In occasione della Giornata Internazionale per l’aborto sicuro, gratuito e garantito, le donne palermitane di Non una di meno-Palermo hanno dato vita questo pomeriggio ad un importante momento pubblico di informazione e condivisione ove sono stati messi al centro il tema della contraccezione, dell’ aborto e del diritto alla salute per le donne.
“Contraccezione per non abortire, aborto sicuro per decidere!” è stato lo slogan che più volte a gran voce si è levato dalla piazza.
“Abbiamo deciso di scendere in piazza in occasione del 28 settembre, la giornata internazionale per l’aborto sicuro, per difendere una la legge 194, che a distanza di 40 anni continua ad essere disattesa e no applicata”. Ha affermato Roberta, di Non una di meno Palermo.
Come hanno spiegato le donne di Non una di meno, in Sicilia il tasso di obiezione di coscienza medio è all’87%, ciò significa che quasi 9 medici su 10 nell’isola sono obiettori, con picchi che arrivano al 97% della città di Messina.
“In Sicilia ci sono dei dati spaventosi, registriamo un altissimo numero di medici obiettori di coscienza! A Palermo si stima che tra qualche anno non sarà più possibile effettuare un aborto perché gli unici medici non obiettori andranno in pensione. La libertà delle donne, la loro autodeterminazione è in pericolo” ha continuato la giovane attivista del movimento.
“A Marsala il comune ha deciso di creare il registro dei bambini mai nati, un atto il cui unico scopo è appunto quello di minare la libertà delle donne. Per questo noi continueremo a scendere in piazza perché l’obiezione di coscienza è altissima e la contraccezione non è gratuita, mentre dovrebbe esserlo secondo la legge 194. La violenza sulle donne non è solamente fisica. Noi continueremo a scendere in piazza fino a quando questi il diritto all’aborto e alla contraccezione gratuita, non saranno garantiti, ma anche tutelati” ha affermato Roberta.
Le donne di Non una di meno-Palermo, oggi in piazza Verdi hanno spiegato alle ragazze incuriosite, che l’aborto farmacologico tramite la pillola RU486, semi sconosciuto e poco praticato, è un metodo abortivo meno invasivo di quello chirurgico e che, solo in Italia, prevede l’obbligo di ricovero in ospedale per 3 giorni e il limite alla settima settimana di gestazione, condizioni che lo hanno reso meno accessibile. Ad agosto 2020 il Consiglio Superiore di Sanità, pubblicando le nuove linee guida, ha annullato l’obbligo di ricovero per l’assunzione della pillola RU486 e ha allungato il periodo in cui si può ricorrere al farmaco fino alla nona settimana di gravidanza. Tali direttive non sono però ancora operative.
La legge 194 viene completamente disattesa anche riguardo la gratuità della contraccezione che non viene garantita dalla Regione Sicilia e riguardo al ruolo dei consultori sul territorio. “La disponibilità di contraccettivi gratuiti è condizione necessaria per assicurare il diritto alla procreazione responsabile, con ricadute importanti sulla salute delle donne. Obiezione di coscienza, contraccezione non gratuita, smantellamento dei consultori sono tutti dispositivi che colpiscono la libertà di scelta soprattutto per le precarie, le più povere, le giovani e le migranti. Proprio per questo è importante pensare a momenti e occasioni ove poter organizzare e creare spazi di condivisione, discussione, controinformazione. Momenti come quello di oggi rimettono al centro del dibattito pubblico la condizione della donna la cui libertà e il cui diritto all’autodeterminazione sono costantemente lesi e messi in discussione” hanno affermato le donne palermitane di Non una di meno.
Oggi in piazza Verdi, Roberta, Giuliana, Claudia, Chiara, Simona e altre donne di Non una di meno-Palermo, hanno distribuito a ragazze e ragazzi materiale informativo su come e dove ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza a Palermo, ma anche preservativi, con l’invito di “divertirsi serenamente” o “prevenire è meglio che curare”. Abbiamo notato ancora tanta diffidenza e imbarazzo, quando si parla di certi argomenti, come il sesso, la contraccezione e l’aborto.
“Siamo oggi piazza per occupare lo spazio pubblico, parlare di aborto sicuro, obiezione di coscienza e diritto alla salute delle donne. Siamo qui per una distribuzione gratuita di contraccettivi, di materiale informativo, perché la maggior parte delle donne, non è neanche a conoscenza dell’esistenza della pillola abortiva” ha affermato Claudia.
“L’aborto farmacologico è una pratica abortiva decisamente meno invasiva rispetto a quella chirurgica, ma non per questo ugualmente accessibile. L’aborto farmacologico prevede l’obbligatorietà a tre giorni di ospedalizzazione e il limite per il suo ricorso alla settima settimana di gestazione. L’Istituto Superiore di Sanità ha recentemente emanato delle nuove direttive che non soltanto aboliscono l’obbligo di ricovero, ed estendono alla nona settimana, la possibilità di ricorrere alla pillola RU486, ma queste direttive non risultano ancora essere operative” ha continuato l’attivista di Non una di meno Palermo che ha concluso dicendo “Noi donne, anche quando riusciamo ad ottenere una piccola conquista, siamo quasi sempre attaccate dal punto di vista etico e morale”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports