La fotografia che ritrae i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme, l’uno accanto all’altro e sorridenti, è diventata ormai un’icona, ahimè solo dopo la morte dei due giudici siciliani, altrimenti sarebbe rimasta una delle tante foto del vasto archivio di un fotografo.
Il 20 luglio 1992 all’indomani della strage di Via D’Amelio, la foto scattata dal fotogiornalista Tony Gentile ha avuto la massima diffusione, venendo pubblicata da tutti i giornali. Non c’è caserma della Polizia di Stato o dei Carabinieri o ufficio di qualche magistrato dove la foto non sia stampata e appesa al muro.
E proprio questa fotografia ha spinto Tony Gentile a promuovere l’iniziativa Photographs Lives Matter per attirare l’attenzione dei media e dei colleghi sul concetto di valorizzazione della fotografia passando per una modifica della legge sul diritto d’autore.
“Sono qui a metterci la faccia, essendo l’autore di una foto tra le più riprodotte in Italia che rappresenta un grande pezzo della storia del nostro Paese” ha affermato Tony Gentile. “Volevo concentrare l’attenzione mediatica e dell’opinione pubblica su un fattore per noi fotografi molto importante, la dignità della fotografia, che ha bisogno di essere rivalutata e di avere una maggiore dignità” ha continuato il fotoreporter palermitano.
“La legge italiana sul diritto d’autore nega questa dignità alla fotografia. Per tale motivo io metto la faccia a difesa della fotografia, da quella amatoriale a quella professionale, perché è giunto il momento, soprattutto in questo periodo storico di cui tutti condividiamo l’immagine, di dare grande valore alla fotografia. La legge italiana sul diritto d’autore è veramente vecchia, non tiene conto di molte cose che sono cambiate e soprattutto pone delle differenze che io definisco discriminatorie rispetto ad altre discipline” ha spiegato Tony Gentile.
“Nella musica non esiste l’idea di un componimento semplice e uno artistico. Solo in fotografia esiste questa differenza, tra fotografia semplice e creativa. È giunto il momento di superare questo passaggio, tutta la fotografia è creativa. Ci sono molte sentenze che dicono che il fotogiornalismo è fotografia semplice. Questo non è possibile. Il fotogiornalismo è sempre un atto creativo, così come la scrittura di un articolo, da una semplice notizia di cronaca ad un editoriale di un qualsiasi giornale” ha affermato l’autore dell’immagine che ritrae i due magistrati palermitani.
“Noi fotografi vogliamo fermare l’attenzione su due punti, la dignità della fotografia e il superamento dell’idea di fotografia semplice e quella creativa, soprattutto nell’ambito del fotogiornalismo. Che sia Robert Capa o l’ultimo dei fotografi, la sua deve essere considerata un’opera creativa” ha detto Gentile.
“La mia foto vale quanto qualsiasi altra fotografia. Quindi io autore dovrei averne la possibilità di poterne sfruttare il diritto di utilizzo. Quando ho scattato questa foto ero abbastanza giovane, avevo 28 anni, dopo venti anni, come la legge prescrive, a 48 anni, nel pieno della mia attività professionale, ne perdo la possibilità di utilizzarne i diritti” ha commentato il fotografo palermitano, rispondendo ad una domanda sul suo scatto più famoso e spiegando che l’archivio è per un fotografo una base fondamentale anche per continuare a vivere e che togliere per legge il diritto di utilizzarne i diritti è un danno materiale legalmente autorizzato.
di Francesco Militello Mirto – EmmeReports