Un ragazzo di 27 anni torna a casa con il bus 389, scende e alla fermata viene brutalmente aggredito e percosso da due persone. Il giovane viene trasportato in fin di vita presso l’ospedale più vicino, dove, dopo essere ricoverato in terapia intensiva, inizia il calvario per le gravi lesioni subite in seguito alla violenza inaudita di cui è stata vittima.
Non siamo a Colleferro in provincia di Roma, ma a Monreale in provincia di Palermo. Il ragazzo pestato a sangue non si chiama Willy Monteiro Duarte, ma Alex. Non è morto, ma ha rischiato seriamente di esserlo. Probabilmente la sua vita non sarà più la stessa. Chi lo ha aggredito, non sono due bulli palestrati e tatuati, ma padre e figlio, che hanno usato la stessa violenza per aggredire un ragazzo inerme.
Alex non ha avuto la stessa eco mediatica di Willy, ma questo non significa che il tragico evento non sia da condannare allo stesso modo, che chi abbia massacrato di botte Alex, non debba subire la stessa condanna di chi ha ucciso Willy. Due ragazzi inermi, vittime della stessa violenza. Ma, mentre i due carnefici di Willy sono attualmente in carcere, quelli di Alex sono già liberi.
Il 43enne, dopo due giorni trascorsi all’interno del carcere Pagliarelli di Palermo, è stato scarcerato e si trova agli arresti domiciliari, mentre il figlio 17enne è solo stato denunciato a piede libero. Intanto continuano le indagini dei Carabinieri di Monreale per ricostruire la dinamica dell’aggressione e le cause.
Intanto le condizioni cliniche di Alex, come ha fatto sapere il padre, sono in leggero miglioramento. Il giovane è stato estubato e respira in maniera autonoma. Si attende il suo trasferimento nel reparto di Chirurgia maxillo-facciale dell’Ospedale Civico di Palermo.
Una notizia che solleva il morale della comunità di Monreale e Pioppo che, rimasta scioccata di quanto accaduto, si è radunata nel tardo pomeriggio di mercoledì, in piazza Guglielmo II, per dimostrare solidarietà ad Alex e alla sua famiglia.
“La manifestazione di oggi ha dato la possibilità di gridare quello che è accaduto e di testimoniare la vicinanza da parte dell’amministrazione non solo alla famiglia, ma a quanti sono vittime di violenza” ha dichiarato Alberto Arcidiacono, sindaco di Monreale. “È inaudito che in una terra come la nostra, che è una terra di accoglienza, non si possa essere liberi di alzare la testa e camminare serenamente per la nostra città” ha aggiunto il sindaco.
“Sono sistemi violenti e diffusi in tutto il Paese e noi abbiamo l’obbligo di fronteggiarli, di arginarli e fare in modo che ognuno possa finalmente respirare quell’aria di libertà che ha sempre caratterizzato la nostra terra, che oggi ha bisogno più di ieri di essere riscattata”.
Abbiamo chiesto al sindaco di Monreale, se ci sono vittime di serie A e vittime di serie B. “Io ritengo che ci siano vittime. Non può esistere in questo caso una discriminazione. Ci sono delle vittime e bisogna che ci sia della giustizia, perché è inaccettabile che gesti di questo tipo passino inosservati o comunque passino sottotono. Abbiamo bisogno di accendere i riflettori su quanto accaduto. E con questo attuare una presa di grande responsabilità, una presa di coscienza verso tutta la comunità che rappresentiamo” ha affermato Arcidiacono.
“Oggi un gruppo di persone, associazioni, organizzazioni sindacali, organizzazioni partitiche e Chiesa, hanno deciso di riunirsi, per capire cosa si può fare per contrastare questi fatti, che noi condanniamo e che hanno coinvolto un ragazzo di Monreale e di Pioppo” ha affermato Tonino Russo, segretario FLAI CGIL Sicilia.
“Siamo qua per dire No alla violenza in tutti i modi, per trovare tutti assieme un percorso, perché questi fatti non accadono più nel nostro territorio, come ovunque.
Quando ti toccano da vicino, conosci la famiglia, non si può stare fermi e non si può stare zitti” ha detto Russo.
“Noi abbiamo visto in questi ultimi giorni troppo silenzio e quindi siamo scesi in piazza, in un posto pubblico per dire queste cose all’aperto, per sensibilizzare anche quelle persone che stanno a casa e cercano di non parlare di questi gravi fatti”.
Presente alla manifestazione in favore di Alex, anche l’associazione monrealese DonnAttiva, sempre in prima linea contro ogni forma di violenza e pronta ad impegnarsi per opporsi all’insorgenza di comportamenti devianti tra i giovani.
“Crediamo nelle nuove generazioni e siamo convinte della necessità di investire su di loro per concorrere a costruire un futuro migliore” ha affermato la presidente Ina Modica. “Al contempo, riteniamo necessario creare una rete per rendere più efficace ogni azione di contrasto ad ogni forma di violenza”.
di Francesco Militello Mirto – EmmeReports