Nel giorno in cui si decideva l’archiviazione definitiva del caso “Mario Biondo”, i legali della famiglia hanno consegnato documenti ed elementi “nuovi” per contrastare la tesi del suicidio del cameraman palermitano.
Il GIP, acquisita la nuova documentazione, deciderà quindi – nei prossimi giorni – se chiudere il caso per suicidio oppure se procedere per omicidio nei confronti di eventuali responsabili.
Ricordiamo che Mario Biondo è stato trovato senza vita, in circostanze ad oggi ancora tutte da chiarire, la sera del 30 maggio 2013 in Spagna, nella casa della moglie Raquel Sanchez Silva.
Santina D’Alessandro è una madre che non ha perso mai la forza di rincorrere quella giustizia, sinora negata, per la perdita del proprio figlio ed oggi spera che il giudice possa tenere conto delle incongruenze esposte dagli avvocati, soprattutto dall’energica avvocatessa Carmelita Morreale.
“Ci sono incongruenze mostruosamente importanti che per amore della verità, soprattutto processuale, abbiamo portato all’attenzione del giudice” ha dichiarato l’avv. Carmelita Morreale al termine dell’udienza.
I legali hanno parlato di ben 10 spunti investigativi portati in aula per tenere vivo un caso, frettolosamente e volutamente etichettato come suicidio, che ha visto in questi anni troppe “cose non fatte o fatte male” sicuramente perché Mario Biondo è figlio di una famiglia comune.
Una famiglia che, in Italia, ha trovato il supporto di migliaia di persone comuni, ma che in Spagna ha dovuto combattere, a colpi di denuncia, anche contro la moglie Raquel.
“A lei non è morto nessuno, ha fatto sempre di tutto contro di noi. Sono convinta che lei nasconda qualcosa” si lascia scappare Santina riassumendo in poche parole anni di battaglie con la moglie del figlio Mario che “se voleva, come parte offesa poteva (o doveva) essere presente qui con noi”.
Adesso è tutto rimesso alla decisione del giudice che può definitivamente archiviare il caso “Mario Biondo” con la tesi “sgangherata” del suicidio, oppure iniziare finalmente a cercare la verità sapendo che qualsiasi cosa venga decisa dovrà fare, comunque, i conti con quel “in ogni caso noi non ci arrendiamo” della mamma Santina che è un vero e proprio testamento di vita.
di Antonio Melita – EmmeReports