“Bisogna aver ancora un caos in sé per poter generare una stella danzante” avrà sicuramente pensato Álex Pina ideando la quarta (e ultima?) stagione de La Casa di Carta (la Casa de Papel) in onda il prossimo 3 aprile su Netflix.
Avevamo lasciato la banda di ladri più famosa di Spagna in guai abbastanza grossi: il Professore, credendo che Lisbona fosse stata giustiziata, aveva dato l’ordine per l’attacco finale, Tokio e Rio avevano quindi fatto esplodere un blindato della Policia, Nairobi a lottare tra la vita e la morte e il resto della banda in preda allo sconforto più totale, l’uno contro l’altro in una scena da “stallo messicano”.
Recita bene quindi il trailer ufficiale lanciato il 5 marzo scorso con quel: “Che il caos abbia inizio”, perché sarà proprio questo il tema della stagione visto che, a detta proprio di Alba Flores (Nairobi): “gli autori sono andati contro le aspettative del pubblico”.
A dire il vero lo avevano già fatto, ad esempio, con la morte di Berlino (Pedro Alonso); ma un po’ tutti avevamo creduto che fosse stato già un bell’azzardo “fare fuori” uno dei personaggi più amati della serie.
Ed invece, a detta proprio di Itziar Ituño (Raquel Murillo e/o Lisbona): “Le cose non andranno bene” soprattutto a causa di un nuovo nemico (o forse due) della banda proprio all’interno della Banca Nazionale di Spagna.
“Questa non è più una rapina, né una sfida al sistema. Questa è una guerra” aveva detto via radio Alvaro Morte (il Professore), ma sembra proprio che le sorti della stessa non siano a vantaggio dei beniamini in tuta rossa e maschera di Dalì.
Sarà una lotta per sopravvivere più che per concludere il grande furto e Stoccolma (Esther Acebo) si ritaglierà, ad esempio, una parte importante insieme a Palermo (Rodrigo De La Serna) che non dimentichiamolo mai è conosciuto come l’Ingegnere (e questo dovrà pure avere qualche significato?).
Non ci resta quindi che attendere il 3 aprile ed ascoltare direttamente dalla voce di Ursula Corbero (Tokio) le sorti dei nostri beniamini anti-sistema de la Casa di Carta 4.
di Antonio Melita – EmmeReports