Questa mattina è stata ricordata la figura del giovane commissario della Polizia di Stato Giuseppe Montana ucciso 35 anni fa in un agguato mafioso a Porticello (Palermo).
Alle 10.00, alla presenza di familiari, colleghi e amici, si è svolta una cerimonia di commemorazione in piazza “Beppe Montana”, a pochi metri dal luogo dell’attentato. Il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani e il questore Renato Cortese hanno deposto una corona di alloro sulla stele in marmo dedicata al ricordo dell’estremo sacrificio del funzionario.
Il 28 luglio del 1985, il poliziotto che “catturava” i latitanti fu colto da “Cosa Nostra” in uno dei rari momenti che egli dedicava allo svago e a sé stesso: una domenica pomeriggio, di ritorno da una gita in barca con amici e parenti, sul molo di Ponticello, a 15 chilometri da Palermo, Giuseppe, “Beppe” per tutti, fu freddato dai proiettili di due pistole, una calibro 38 e una calibro 357 sparati alla schiena.
Il commissario venne ucciso per i risultati che aveva conseguito e per l’insidia che rappresentava per le cosche; solo tre giorni prima la sua squadra aveva arrestato otto affiliati al clan Greco.
Lo Stato ha onorato il suo estremo sacrificio conferendogli, il 26 settembre 1986, la Medaglia d’Oro al Merito Civile, con la seguente motivazione:
“Sprezzante dei pericoli cui si esponeva nell’operare contro la feroce organizzazione mafiosa, svolgeva in prima persona e con spirito d’iniziativa non comune, un intenso e complesso lavoro investigativo che portava all’identificazione e all’arresto di numerosi fuorilegge. Sorpreso in un agguato, veniva mortalmente colpito da due assassini, decedendo all’istante. Testimonianza di attaccamento al dovere spinto fino all’estremo sacrificio della vita. Palermo, 28 luglio 1985″.
di Redazione – EmmeReports