Una Vigilia di Natale anomala, quella di quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria mondiale che ha caratterizzato tutto il 2020. Negozi chiusi, strade deserte e spettrali, per il lockdown che ha richiuso in casa tutti gli italiani.
Anche la nascita del Bambin Gesù non è rimasta esonerata dalle regole dettate dal Governo Italiano per il contenimento del contagio da Covid-19. Infatti, la tradizionale Veglia di Natale, quest’anno è stata anticipata alle 19.30, in modo da permettere ai fedeli di tornare a casa entro le 22.00 e rispettare il coprifuoco.
Nella Cattedrale, l’Arcivescovo di Palermo, Monsignore Corrado Lorefice ha pronunciato l’omelia e ha distribuito la Santa Comunione ai fedeli presenti.
“Il Natale di Gesù suscita stupore e chiede silenzio adorante, custodia del cuore. Il Natale ci spinge alla contemplazione. Solo lo stupore e il silenzio possono aiutarci a comprendere la verità del Natale, che cosa apporta la nascita di questo Bambino nella nostra vita, la parola di verità che la interpella e la coinvolge. A Natale viene crocifisso il sentimentalismo. Il buonismo di circostanza. Il paternalismo. A Natale sgorga la lode della gloria di Dio che rifulge in ogni essere vivente, nel volto di ogni donna e di ogni uomo. Quest’anno siamo oltremodo provocati anche dagli eventi della pandemia e dallo stile di vita che ci viene chiesto dalla responsabilità della salvaguardia della vita nostra e altrui. Non possiamo rifugiarci, da indaffarati, nei trambusti alienanti incorniciati ad hoc nelle ricorrenze di feste ormai esautorate del loro significato umano e spirituale. Né vivere da brontoloni per quello che ci viene vietato di fare. Per quello che non possiamo consumare. Per le tradizioni religiose e le manifestazioni civili che non possiamo realizzare. Questo Natale non è diverso. È il Natale di sempre che chiede di essere accolto nel nostro sacrario interiore, nelle nostre coscienze. È l’avvento di questo amore così grande, così vitale, così irrinunciabile per noi, così bello, così umano, perché totalmente divino. È la venuta del Signore Gesù, l’Emmanuele. Dio è con noi. È tra noi.”.
“Occorre essere novelli pastori. E per questo siamo chiamati a farci amici gli emarginati della nostra società, gli scarti di questo nostro tempo. I poveri di sempre e i nuovi, frutto delle nostre scelte nate dalla sclerocardia”.
“Dio coinvolge coloro che, confinati ai margini della società, sono i primi destinatari del suo dono, cioè la salvezza portata da Gesù. A queste persone, rappresentate dai pastori di Betlemme, «apparve una grande luce» (Lc 2,9-12). Loro erano emarginati, erano malvisti, disprezzati e a loro apparve la grande notizia per prima. Con queste persone, con i piccoli e i disprezzati, Gesù stabilisce un’amicizia che continua nel tempo e che nutre la speranza per un futuro migliore. A queste persone, rappresentate dai pastori di Betlemme, apparve una grande luce, che li condusse dritti a Gesù. Con loro, in ogni tempo, Dio vuole costruire un mondo nuovo, un mondo in cui non ci sono più persone rifiutate, maltrattate e indigenti”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports