Una lunga fila di macchine con il motore accesso è ferma lungo una delle carreggiate del Foro Italico, dove alcune giovani donne africane, sotto gli occhi attenti dei loro aguzzini, contrattano con i loro clienti. Tra questi anche chi, per soddisfare le proprie pulsioni, ha lasciato a casa la moglie incinta.
Il business dello sfruttamento sessuale in Italia e in Europa frutta miliardi di euro, a causa dell’altissima richiesta di giovani donne africane da inserire nel mercato della prostituzione. Le donne provengono quasi tutte da Benin City nel sud della Nigeria, dove ha avuto origine la Black Axe, (Ascia Nera), l’organizzazione criminale che controlla la tratta delle schiave sessuali destinate all’Italia.
In ricordo delle vittime, nel 2006 è stata istituita la Giornata Europea contro la tratta degli esseri umani.
“Questa giornata ci ricorda che la tratta di esseri umani è un fenomeno che non risparmia neanche i Paesi più attenti alla vita democratica e al rispetto dei diritti umani”, ha affermato la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella. “Anche in Europa, purtroppo, sono numerose le persone che vivono in una condizione di invisibilità, una vita di oppressione e sfruttamento. Si tratta di una piaga che non risparmia i soggetti più esposti o più deboli, le donne, i bambini, e che va affrontata mantenendo una visione globale e attivando ogni possibile forma di collaborazione con i Paesi di provenienza delle vittime”.
“Un numero crescente di persone nel mondo vede infatti aumentare la propria vulnerabilità a causa di crisi geopolitiche, conflitti, cambiamenti climatici e povertà, diventando facile preda delle organizzazioni criminali”, ha aggiunto la Ministra.
Il 18 ottobre a Palermo, alcune donne di Benin City hanno organizzato una fiaccolata a sostegno delle vittime di tratta.
“Questo corteo è molto importante per noi donne nigeriane vittime di tratta, ma anche per ricordare le nostre sorelle e i nostri fratelli che sono morti in Italia e in Europa”. Osas Egbon, fondatrice dell’Associazione promozione sociale donne di Benin City di Palermo.
“Sappiamo che la vita della strada è stata per loro non soltanto durissima, ma fatale. Noi vorremmo rivolgerci ai cittadini di Palermo, anche se qui non ne vedo molti, che sono complici dei trafficanti, perché con la scelta di cercare le donne, non fanno altro che alimentare la tratta. Un fatto culturale molto molto grave sul quale dobbiamo intervenire sui bambini sin da quando sono piccoli, per non essere costretti a piangere nuove morti, per non essere costretti a commemorare”, con queste parole, Fausta Ferruzza, insegnante e rappresentante del Forum Antirazzista di Palermo, si è rivolta alle donne presenti al corteo.
“La tratta di esseri umani incide notevolmente sulla sicurezza e sulla dignità di una persona e trova spesso terreno fertile nei conflitti armati o in altri contesti non sicuri“, ha dichiarato Dasililla Oliveira Pecorella, della Consulta delle Culture di Palermo.
“La fragilità statale, lo sfollamento forzato, la migrazione irregolare, la povertà e la discriminazione, nonché l’assenza dello stato di diritto sono alcuni dei fattori che favoriscono la tratta di esseri umani, la quale, a sua volta, è anche una fonte di finanziamento per conflitti armati o estremismo violento e può, quindi, contribuire a rafforzare ulteriormente le guerre. E qui a Palermo è bene ricordare che la tratta non è solo, oramai al Parco della Favorita e nemmeno in centro. Dobbiamo educare i giovani in questo contesto. La sensibilità vale tanto. Oggi è una giornata di ricordo e che ogni giorno lo sia”.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports