Con l’avvento della pandemia interi reparti ospedalieri sono stati converti in centri covid per tamponare l’emergenza. Le restrizioni per contenere i contagi hanno fatto il resto: sono saltati turni, prenotazioni, interventi programmati. I malati cronici o gravi patologie, con la necessità di controlli o specifiche terapie, in alcuni casi salvavita, sono stati letteralmente abbandonati al loro destino.
Prima del covid, pur tra mille precarietà, il sistema sanitario riusciva a garantire visite specialistiche e terapie. Da 12 mesi gli ammalati sono costretti a lunghissime attese per riuscire ad ottenere una prestazione specialistica.
“Chi non ha la possibilità economica di farsi seguire dallo specialista privatamente rinuncia a curarsi” denuncia Lillo Vizzini, presidente di Federconsumatori Palermo “Con la profonda crisi che attanaglia le famiglie, non curarsi è una scelta obbligata. Spesso ci chiedono di far rateizzare loro la bolletta della luce, in quanto impossibilitati a pagarla”.
L’alternativa è diventato l’area di emergenza. Le attese nei pronto soccorso si sono dilatate in modo inaccettabile, con il conseguente intasamento, con il personale allo stremo per far fronte alla richiesta di prestazioni. Malati con gravissime patologie costretti a stazionare giorni e giorni in barella al pronto soccorso per carenza di posti nei vari reparti. Una carenza già esistente, che si è acuita con la pandemia.
“Con la trasformazione di posti letto di interi reparti pro covid si è acuita la grave crisi in cui versa la sanità pubblica. Anni di continui tagli alle risorse destinate alla assistenza sanitaria, le cui conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. È inderogabile, pur mantenendo alta l’attenzione sul fronte covid, garantire una adeguata risposta assistenziale alla domanda da parte delle patologie ordinarie” conclude Lillo Vizzini.
di Redazione – EmmeReports