Protesta la comunità nigeriana a Palermo contro la violenza della Special Anti-Robbery Squad (SARS), unità speciale di polizia protagonista negli scorsi anni di estorsioni, arresti arbitrari, torture ed esecuzioni in Nigeria.
A far scattare la protesta online è stato un video pubblicato il 3 ottobre, in cui un ufficiale di polizia spara a un giovane, trascinato giù dalla propria automobile di fronte al Wetland Hotel a Ughelli.
L’Unità Speciale anti-rapine è stata sciolta dall’esecutivo lo scorso 11 ottobre ma ciò non ha fermato le proteste, diventate espressione di un più generale malcontento della popolazione nei confronti della politica
Il malcontento è stato anche portato alla ribalta in Italia dal calciatore del Napoli Viktor Osimhen che ha mostrato la maglietta “#EndPoliceBrutality in Nigeria” dopo aver segnato contro l’Atalanta.
Con l’hashtag #EndSars ha preso vita quindi una campagna mediatica che, insieme alle contestazioni di piazza (molte delle quali finite nel sangue) hanno portato alla costituzione di una commissione d’inchiesta finalizzata a perseguire gli agenti di polizia accusati di brutalità e risarcire le vittime e i loro parenti.
Nonostante una parziale apertura da parte del Governo, il 20 ottobre l’esercito e la polizia hanno sparato contro i manifestanti in due quartieri di Lagos.
Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari, attraverso un discorso trasmesso in tv, ha invitato a pazientare perché il Governo è impegnato ad attuare le riforme della polizia chieste a gran voce dai manifestanti.
Il non aver condannato le ultime uccisioni ha fatto piovere tantissime critiche sul presidente Muhammadu Buhari e su una classe politica, considerata altamente corrotta, la cui riforma è il nuovo e prossimo obiettivo dei giovani nigeriani.
di Antonio Melita – EmmeReports