Nella serata del 23 settembre, un assetto aereo in pattugliamento nell’ambito della Joint Operation Themis, coordinata dall’agenzia Frontex (European Border and Coast Guard Agency), ha avvistato alcuni moto pesca tunisini in presunta attività di pesca all’interno delle acque territoriali italiane, informando il Centro Controllo Nazionale Pesca presso il Comando Generale della Guardia Costiera.
A seguito della segnalazione, è stato disposto l’immediato impiego delle motovedette in servizio presso la Guardia Costiera di Lampedusa che, con personale ispettore pesca a bordo, hanno intercettato un moto pesca tunisino, ancora con le reti in mare, in attività di pesca illegale all’interno delle acque territoriali italiane, a circa 10 miglia dall’isolotto di Lampione.
Le unità navali operanti hanno quindi provveduto a scortare il motopesca della marineria di Monastir presso il porto di Lampedusa per i successivi accertamenti che hanno determinato il sequestro dell’attrezzatura da pesca costituita da una rete a circuizione di notevoli dimensioni (rete di lunghezza pari a circa 1700 metri e altezza 200 metri) dall’ingente valore economico.
Il Comandante del motopesca è stato deferito all’Autorità Giudiziaria, per lo svolgimento di attività di pesca all’interno delle acque territoriali di altro Stato.
Sono in corso accertamenti anche su un altro motopesca tunisino del quale è stata acquisita la documentazione ai fini dell’applicazione delle sanzioni previste.
L’attività di contrasto alla pesca illegale nelle acque territoriali italiane risulta di fondamentale importanza al fine di tutelare gli interessi marittimi nazionali e garantire lo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche.
di Redazione – EmmeReports