Igor Buscemi, giovane e talentuoso attore siciliano, fa parte della compagnia teatrale Vito Zappalà di Palermo. Vanta una esperienza radiofonica nella trasmissione, ideata e condotta da Nino Frassica, “Programmone”.
Orson Welles disse “Il teatro resiste come un divino anacronismo”. Come la mettiamo però con il Coronavirus: che teatro è quello senza il pubblico?
A teatro il pubblico è una componente fondamentale. E’ attraverso il pubblico che capisci se quello che stai proponendo diverte, emoziona o annoia. Insomma una componente imprescindibile e per questo spero che “la fase Coronavirus” possa lasciarci quanto prima e restituirci la possibilità di continuare a fare quello che amiamo.
Per rendere l’idea, l’immagine di questi giorni di Roma deserta… La città rimane bellissima, ma la sensazione che ti lascia è deprimente. Il teatro rimane bellissimo, ma senza pubblico…
Ti ricordi il giorno in cui hai detto “voglio fare l’attore”? Qual è la tua definizione di teatro?
“Me lo ricordo a malapena, non ero nemmeno nato”.
A parte gli scherzi fin da piccolissimo è scoppiata in me questa grande passione per il teatro. Già a 6 anni radunavo sotto casa molti vicini, per lo più anziani (il più giovane aveva 90 anni) e proponevo intere commedie teatrali che loro gradivano molto.
Ero il regista, lo scenografo, l’attore, l’attrezzista… Insomma facevo tutto io!
Basti pensare che nella riproposizione di “Sette spose per sette fratelli” facevo sette fratelli contemporaneamente. Dopo qualche anno arrivò il vero palcoscenico, quello che ancora, con la stessa emozione continuo a calcare.
Ormai al teatro sono state date tante definizioni per cui diventa banale riproporre anche solo nel concetto cose già dette. Posso dirvi che per me il teatro è la mia vita, quello che faccio e quello che continuerò a fare.
Fai parte di una delle migliori compagnie teatrali siciliane, quella di Vito Zappalà. Vista la tua giovane età, è un palcoscenico che “pesa”?
No, non mi pesa, anzi mi inorgoglisce e mi stimola a fare sempre di più e meglio. Quando mi presentai al maestro Vito Zappalà mi resi conto di quanto anche lui come me amasse questa nobile arte.
Passammo ore a parlare di teatro e quando mi chiamò per iniziare a lavorare con lui l’emozione fu grande. Era la parte da protagonista in un dramma da lui stesso scritto. Si complimentò pubblicamente alla fine della rappresentazione e in quel momento mi sono sentito uno di loro, pur sapendo che avrei dovuto continuare a studiare e lavorare sodo.
Hai un attore a cui ti ispiri particolarmente?
No, nessuno in particolare. Mi piace seguire le performances dei più grandi attori perché da ognuno si può apprendere qualcosa. Però da sempre mi ha affascinato la geniale comicità del grande Nino Frassica e ancora di più oggi essendo diventati amici ho la possibilità di rapportarmi a lui con maggiore frequenza.
Un anno fa’ venivi chiamato da Nino Frassica per partecipare al “Programmone” di Radio2. Che esperienza è stata? Hai qualche aneddoto da raccontarci?
Quando Frassica mi ha chiamato a far parte del cast di “Programmone”, l’emozione è stata tanta. Andare in onda su un canale nazionale Rai non capita tutti i giorni! Il fatto che un personaggio così importante abbia creduto in me, mi rende orgoglioso.
Mi ha detto: “Tu hai stoffa!”. E siccome non ha continuato con la battuta “potresti fare il sarto” significa che lo pensa veramente! Non c’è un aneddoto in particolare. Con lui tutto diventa divertente e surreale, anche una semplice telefonata o uno scambio di messaggi diventa l’occasione per fare battute e trovare spunti interessanti. L’ unica domanda seria che mi ha fatto è stata: “Come ti chiami?”.
Qual è la prima cosa che farai appena terminerà l’emergenza?
Mi verrebbe da dire abbracciare tutti, amici, colleghi, parenti. Ma mi sa che la fine di quest’incubo è ancora lontana. Quindi quantomeno speriamo di poter gradualmente ritornare ad una normalità e soprattutto per noi attori di poter ricominciare con le prove e gli spettacoli.
Un caro saluto a tutti i lettori di EmmeReports e mi raccomando siate POSITIVI… (No, forse è meglio di no in questo periodo di Coronavirus essere positivi). Insomma un abbraccio a tutti! (No, forse è meglio di no in questo periodo di Coronavirus abbracciarci). Insomma un bacio a tutti! (No, forse è meglio di no in questo periodo di Coronavirus baciarci). Insomma CIAO.
di Antonio Melita – EmmeReports