Enrico Cecotto, artista veneto che EmmeReports ha presentato per Planet Shark il primo murale realizzato a Palermo nel progetto Museo a cielo aperto curato da Miliza Rodic, centra molte opere sul tema dello squalo e in queste settimane i suoi predatori sono esposti a Johannesburg, in Sud Africa, nelle sale della Daville Baillie Gallery.
L’artista ci spiega il perché di questa scelta, quella di un animale lontano dal vissuto di ognuno di noi ma ben presente nell’immaginario collettivo.
Quando e perché nella tua arte si è affacciato lo squalo?
Sono sempre stato affascinato dalle creature marine, in particolar modo dai grandi predatori, per l’eleganza dei loro movimenti e la stupefacente capacità di reazione. In un periodo particolare della mia vita, un momento in cui volevo rimettermi in gioco con l’arte dopo una pausa di riflessione, lo squalo, da sempre il mio preferito, ha improvvisamente assunto un particolare significato. A quel tempo leggevo molti libri, tra cui “La via dell’artista” di Julia Cameron, un libro che consiglio a tutti. Il testo è strutturato come un seminario per essere svolto in 12 settimane e all’undicesima lessi una frase che mi ha fatto scattare nell’intimo qualcosa di nuovo: “Come artisti potremo paragonarci a squali spirituali: se non continuiamo a muoverci moriamo. La scelta è molto semplice: possiamo continuare a dormire sugli allori o ricominciare da capo. Il recupero rigoroso e severo per sostenere una vita creativa è l’umiltà di riprendere a lavorare”.
Da qui l’empatia con il superpredatore: lo squalo diventa così un alter ego degli uomini?
Direi di sì, lo squalo come significato simbolico ci insegna a non arrenderci mai, ad essere attivi nella nostra vita e seguire il nostro istinto naturale. Spiritualmente siamo tutti squali: c’è chi lotta anche solo per mangiare, chi per il successo, ognuno per la propria causa o idea, e quindi possiamo anche noi definirci predatori. Purtroppo molti hanno smesso di lottare, tanti preferiscono la rinuncia mentre gli squali, per loro natura, si muovono sempre in avanti e questa necessità di nuotare continuamente ne assicura l’esistenza. Ritengo che ciò possa rappresentare una grande lezione: dobbiamo andare sempre avanti nonostante tutto!
Cosa significa essere squalo per te?
Torno alle parole di Julia Cameron, alla loro profondità e al significato simbolico che lo squalo può assumere nella realtà odierna. La nostra società, che rappresenta ormai il culmine di un crollo epocale di valori, è diventata “liquida” citando Zigmunt Bauman; questo sociologo polacco, secondo me, è stato uno dei pochi capaci di interpretare il nostro tempo. In una società liquida, spiega Bauman, la moderna guerra alle paure umane tende più a diffonderle redistribuendole socialmente, cioè ad omogeneizzarle, più che a ridurne numero ed intensità.
Il passo successivo sarà l’alienazione. Proprio per questo nella nostra società in continuo mutamento la cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili; lo squalo diventa così un simbolo di azione e dell’agire senza aspettare che le cose accadano. Per rafforzare il concetto di azione e positività, dipingo spesso sul manto dello squalo super eroi e altri simboli positivi con colori e contesti che creano in me delle vibrazioni. Nella vita in generale sono sempre orientato al benessere e alla gioia e credo che tutti noi possiamo essere ciò che desideriamo. L’idea di trasmettere energia positiva è alla base della mia arte.
Coprire perciò lo squalo con immagini pop significa rafforzarne il valore di guida?
Certamente, l’iconografia pop sul manto dello squalo ne incrementa e valorizza la potenza, il significato simbolico. I super eroi, per esempio, fanno parte dell’esperienza della nostra infanzia: ci hanno da sempre insegnato a lottare per le giuste cause trovando la forza anche quando sembrava non ci fossero più vie d’uscita. Altri elementi, come i fiori, sono simbolo di vita e felicità. Tutte le immagini e le simbologie che inserisco sono come tatuaggi: raccontano una o più storie, hanno sempre un preciso significato.
Nel caso del murale Planet Shark, invece, ho raffigurato l’inquinamento dei mari ma anche corolle fiorite per ispirare vita e speranza. Il tema ambientale è l’altra faccia del mondo consumistico, oltre a svelare la vanità e denunciare l’inutile corsa verso valori ingannevoli, nella mia arte ho voluto affrontare il lato oscuro del mondo industriale. Lo squalo, come la Terra, è sempre in movimento; è un potentissimo predatore, una figura indomabile ma l’inquinamento dei nostri mari lo rende una vittima, ed è quello che sta accadendo alla natura in generale.
Rappresentando lo squalo con detriti di plastica e fiori esprimo la giustapposizione tra morte e vita, creo un messaggio per incidere sul nostro senso di responsabilità verso il futuro del mondo. Oggi ogni nostro gesto può fare la differenza, non dimentichiamolo!
Raffigurare un animale così potente e superiore ha avuto per te un significato totemico?
Sì, sicuramente, per me è un animale che ha un valore spirituale.
Enrico Cecotto porta con la sua arte un’importante considerazione: in una società le cui certezze si risolvono continuamente in falsi miti, l’uomo riattiva percorsi ancestrali di sopravvivenza e scopre un meccanismo di autoprotezione che riteneva ormai destinato all’oblio. Il totem, che si rivela in un momento particolare, di incertezza, di passaggio, diventa così una potenza tutelare che l’individuo sente come particolarmente vicino; non lo riceve per tradizione, eredità, genealogia: semplicemente lo scopre attraverso un’improvvisa e repentina auto identificazione. Il significato dello squalo è ormai chiaro: rappresentazione dell’artista e modello d’ispirazione, totem e allo stesso tempo un simbolo che ci indica la via per un possibile riscatto dall’alienazione.
Concludiamo con le parole incisive del critico Lucrezia Furlan: “SHARK. Una natura saggia e crudele che ora non lascia più spazio alle esitazioni. Una serie di allegorie che raccontano con immediatezza uno spaccato della società odierna in cui pochi vivono e molti sopravvivono. Ammaliato da questo predatore, con Cecotto gli aspetti in ombra dello squalo diventano ora luce. Accattivante e seducente, la proiezione di una persona che ascolta i propri istinti e lotta per ottenere ciò che desidera. Lo squalo è, una persona che gioca tutte le sue carte per emergere. Come in natura lo squalo se si ferma muore, così l’uomo che non vive il presente è destinato a morire dentro”.
di Massimiliano Reggiani – EmmeReports