Magra, lunghe gambe, capelli corti e un visino sbarazzino che ti fa pensare subito alla Sabrina di Audrey Hepburn o alla Molly di Demi Moore nel celebre film Ghost. Lea Pellegrino è una giovane designer palermitana, considerata da tutti i suoi numerosi amici e clienti, creativa, empatica, solare ed estrosa.
Chi la conosce non può che innamorarsene immediatamente, grazie alla sua simpatia e alla sua eleganza… Occhio però a come andate vestiti, perché vi squadra da capo a piedi, analizzando ogni dettaglio del vostro look e, senza crearsi alcun problema, è pronta a bacchettarvi per avere indossato qualcosa che non le garba!
Però è sempre disponibile a dare dei consigli a chi glieli chiede, anche in questi giorni di quarantena forzata.
“Sono in una fase di nuova progettazione di idee e valutazioni alternative”, ci dice Lea Pellegrino “Anche io sono in modalità Smart Working! Sono anche adesso in contatto con i miei clienti. Alla fine siamo una grande famiglia!”
Infatti non si ferma mai, la sua mente vulcanica elabora nuovi pensieri e abiti, da sviluppare appena questo brutto periodo di blocco sarà finalmente terminato.
La passione per i vestiti e per la moda l’accompagnata sin da bambina.
Ha da sempre il pallino di mescolare i colori e una passione per scarpe e borse, tanto da comprarne 14 paia tutte in una volta, senza badare a marche o prezzi, ma solo per aggiungerle alla sua preziosa collezione.
Appassionata anche di disegno, ha pensato di coniugare la sua capacità artistica con la moda, sognando di potere trasformare il tutto in un mestiere vero e proprio. Lea, quindi, comincia a disegnare abiti e accessori che vedeva nella sua mente e a realizzarli con le sue mani.
Vive per un po’ di anni a Roma, dove conosce e si innamora del vintage, uno stile, una moda non ancora arrivata a Palermo.
“Ho deciso di vendere abiti vintage usati e trasformati da me“, ci spiega Lea “ma non ho avuto molto successo perché la gente non era propensa ad accettare questo stile, considerando i miei capi solo pezze vecchie”.
Dietro la Bottega è il suo marchio, il suo brand, che indica, appunto, il retrobottega, il magazzino, la stanza di servizio che un tempo, per gli artigiani, era anche il laboratorio.
“Ho scelto questo nome perché il mio lavoro è nato un po’ così, prendendo capi in disuso che rimanevano nel retrobottega e ai quali davo una seconda vita”.
Le creazioni nascono nella sua mente, dai suoi desideri, dalle sue ispirazioni, rispecchiando sempre il suo stile personale.
“Dipingo le t-shirt con il pennello e anche le applicazioni sono realizzate a mano. Faccio tutto da sola, cucio, disegno, confeziono. È diventata una cosa talmente meccanica che adesso non disegno più, penso alle mie future creazioni e gli dò vita”.
La bellezza della nostra isola è sempre presente nei suoi capi.
“La mia prima creazione è stata una maglia con Sicilia e pon pon rosso che rappresentava l’Etna. Voglio che emerga la mia terra, anche per questo ho deciso di svolgere il mio lavoro qui a Palermo, senza bisogno di andare via”.
Tra i clienti di Lea ci sono Carolina Crescentini, Bianca Atzei, Eliana Chiavetta e Annandrea Vitrano de I Soldi Spicci, tutti conquistati dalle fantasie con animali e soggetti ispirati dalla natura.
La figura della donna comune, quella che incontri per strada, è una fonte d’ispirazione, tanto che i suoi capi hanno come target, proprio il mondo femminile, dove emergere, affermarsi, soprattutto in Sicilia, non è sempre facile.
“Io mi sono creata dal nulla, ci vuole molta volontà ed impegno nel farsi strada oggi, penso di essere una ragazza con molta passione che ha deciso di fare di questa un lavoro affrontando tutte le difficoltà del caso” ci dice la designer siciliana.
“Per questo voglio consigliare alle ragazze che desiderano fare il mio lavoro, di crederci fortemente, di andare contro tutto e tutti per realizzare il proprio sogno e di non arrendersi alle difficoltà”.
“Non basta festeggiare l’8 marzo per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo”.
“Una donna che vale e con carattere non ha bisogno di una lettera “a” per distinguersi e dar forza alle proprie azioni e parole!”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports
Foto di Dietro La Bottega