Siamo obiettivi, essere il primo cittadino di una grande metropoli come Palermo non sarà affatto facile. Soprattutto in questi giorni, in cui la pandemia ha messo sotto scacco il mondo intero, in cui si rischia che all’emergenza sanitaria causata dal coronavirus si sommi quella socio economica, facendo saltare in aria il sistema paese. Non è semplice. E lo sa anche Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che abbiamo potuto intervistare solo alle 22.00 alla fine di una giornata piena di impegni.
Come sta rispondendo la cittadinanza all’emergenza sanitaria?
Sta rispondendo in maniera assolutamente ammirevole, l’ordine di restare a casa viene eseguito dalla quasi totalità dei palermitani, che hanno compreso che rispettare queste regole indicate dal governo nazionale in seguito alla pandemia da coronavirus, è un modo per avere cura della salute propria e dei propri cari, oltre per la salute degli altri. E’ un modo per evitare che possa accadere in Sicilia quello che è accaduto in altre regioni d’Italia, dove l’enorme numero di contagiati ha fatto collassare un sistema sanitario come quello della Lombardia molto più attrezzato del nostro.
Grazie anche alla professionalità di medici, infermieri e farmacisti.
Gli operatori sanitari che sono impegnati nelle strutture ospedaliere stanno facendo un grande lavoro e il miglior modo per esprimere gratitudine è di aiutarli in questo loro sforzo evitando di sovraccaricare d’impegno le strutture sanitarie. Se dovessero verificarsi le punte esponenziali del resto della nazione, andrebbero al collasso e sarebbe una tragedia dalle conseguenze inimmaginabili. Dai noi l’epidemia del coronavirus è partita dopo, ciò ci ha permesso di prendere i provvedimenti per contenere il contagio. Siamo entrati da subito nell’emergenza prima del resto d’Italia. I dati registrano ancora una crescita proporzionale, ma non esponenziale.
Le voci di assalti e saccheggi dei supermercati di Palermo, hanno messo in allarme le forze dell’ordine, che hanno cominciato a presidiare i centri commerciali. Rischiamo una rivolta popolare?
Se non si provvede prontamente, si rischia che il disagio diventi rabbia e la rabbia diventi violenza,. Dobbiamo evitare che all’emergenza sanitaria si sommi quella sociale e quindi abbiamo bisogno di preservare il patrimonio umano.
Quali provvedimenti verranno presi?
Attendiamo di conoscere in maniera più precisa i dati, i tempi e le modalità delle risorse stanziate dal governo regionale e nazionale per poter intervenire immediatamente. Aspettiamo che arrivino questi provvedimenti annunciati, 100 milioni di euro da quello regionale, ma non sappiamo ancora come avverrà questo trasferimento e chi saranno i soggetti destinatari.
Il governo nazionale ha stanziato 400 milioni di euro e non 4 miliardi, che lo Stato avrebbe dovuto dare a tutti i comuni italiani e che non servono ad affrontare l’emergenza, perché sono dei fondi che andrebbero comunque alle amministrazioni comunali. Io ho chiesto con forza che ci sia un decreto cura città. Il governo nazionale ha stanziato 400 milioni di euro, da destinare ad un intervento di pronto soccorso, nei confronti di coloro che non hanno di cosa vivere, cercando di porre un freno a un emergenza socio economica che rischia di esplodere accanto a quella sanitaria con effetti devastanti. Il testo è stato firmato. Tutto questo movimento nasce da una sollecitazione forte che io ho fatto al governo nazionale, grazie alla quale questi fondi saranno destinati a tutte le città da nord a sud, dove ci sono persone che stanno scoprendo una nuova povertà, figure professionali che si ritrovano a esaurire i risparmi e a trovarsi nelle condizioni di non avere di che mangiare.
Appena avremo questa disponibilità partiremo per fare questo provvedimento di emergenza, non si tratta di fare assistenza, sarà un modo di consentire la sopravvivenza di persone normali che in condizioni normali non hanno chiesto il reddito di cittadinanza.
In tutti i paesi civili non si danno soldi a chi ha bisogno, ma si mette la popolazione in condizione di assolvere i bisogni essenziali, come la salute e il mangiare. Ci auguriamo che il governo nazionale non perda tempo e che quello regionale adotti il provvedimento precedentemente annunciato.
Le istituzioni hanno sottovalutato il problema coronavirus all’inizio della pandemia?
L’Italia, il mondo intero hanno sottovalutato il problema del coronavirus. Ad ogni modo noi siamo arrivati molto prima di altri paesi, come la Gran Bretagna, la Spagna o gli Stati Uniti che dicevano che eravamo esagerati e che adesso seguono il modello italiano. L’allarme lanciato dagli esperti era serio e meritava un intervento forte sin dall’inizio. In Italia si è pensato di poterlo affrontare con una zona rossa, ma il movimento dei contagiati asintomatici, certamente una fonte di infezione terribile, ha innescato l’epidemia in tutto il paese.
Se potesse tornare indietro rifarebbe Educarnival 2020?
Non ha procurato nessun problema perché era all’aperto e ad oggi non ci sono elementi per affermare che ci siano state contaminazioni. Voglio ricordare che allora non c’erano episodi di contagio da coronavirus in Sicilia. I casi sono venuti da fuori, per poi seguire dei percorsi difficilmente ricostruibili.
Il sindaco di Messina Cateno De Luca è diventato l’idolo regionale per le sue proteste contro il governo, tanto da essere accusato di vilipendio dal ministro degli interni. Lei è al fianco del sindaco o del ministro?
Io non mi sento al fianco di nessuno. Mi sento in dovere di dire che qualche volta uno col dito indica la luna e tutti a parlare del dito e non della luna. Piuttosto che parlare del dito ovvero il sindaco De Luca che indica il problema, preferisco parlare del problema. Stiamo facendo tutto quello che è opportuno per contenere la diffusione del contagio.
Cosa ci resterà di questa esperienza quando tutto sarà passato?
Quando usciremo da questo tunnel, scopriremo una nuova spiritualità. La presenza di milioni di persone davanti l’immagine del Papa, la partecipazione della spiritualità anche degli atei, oltre coloro che sono di diversa religione cattolica cristiana, è la conferma che sta nascendo una nuova spiritualità, una nuova solidarietà. Sono commosso dal numero incredibile di persone che vogliono donare, intervenire, impegnarsi, come la Protezione Civile, la Polizia Municipale, le Forze dell’Ordine, gli assistenti sociali, tutto il personale del mondo sanitario, farmaceutico e medico. Ci sta scoppiando una voglia di aiutare! Abbiamo pensato di istituire un apposito fondo nel quale fare confluire tutte le donazioni o di indirizzarle alla Caritas. Abbiamo ricevuto una notevole quantità di materiale di protezione da parte dell’ambasciata cinese che abbiamo subito consegnato alla regione per distribuirli a chi lavora negli ospedali.
Uno spirito di collaborazione che serve per affrontare insieme questo periodo drammatico.
Ha un desiderio Sig. Sindaco?
Il mio più grande desiderio è quello di potere uscire per strada senza mascherina, incontrare persone anche loro senza e provare ancora il piacere di stare vicini a meno di un metro con chi parliamo.
Prima di salutarci, il Sindaco Leoluca Orlando si rivolge a noi dei media.
Aiutateci a informare i cittadini a comprendere che insieme ce la possiamo fare!
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports