I venti di scirocco e le alte temperature hanno agevolato la strategia criminale e mafiosa di coloro che, con il fuoco, hanno deciso di dichiarare guerra ai siciliani. Una regione sotto attacco, da Pantelleria a Messina. Le fiamme, che hanno bruciato boschi, campagne e abitazioni, non hanno risparmiato nemmeno le chiese e i santi.
“Tutti noi sappiamo che non si tratta di un’emergenza”, ha dichiarato l’Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice. “Quello che è accaduto in questi giorni è l’esito ultimo di decenni di decisioni, di scelte, di gesti, di omissioni. La responsabilità di questo disastro ricade certo su chi ha avuto in mano la cosa pubblica, sulla politica. sulle nostre crepe educative”.
“Ricade su di noi, su di noi in quanto popolo”, ha continuato Lorefice. “Non abbiamo fatto abbastanza per cambiare la nostra Casa comune, la Terra, per mettere fine alla logica dello sfruttamento e del profitto e combattere le mafie, per difendere l’ambiente, il territorio, i nostri beni culturali, per creare opportunità di lavoro e servizi sociali. Siamo stati pigri, indolenti, individualisti, fatalisti, distratti da gretti interessi di parte. Il panorama desolato delle nostre città in fiamme, riscaldate da un vento infernale, avvolte dal fumo, prive di acqua e di elettricità, è lo specchio di tutto questo”.
Questa mattina il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Palermo ha fatto sapere che la situazione al momento risulta in fase di miglioramento. Gli incendi in località Monreale, San Martino, Capaci e Cinisi sono stati spenti, così come quello nella zona di Santa Maria di Gesù.
Sino alle 09 erano ancora attivi incendi in località Cefalù, Alimena, Aliminusa, Altofonte, Piana degli Albanesi, Palermo (via Messina Montagne). Sulla discarica di Bellolampo, già della prime ore del mattino, è intervenuto un Canadair CL-415 per spegnere e raffreddare le vasche in fiamme.
Una guerra contro il fuoco, quella combattuta dai Vigili del Fuoco, dai Carabinieri e dagli altri Corpi dello Stato che, in tutta la Sicilia, hanno lavorato senza sosta e tra mille difficoltà, spesso senza i mezzi idonei per accedere ad aree e sentieri impervi.
In piena estate il Ministero dell’Interno avrebbe deciso di iniziare alcuni corsi di aggiornamento, togliendo decine di pompieri operativi dal territorio e mettendo in seria difficoltà i pochi colleghi rimasti in strada.
Una situazione mai vista prima a Palermo, circondata dal fuoco e avvolta dal fumo dei roghi. Una scena apocalittica, dove le vittime eravamo tutti noi, abitanti, soccorritori e reporter.
“Qui brucia da tutta la notte. Abbiamo bagnato tutto il verde circostante, perché vedevamo queste fiamme che scendevano”, ha raccontato la signora Vanessa, dopo aver abbandonato la propria abitazione di Via Fratelli Tantillo, nei pressi della Riserva maturale Grotta della Molara.
“All’alba penavamo che tutto si era sistemato, invece intorno alle 9:00, è iniziato di nuovo, fuoco, vento e fiamme”, ha aggiunto la signora Vanessa. “Siamo abbandonati a noi stessi. Io ho lasciato casa, ho lasciato tutto, ho preso delle valigie e le ho messo in macchina, insieme al cane e le mie figlie. Io lo capisco, il numero dei Vigili sarà limitato, perché Palermo è questo, lo schifo. Perderemo tutto. Siamo nelle mani di Dio”.
“La situazione qua è drammatica, se non fosse stato per i residenti che con mezzi di fortuna sono riusciti a domare le fiamme, evitando addirittura che scendessero a valle, dove ci sono le abitazioni”, ha spiegato Massimiliano Giaconia, consigliere comunale di Palermo.
“Dalle 22:00 di ieri sera aspettiamo gli interventi dei soccorsi e non è arrivato nessuno tranne i Carabinieri. Tanta gente è riuscita ad abbandonare le proprie abitazioni per tutelare la propria incolumità”, ha riferito Giaconia.
I Carabinieri della Stazione Resuttana Colli e la Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Palermo, sono stati i primi ad intervenire in località Inserra. Insieme ai residenti della zona e con i pochi mezzi a disposizione, hanno spento le fiamme che stavano per lambire le abitazioni sottostanti.
Consapevoli di non poter supplire con la stessa efficienza dei Vigili del Fuoco, impegnati altrove, i militari ce l’hanno messa tutta, nonostante la stanchezza, la disidratazione, l’aria irrespirabile e l’ottusità della burocrazia comunale che stava rallentando l’uso di un’autobotte piena di acqua, in attesa di un’autorizzazione dell’AMAP.
“Siamo felici ed orgogliosi di aver confermato nella coscienza della gente la costante presenza e la pronta disponibilità dei Carabinieri nei confronti della collettività. Noi ci saremo sempre e comunque al servizio del cittadino”, hanno detto i militari al termine delle operazioni.
Di Francesco Militello Mirto – EmmeReports