L’Ordine degli avvocati di Palermo ha presentato questa mattina Giustizia e diritto: fuori e dentro i tribunali”, libera manifestazione culturale, che ha avuto luogo all’interno del Tribunale di Palermo, per la promozione della tutela internazionale dei diritti umani.
L’Avvocatura, custode dei principi fondamentali della civiltà giuridica, svolge un ruolo essenziale nella tutela dei diritti umani. L’esempio di Ebru Timtik, come quello della collega iraniana Nasrin Sotoudeh, testimonia come la professione forense sia rimasta, in ogni parte del mondo, l’ultimo baluardo di legalità e giustizia a presidio del sacrosanto diritto di difesa e dei diritti fondamentali dell’uomo, fino all’estremo limite della propria vita.
L’Ordine degli Avvocati di Palermo condanna fermamente ogni violazione dei diritti umani perpetrata nel mondo, come quella subita, tra gli altri, dagli avvocati Timtik e Sotoudeh, che esercitavano la propria attività in difesa dei diritti umani in regimi autoritari e da cittadini come George Floyd e Willy Monteiro Duarte, uccisi dalla violenza umana.
In ragione di ciò, l’Ordine promuove e sostiene ogni iniziativa utile a garantire il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo.
Raizes Teatro, compagnia teatrale diretta da Alessandro Ienzi, avvocato del Foro di Palermo, autore, regista e attore, ha proposto per l’occasione una performance dedicata a Ebru, Nasrin, Willy e George e a tutte le vittime di violazioni dei diritti umani.
“La rappresentazione lega con un sottile filo rosso le gravi sospensioni dei diritti umani o le loro violazioni che si sono verificati in diversi paesi del mondo e che sono ancora in atto” ha affermato Ienzi, aggiungendo che “dagli USA all’Iran, dalla Turchia all’Italia, le vicende che hanno interessato Nasrin Sotoudeh, Ebru Timtik, George Floyd e Willy Monteiro Duarte, ci spingono ad una doverosa riflessione, quale coscienza civile dobbiamo acquisire per far sì che le sospensioni e le violazioni dei diritti umani cessino, sia che esse provengano da cittadini della società civile sia che essi provengano dalle istituzioni politiche?”
Alessandro Ienzi, diplomatosi alla Scuola delle Arti e dei Mestieri del Teatro Biondo, ha presentato la performance Hungry for Justice, iniseme a Mamadou Dioume, Sonia Barbadoro, Patrick Andrade Mendes e Marina Mazzamuto.
“Abbiamo voluto un’iniziativa volta ad una profonda riflessione sul ruolo della società civile nell’affermazione della Giustizia sostanziale” ha spiegato Alessandro Ienzi “per cui si è vero che la giustizia viene garantita dalla magistratura degli avvocati che esercitano la professione, ma è anche vero che è necessario una nuova partecipazione della società civile, e questo è possibile soltanto nella misura in cui c’è una diffusione culturale, come l’arte, il teatro e la musica”.
Attore, regista e pedagogo di nazionalità franco-senegalese Mamadou Dioume si è diplomato presso l’Istituto Nazionale delle Arti del Senegal (INAS) e dal 1984 è membro del Centro di Ricerca di Peter Brook. Dal 1991 dirige workshop e masterclass per attori in Africa e in tutta Europa. Dal 2018 collabora con Raizes Teatro, per la quale tiene laboratori di formazione e ricerca su testi classici o fatti di attualità, voce, corpo e movimento scenico.
“Noi stiamo vivendo nell’ignoranza, nelle tenebre. Dopo la morte avremo tutti la stessa cosa, il sorriso eterno che è lo scheletro, il quale non ha colore, è per tutti uguale. Ecco il teatro è un esempio di uguaglianza, perché non giudica e unisce tutti quanti, attori e spettatori” ha affermato Mamadou Dioume, che ha aggiunto che “Bisogna parlare col ventre, con la parte inferiore del nostro corpo, perché è da lì che passano tutte le sensazioni. L’opera teatrale, la danza, la musica e l’arte in generale parte dal ventre degli attori e arriva in quello degli spettatori”.
La performance teatrale è stata preceduta da diversi interventi, tra cui l’Avv. Giovanni Immordino, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo, il Dott. Matteo Frasca, Presidente della Corte D’Appello di Palermo e Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports