invece rifugio e scrigno di bellezza, momento di libertà da ricordare per rendere più leggera la strada della vita nei momenti in cui tutto diventa faticoso e la mente torna all’azzurro infinito come in un santuario a cercare pace. Le sue opere potrebbero sembrare espressioniste per i forti contrasti e i colori accesi, ma non raccontano e quindi non esasperano la narrazione del quotidiano. Potrebbero dirsi figurativi perché rappresentano, ma l’attenzione è più sull’immagine percepita che sulla volontà di rendere e copiare il vissuto. Credo abbiano una propria intrinseca e luminosa forza vitale; è questo, a mio parere, che li rende pieni di fascino. Lasciamo ora che sia l’artista, con le sue parole, a svelarne il processo creativo e il significato delle opere.
“Durante il lockdown non avevo molti materiali con cui lavorare ma, per non avere paura di quanto accadeva nel mondo, ho continuato a portare le mie emozioni sulla tela per ricordare ogni giorno i bei momenti vissuti prima. Molte volte la musica mi è servita per accompagnare uno stato d’animo, un ricordo o semplicemente per trasformare in colore tutta l’energia delle note, ma adesso torniamo al mare e alle sue isole.
Le Eolie, per me magiche, piene di energia e emozioni, un contrasto forte, irruente tra i paesaggi così diversi e i colori: il profumo dei boschi di eucalipto e acacia, la spiaggia bianca ai piedi della cava di pomice dove l’acqua assume tinte cangianti e straordinarie; ricordo i fondali pieni di alghe “Kelp” 2020, le fumarole sottomarine di Panarea “Gas” 2020, le piccole eruzioni sottomarine “Deep Blue” 2020, fino alla semplice armonia e pace dei sensi “Lipari” 2020.
Oppure la lontana Isola di Phuket, in Thailandia, dalle colline ricoperte di verde tropicale e le spiagge a mezzaluna di candida sabbia: non dimenticherò i suoi fondali bassi pieni di corallo morto e lo strapiombo nel blu cupo della barriera corallina. Sono contrasti affascinanti, esplosioni di colore come le attinie “Flower of the sea” 2020 o i coralli scarlatti “Red coral” 2020 bilanciati dalla magica serenità del suono ovattato delle profondità oceaniche “Serenity” 2020.
È sempre l’acqua che torna nelle mie tele, il suo mondo fluido e avvolgente. Con i colori del mare ho creato il mio linguaggio, che è un gesto veloce, immediato, capace di imprimere sulla tela un’emozione. I colori si mescolano alla musica e diventano ancora più forti perché passione, rabbia e dinamismo prorompono in questo universo stabile e rigenerante. “Blue light” 2020 le onde bioluminescenti che arrivano larghe e quasi quiete sulla spiaggia romagnola di Riccione, è un pezzo di passato riemerso ascoltando “The mission” di Ennio Morricone. “Energy” 2019 nasce sulle note di “We will rock you” dei Queen, suoni trasformati in scintille di colore o “Freedom” 2020 ispirato dal parlare con un’amica triste mentre scorrevano le melodie di Bob Marley in “Redemption Song”, musica e ritmo contro la schiavitù mentale. Ho scelto il verde per la speranza, il rosso per la vitalità, l’azzurro come orizzonte sereno: i colori parlano, basta lasciarli liberi, come le onde dell’oceano”.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports
Ricerche ed editing a cura di Monica Cerrito