L’operazione Mare Sicuro 2023 è partita il 17 giugno e terminerà il 17 settembre. Dall’inizio della stagione estiva 3000 militari, 400 unità navali e 16 mezzi aerei della Guardia Costiera sono impegnati a pattugliare gli 8000 km di coste italiane e, da quest’anno, anche il Lago di Garda e il Lago Maggiore. “Il soccorso in mare rappresenta la nostra prima missione, ma con l’operazione Mare Sicuro ci prefiggiamo lo scopo di salvaguardare tutti coloro che fruiscono delle nostre spiagge e dei nostri mari, garantendo ai milioni di turisti e residenti un’estate all’insegna di sicurezza e legalità”, ha dichiarato l’Ammiraglio Nicola CARLONE, Comandante Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.
A Palermo l’operazione Mare Sicuro è coordinata dalla Sala Operativa della Direzione Marittima della Sicilia Occidentale. La sala operativa è formata da due sezioni differenti, la prima gestisce e coordina le attività di ricerca e soccorso, di salvaguardia dell’ambiente marino e costiero, di contrasto all’inquinamento, di rispetto delle norme riferite alla sicurezza della navigazione e alle attività legate alla pesca. La seconda sezione è chiamata VTS (Vessel Traffic Service), un sistema mirato ad incrementare il livello di sicurezza della navigazione marittima ed aumentare l’efficienza e la sicurezza dei porti. Ogni sezione è formata da personale specializzato e altamente formato, coordinato da un ufficiale d’ispezione presente H24, perché il servizio sia della parte operativa che del VTS è costante e non si può interrompere.
Il responsabile della Sezione Operativa è il Capitano di Corvetta Danilo MURVANA. Danilo ha assunto l’incarico lo scorso settembre dopo circa 10 anni dedicati alla formazione del personale della Guardia Costiera impiegato nel settore del monitoraggio del traffico navale, presso il Centro di formazione di Messina.
“Dal 17 giugno, data di inizio dell’operazione Mare Sicuro, la sala operativa ha intensificato i propri sforzi ed aumentato la presenza a mare dei propri mezzi navali allo scopo di vigilare sul rispetto delle norme poste a tutela della sicurezza della navigazione e della balneazione con finalità di prevenzione e contrasto di tutti quei comportamenti potenzialmente pericolosi per sé e per gli altri, come la navigazione nelle aree riservate ai bagnanti, l’eccesso di velocità in prossimità della costa ed il mancato rispetto della distanza minima da tenere dai subacquei in immersione”. Per legge le imbarcazioni da diporto devono stare a 300 metri dalla costa nelle zone sabbiose e a 100 metri dove sono presenti scogliere. Questi limiti servono per separare fisicamente chi fa il bagno a mare da chi invece lo utilizza per il diporto nautico.
La Direzione Marittima della Sicilia Occidentale comprende ventidue Comandi dipendenti così distribuiti: 5 Capitanerie di Porto (Palermo, Trapani, Mazara del Vallo, Porto Empedocle, Gela), la 7ͣ Squadriglia di Lampedusa, 8 Uffici Circondariali Marittimi (Terrasini, Termini Imerese, Sciacca, Porticello, Pantelleria, Marsala, Licata, Lampedusa), 6 Uffici Locali Marittimi (Mondello, Marettimo, Isola delle Femmine, attualmente accentrato presso Mondello, Favignana, Cefalù, Castellammare del Golfo), 2 Delegazioni di Spiaggia (Ustica e San Vito Lo Capo).
“Più nel dettaglio, la Direzione Marittima di Palermo sovrintende l’operazione Mare Sicuro svolta da tutti i propri Comandi dipendenti mentre è responsabile del coordinamento nella giurisdizione che va da Mongerbino fino a Capaci, dove effettuiamo controlli anche a tutela delle aree marine protette, delle biodiversità e del patrimonio ambientale”, continua il Comandante MURVANA. “Abbiamo giornalmente una squadra composta da due militari che si occupa di effettuare controlli sul demanio con particolare attenzione a quanto svolto dagli stabilimenti balneari, gli assetti navali dipendono, invece, dalla particolarità della giornata che aumenta nel fine settimana. Nel week end, infatti, possono essere impiegate dalle 2 alle 4 motovedette, per poter coprire tutte le zone di nostra competenza”. In caso di necessità la Guardia Costiera di Palermo richiede il supporto dei mezzi aerei della Base Aeromobile di Catania, ma anche delle altre amministrazioni, come l’82° CSAR di Trapani, il 4° Reparto Volo PS e la Sezione Aerea GdF di Palermo.
“Dal 17 giugno ad oggi abbiamo prestato soccorso a 4 imbarcazioni che si trovavano in difficoltà a causa delle condimeteo marine avverse e altre per avarie ai motori, trasbordando e mettendo in sicurezza l’equipaggio”, racconta il Capitano di Corvetta MURVANA. “Voglio ricordare che per le segnalazioni di emergenza, i numeri sono quelli ormai noti, il 1530 che è il numero storico della Guardia Costiera e il 112, tramite cui è ora possibile contattare la nostra centrale operativa per richiedere assistenza e soccorso”.
Lasciamo il Comandante Murvana in Sala Operativa e, insieme al Sottocapo Scelto Luigi CHIAPPARA e al Comune Scelto Alessandra MAIRA, usciamo per effettuare dei controlli presso due stabilimenti balneari di Capaci. Luigi lavora nella Guardia Costiera ormai da 21 anni. Prima di essere assegnato a Palermo, ha prestato servizio a Marsala, a Mazara del Vallo e a Messina dove è stato imbarcato sul pattugliatore CP 905. Dal 2012 si trova a Palermo dove, dopo un periodo di imbarco a bordo dell’unità CP 282, tra i diversi incarichi, effettua i controlli nelle spiagge e negli stabilimenti balneari.
“Controlliamo le postazioni degli addetti al servizio di salvataggio e le loro dotazioni, come i salvagenti, il pattino, i fischietti, le magliette con la scritta salvataggio. Poi si passerà al controllo dei locali adibiti a infermeria”, spiega il Sottocapo CHIAPPARA.
Le spiagge e le coste appartengono al demanio marittimo, quindi allo Stato, ovvero alla Regione Siciliana, per il demanio marittimo di pertinenza di quest’ultima. Per aprire uno stabilimento balneare si deve chiedere una concessione d’uso che, secondo una direttiva della Comunità Europea, deve essere messa al bando pubblico per offrire a tutti la possibilità di accedervi. Chi apre un lido deve rispettare tutta una serie di norme, per garantire l’assistenza e la sicurezza ai bagnanti, requisiti che sono obbligatori e che vanno mantenuti per tutta la stagione estiva. Oggi però, le spiagge libere a disposizione sono ormai ridotte all’osso e i lidi privati occupano la maggior parte dei litorali. Tantissime persone, che non possono permettersi le postazioni attrezzate, piantano gli ombrelloni nella battigia, nonostante sia destinata al libero transito per eventuali soccorsi. Un problema non da poco quello del demanio marittimo che impegna quotidianamente coloro che devono far rispettare le norme.
Siracusano, quarantasette anni, ventisette dei quali passati nella Guardia Costiera. Nocchiere di Porto dal 1995, dopo aver effettuato un primo percorso formativo presso la Scuola di formazione Sottufficiali di La Maddalena, la sua prima assegnazione è la Direzione Marittima e Capitaneria di Porto di Genova, a bordo della Motovedetta CP 248 in qualità di addetto ai servizi di coperta. A casa lo aspettano la moglie e quattro figli.
Incontriamo Corrado MALLIA, 2° Capo Aiutante Np, presso la Sezione Unità e Mezzi Navali della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Palermo: “La motovedetta d’altura CP 248 è preposta al soccorso, alla salvaguardia della vita umana in mare e per compiti di Polizia Marittima. A bordo di questa unità ho effettuato diverse missioni periodiche a Lampedusa di ricerca e soccorso in mare connessi al fenomeno migratorio.
Dopo un primo impiego presso l’ufficio Locale Marittimo di Castellammare del Golfo (TP), segue un periodo di formazione specialistica a La Maddalena nel 2005 e successivamente approda presso la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Palermo, assegnato all’Unità Organizzativa di Polizia Giudiziaria, collaborando anche con le altre forze di polizia, dove svolge importanti attività investigative. Dal 2020 viene imbarcato in qualità di Comandante a bordo della Motovedetta CP 527, principalmente preposta all’espletamento dei servizi di polizia e, laddove necessario, alla ricerca e soccorso in mare.
“Nell’ambito dell’operazione Mare Sicuro, la CP 527, trattandosi di motovedetta veloce per lo più destinata al servizio di polizia, l’unità col suo equipaggio è preposto a vigilare il litorale e lo specchio acqueo di giurisdizione, affinché le attività in genere di fruizione del demanio marittimo e del mare da parte di bagnanti, diportisti, esercenti attività commerciali connessi a fornire servizi come il noleggio di natanti, si svolgano nel rispetto delle norme di legge e di quelle più specifiche dettate dall’ordinanza di sicurezza balneare e, per la nautica, dal testo unico del diporto”, spiega Corrado.
Durante l’attività Mare Sicuro il lavoro delle donne e uomini della Guardia Costiera è quello di vigilare su eventuali comportamenti che possano mettere in pericolo la vita di chi trascorre la stagione estiva al mare. “Chiaramente il soggetto più debole della catena è il bagnante, che potrebbe trovarsi esposto ad uno sconsiderato comportamento del diportista che naviga mettendolo in pericolo”, spiega Corrado.
La vigilanza della Guardia Costiera durante l’operazione Mare Sicuro mira comunque a monitorare anche lo stesso comportamento del bagnante che, volontariamente e inconsapevolmente, potrebbe esporsi al pericolo, allontanandosi troppo dalla costa, oltre il limite delle acque riservate alla balneazione e, magari per affaticamento, trovarsi in difficoltà e non riuscire a rientrare a terra. Anche l’inesperienza o l’assenza di preparazione nautica e marinaresca dei diportisti della domenica possono essere causa di pericolo in mare
“Ero a largo di Capo Gallo quando, a causa del cambiamento repentino delle condimeteo marine, mi è capitato di prestare soccorso ad un natante preso in locazione, a bordo del quale si trovava una famiglia con bambini in tenera età”, racconta Corrado. “Avvicinatomi ho trovato una situazione di terrore e panico perché, per il tipo di natante e l’inesperienza delle persone presenti a bordo, si rischiava la tragedia. Dopo averli tranquillizzati ed avergli fatto indossare i giubbotti di salvataggio, li ho portati in porto a Isola delle Femmine, dando indicazione di seguirmi a debita distanza e stando nel punto in cui la mia scia smorzava il moto ondoso”.
Tutelare bagnanti e diportisti, senza mai transigere su quelle violazioni che mettono in pericolo la vita in mare. Questo il lavoro delle donne e uomini della Guardia Costiera durante l’operazione Mare Sicuro. Il giorno più impegnativo per gli equipaggi è la domenica. Più persone a mare, più probabilità di trasgressioni, più rischi.
Ogni turno di lavoro presso la Sezione Unità e Mezzi Navali della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Palermo, inizia con l’approntamento della motovedetta, preliminare all’espletamento delle missioni giornaliere programmate e disposte dalla Sala Operativa, in cui si verificano, con specifiche check-list, la funzionalità dei motori, degli apparati di bordo e delle dotazioni da utilizzare in caso di soccorso o di emergenza a bordo, dai giubbotti di salvataggio ai razzi fumogeni.
“Verificato che tutto sia nella norma, si mollano gli ormeggi e mantenendo contatti radio con la sala operativa eseguiamo la vigilanza fissa o dinamica nella zona assegnata, spostandoci dove la Sala Operativa dispone un intervento a seguito di richieste o segnalazioni pervenute tramite il numero 112 o 1530”, spiega Corrado. La vigilanza dinamica o fissa in particolari punti del litorale ove vi è maggiore afflusso serve a garantire, grazie all’impiego di più unità, una riduzione dei tempi di intervento a seconda della zona ove risulta necessario, così come la mera presenza in stato di ampia visibilità serve già a dissuadere dal porre in essere comportamenti pericolosi o comunque vietati. “Un diportista che ci vede non penserà mai di entrare nelle acque riservate alla balneazione o effettuare manovre pericolose”.
Siamo a bordo del GC A97, un gommone LED GS 33 da 520 cavalli e lungo una decina di metri, confiscato alla criminalità organizzata. Il nostro equipaggio è formato dal 2° Capo Aiutante MALLIA, dal 2° Capo Scelto Salvo LONGO e dal Sottocapo di 1ͣ classe Clara ALBANO. Dopo aver supportato un team di sommozzatori del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Palermo durante il recupero di alcune anfore dai fondali del mare di Mondello, ci allontaniamo dalla zona di operazioni a circa 300 metri dalla spieggia palermitana, per raggiungere quella di Capaci.
È una domenica molto calda, l’alta temperatura estiva diventa insopportabile a causa dell’umidità che bagna i nostri vestiti. Notiamo la stanchezza nei volti del nostro equipaggio. Ma il turno di lavoro non è ancora finito. Si deve intercettare un acquascooter che, nelle acque davanti la Baia del Corallo, sfreccia troppo vicino alla costa mettendo in serio pericolo la sicurezza dei bagnanti. L’inseguimento in mare è un’azione di polizia che serve per fermare e identificare un soggetto che, per sottrarsi al controllo dell’autorità, perché colto nella flagranza di un atto illecito, si dà alla fuga, per evitare di essere identificato e dover rispondere della violazione commessa, penale o amministrativa.
Prima di iniziare l’inseguimento Corrado fornisce dettagliate informazioni alla Sala Operativa, le caratteristiche del mezzo, la rotta e la sua velocità, in modo che quest’ultima possa predisporre l’intervento di altri mezzi navali, terrestri o aerei, a supporto dell’unità inseguitrice, allo scopo di addivenire al fermo nel minor tempo possibile e in sicurezza o alla successiva identificazione laddove riesca a dileguarsi.
“Durante la fuga di un soggetto a bordo di un mezzo nautico, noi operatori dobbiamo gioco forza eseguire manovre simili a quelle del fuggitivo per raggiungerlo, tenendo però sempre a mente che è una necessità prioritaria quella di tutelare la sicurezza degli altri utenti del mare e, aggiungerei io per la mia veste di Comandante, anche quella dei colleghi che ho con me quando sono alla conduzione”, spiega Corrado. “Principio fondamentale all’inizio dell’inseguimento è quello di attivare i dispositivi di emergenza acustici e visivi, sirena e lampeggiante, affinché gli altri inconsapevoli utenti del mare percepiscano quanto stia accadendo, adoperandosi pertanto a mantenere una debita distanza di sicurezza. Chiaramente serve a far capire all’inseguito l’intento e la precisa volontà dell’autorità che interrompa tale azione”.
Oltre ai segnali di emergenza, laddove possibile e qualora il trasgressore abbia la possibilità di notare l’inseguitore, l’autorità lancia precisi avvisi a voce, mediante megafono, facendo cenni con le braccia e che siano incontrovertibilmente chiari dell’intimazione a fermarsi.
“È chiaro che in mare gioca molto la capacità marinaresca e la velocità dei mezzi ed in ragione di questa, laddove il mezzo navale di polizia è più veloce di quello del trasgressore, si adoperano manovre navali di disturbo, per esempio creando onde di scia tali che provochino concreta difficoltà o impossibilità a proseguire la navigazione”, racconta Corrado.
L’acquascooter è molto veloce e Corrado gioca di astuzia, mettendo in pratica anni e anni di missioni in mare. Con una manovra di allargo fa capire al trasgressore di voler rinunciare all’inseguimento per indurlo a trovare riparo nel porto di Sferracavallo dove viene braccato e sanzionato con una multa di 3.672 euro. Per l’equipaggio della Guardia Costiera di Palermo, un altro turno in mare è finito. È ora di tornare alla base, redigere la relazione di servizio e tornare a casa a riabbracciare le proprie famiglie.
Corrado si definisce “uno dei tanti” che lavora ogni giorno al servizio della collettività”. Ma per poter portare a termine una missione in mare, è imprescindibile il lavoro di squadra che, nel caso del 2° Capo Aiutante MALLIA, è formata dal 2° Capo Scelto Salvo LONGO e dal Sottocapo di 1a classe Clara ALBANO, perché “Siamo una squadra a prescindere dai gradi”. Danilo, Luigi, Alessandra, Corrado, Salvo e Clara, cinque dei tanti, cinque della Guardia Costiera Italiana impegnati nell’operazione Mare Sicuro.
Di Francesco Militello Mirto e Victoria Herranz – EmmeReports